Pubblicato il: 05/09/2019
Vacche nel deserto della Namibia

Vacche nel deserto della Namibia - Foto di Andrea Zerboni

L'attuale influenza dell'attività dell'uomo sul clima e sui processi in atto sul nostro pianeta è ben radicata nella preistoria e ben più vecchia di quanto comunemente pensato.

A dimostralo uno studio, pubblicato su Science e condotto nell'ambito dell'ArcheoGlobe Project, che ha visto la partecipazione anche dei geoarcheologi del dipartimento di Scienze della Terra "Ardito Desio" dell'Università Statale di Milano.

Sono 250 gli archeologi e geoarcheologi di ArcheoGlobe Project che, guidati da Lucas Stephens dell'University of Pennsylvania hanno condiviso volontariamente i propri studi (crowdsource) sull'evoluzione dello sfruttamento dell'ambiente e delle risorse naturali – la cosiddetta land-use – della Terra nel corso dell'Olocene, da circa l'8.000 a.C al 1850 d.C. (epoca industriale).

I dati raccolti su scala globale hanno permesso di stabilire non solo in che modo le comunità archeologiche abbiano modificato le loro strategie di sussistenza nel tempo, passando da raccoglitori-cacciatori-pescatori a pastori, e poi ancora ad agricoltori estensivi e intensivi, ma hanno messo a fuoco che tale processo non sia stato lineare e che le varie strategie di sussistenza possono coesistere in una stessa regione.

Inoltre, l'elaborazione dei dati ha permesso di stabilire come la Terra sia stata intensamente trasformata dall'azione di cacciatori-raccoglitori, pastori e soprattutto agricoltori già a partire da almeno 3000 anni fa. Ciò significa che l'attuale influenza dell'attività dell'uomo sul clima e sui processi in atto sul nostro pianeta è ben radicata già nella Preistoria.

"La ricostruzione archeologica offerta dall'ArcheoGLOBE Project – afferma Andrea Zerboni, geoarcheologo dell'Università Statale – fornisce nuovi dati per capire cosa sia e quando sia iniziato l'Antropocene, l'epoca della storia del pianeta Terra che ha visto passare l’uomo da soggetto passivo dei processi geologici e climatici ad attore principale che trasforma l’ambiente in cui vive. Lo studio appena pubblicato, inoltre, suggerisce come l’attività delle comunità di pastori e di agricoltori abbiano iniziato ad alterare gli equilibri naturali del pianeta ben prima della Rivoluzione Industriale, una conclusione che conferma l’impatto delle attività umane sul clima e suggerisce di intervenire al più presto per evitare un disastro ambientale dalle conseguenze sociali".

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