Pubblicato il: 08/03/2019
Open Access - Immagine tratta da American Libraries Magazine

Open Access - Immagine tratta da American Libraries Magazine

Piattaforme di condivisione dati e riviste elettroniche, corsi mirati su regole d’ateneo e buone pratiche rivolti a dottorandi, una commissione ad hoc, massima trasparenza sui dati di spesa.

Sono questi alcuni dei risultati qualificanti in tema di “open science” raggiunti e consolidati dall’Università Statale di Milano che ha rafforzato negli ultimi anni il suo impegno sulla strada della “Scienza Aperta”, aderendo e spesso guidando il movimento nato per rendere disponibili e trasparenti i processi di produzione, validazione, disseminazione e valutazione della scienza, attraverso la verifica e la riproducibilità delle ricerche.

Negli ultimi anni, d’altronde, enti di finanziamento della ricerca, governi e istituzioni a vari livelli hanno indicato nella “Scienza Aperta” la strada da intraprendere, ponendosi obiettivi futuri ambiziosi sulla piena accessibilità delle pubblicazioni scientifiche, sulla gestione dei dati che le supportano, sull’adozione dell’openness nei criteri di valutazione della ricerca, fino al più ampio tema dei costi della conoscenza scientifica.

In questo contesto, l’Università Statale di Milano ha raggiunto risultati importanti e adottato buone pratiche che la collocano tra le realtà di eccellenza nel panorama italiano ed europeo.

Un impegno che, in primo luogo, coinvolge quotidianamente chi opera nel campo della ricerca nei 33 dipartimenti dell’Ateneo per un "cambio culturale", a partire dalla Commissione per l’Open Science - formata dai delegati dei dipartimenti – a cui spetta il compito non solo di proporre agli organi di governo interni le policy e diffondere capillarmente le tematiche relative a Open Access a dati e a pubblicazioni, ma anche di produrre ogni anno una relazione sullo stato dell’arte dell’Open Science in Ateneo, senza dimenticare l’inclusione nei piani strategici triennali dei dipartimenti dei principi dell’Open Science e la relativa adesione alla “green road”,  la ripubblicazione dei metadati dei lavori scientifici nel repository d’Ateneo (AIR).

Su questo fronte, l’Archivio Istituzionale della Ricerca (AIR) dell’Università Statale di Milano comprende oltre 23.300 full-text di ricerche ad accesso aperto, numeri destinati comunque ad ad aumentare in futuro. Parte di queste ricerche sono nativamente Open Access, perché l’Ateneo ha pagato la pubblicazione alla fonte, e parte sono Open Access perché utilizzano le politiche degli editori che prevedono la possibilità di ripubblicare in AIR con un embargo variabile una versione dei lavori (solitamente quella con lo stesso contenuto ma senza il layout editoriale). In questo ambito, la Statale, unico Ateneo in Italia insieme a Torino, fornisce i propri testi in open access a PubMed, il più grande database di area biomedica: le richieste all’archivio dell’Ateneo, veicolate da Pubmed, sono circa quattro mila al mese.

La Statale ha, inoltre, implementato una piattaforma con 40 riviste elettroniche, per lo più di ambito umanistico e sociologico, indicizzate in DOAJ, in Scopus, WOS, ERIH. Il traffico sulla piattaforma è di circa 800 mila download l’anno. Lavorano per la piattaforma centinaia di editor e di revisori da ogni parte del mondo: nessuna piattaforma italiana anche Open Access ha questo volume di accessi.

Per la gestione dei dati della ricerca e la loro accessibilità, l’Ateneo mette a disposizione dei ricercatori anche una piattaforma in cui i dati possono essere gestiti secondo le buone pratiche internazionali che prevedono accessibilità dei dati, interoperabilità, possibilità di riutilizzo e possibilità di essere indicizzati e recuperati da chiunque disponga di un accesso a Internet.

Nel campo della formazione, l’Università Statale offre ai dottorandi corsi di competenze trasversali sull’Open Science, i suoi strumenti, le buone pratiche, le regole dell’Ateneo: tutte le tesi di dottorato discusse sono ad accesso aperto (al più tardi 18 mesi dopo la discussione) e vanno ad alimentare il portale europeo delle tesi di dottorato.

L’Università Statale, unica in Italia, infine, raccoglie i dati di spesa per l’Open Access partecipando ad un progetto europeo il cui scopo è quello di dare la massima trasparenza ai dati sulla spesa per l’open access. Un insieme di azioni capillari sulla “Scienza Aperta” con cui la Statale risponde in pieno agli standard europei sia per pubblicazione di riviste, green open access, raccolta delle APC, formazione continua, archiviazione dati della ricerca.

Contatti

  • Paola Galimberti
    Direzione Performance, Assicurazione Qualità, Valutazione e Politiche di Open Science