Pubblicato il: 08/06/2020

Non di sola flora "vive" l’Orto Botanico di Brera. In attesa della riapertura, scopriamo la fauna che abita l’oasi verde nel cuore di Milano, un microcosmo di cui si prende cura lo staff dell’Università Statale di Milano.

Femmina di Anas platyrhynchos e i suoi piccoli tra i vialetti dell’Orto Botanico di Brera

Femmina di Anas platyrhynchos e i suoi piccoli tra i vialetti dell’Orto Botanico di Brera

 Tra  i più "ammirati" soprattutto dai visitatori più giovani, proprio in questo periodo dell’anno, ci sono i piccoli  anatroccoli che nascono nell’Orto. Proprio l’Orto di Brera, infatti, è stato scelto da  una coppia di germani reali (Anas platyrhynchos)  quale sede per la riproduzione. In questo periodo di chiusura dovuto all’emergenza sanitaria sono pressoché padroni dell’Orto, ma anche quando la presenza umana è massiccia li si vede muoversi con disinvoltura.

La coppia di germani reali (Anas platyrhynchos), il maschio a sinistra, a bordo della vasca con i pesci rossi (Carassius auratus) - Foto di Giorgio Bardelli

La coppia di germani reali (Anas platyrhynchos), il maschio a sinistra, a bordo della vasca con i pesci rossi (Carassius auratus) - Foto di Giorgio Bardelli

È facile anche per i non esperti distinguere, tra gli adulti, il maschio dalla femmina. Il maschio mostra il capo dall’inconfondibile color verde metallico, un sottile collare bianco, il petto bruno porporino, la coda bianca e nera, il becco giallastro. La femmina ha una livrea di tinte assai più mimetiche, macchiettata di bruno e il becco marrone chiaro, spesso arancione ai lati. Per entrambi i sessi si nota sulle ali il cosiddetto “specchio”, una zona di colore azzurro iridescente bordata di nero e di bianco, evidente sia in volo che a riposo. I piccoli sono coperti di piumino marrone scuro dorsalmente e giallo spento ventralmente, con una striatura scura che dal becco attraversa l’occhio fino alla nuca. Le zampe scure, grigiastre, negli adulti diventano arancioni. Si tratta di una specie molto comune; a Milano il germano reale si trova facilmente nei parchi cittadini maggiori, come il Parco Sempione e i Giardini Indro Montanelli, dove la presenza di laghetti artificiali ne favorisce la permanenza. In Orto amano frequentare le storiche vasche di irrigazione, catturando l’attenzione dei visitatori quando i piccoli si cimentano con i primi maldestri tentativi di superare piccoli ostacoli o di volare. Non è infrequente che prendano la via d’uscita e si trovino in mezzo al traffico cittadino, che a loro non è certo congeniale per cui tornano, spontaneamente o con un aiuto, tra i vialetti dell’Orto.

Molte altre specie di uccelli si aggirano per l’Orto di Brera. Il merlo (Turdus merula) e la cinciallegra (Parus major) sono presenze abituali in ogni stagione, come in tutta la città. In inverno è facile osservare il pettirosso (Erithacus rubecula), attratto dall’ambiente e dalle caratteristiche microclimatiche meno rigide tipiche delle zone urbane per l’effetto isola di calore. E poi ci sono presenze episodiche, come quella dell’airone cenerino (Ardea cinerea), che spicca per le sue grandi dimensioni e per l’eleganza del portamento.

Alcune specie non sono facili da osservare per i visitatori ma segnalano la loro presenza attraverso i richiami, come quello simile a una risata del picchio verde (Picus viridis). Nelle ore mattutine più quiete si sente insistente il rapido “tambureggiare” del picchio rosso maggiore (Dendrocopos major) che cerca insetti nel legno degli alberi.

 

Megascolia maculata su fiore di Echinops - Foto di Giorgio Bardelli

Megascolia maculata su fiore di Echinops - Foto di Giorgio Bardelli

L’Orto è un ecosistema che, seppur collocato in un’area densamente urbanizzata, si rivela uno spazio ideale per tanti animali che vi trovano nutrimento e rifugio. A seconda delle stagioni e delle condizioni meteorologiche ospita diverse specie di insetti e ragni che, per un occhio non attento, passano per lo più inosservati. All’inizio dell’estate però è impossibile non accorgersi della mole e dei vivaci colori di Megascolia maculata, che accorre per nutrirsi di polline e nettare durante le fioriture. È una vespa riconoscibile per le quattro macchie gialle evidenti sull’addome nero, che a dispetto delle grandi dimensioni (fino a 6 cm di lunghezza per le femmine, che le hanno valso il nome comune di vespa mammuth) è pressoché innocua. In una delle aiuole dedicate alla famiglia delle Asteraceae, gli alti steli con le peculiari grandi infiorescenze a palla di Echinops e i capolini gialli e fucsia delle Echinacea sono particolarmente attraenti per questa grande vespa, il cui forte ronzio contribuisce a destare l’attenzione di chi si trovi nelle vicinanze.

 

Colonia di Pyrrhocoris apterus alla base di un albero

Colonia di Pyrrhocoris apterus alla base di un albero

I vistosi colori rendono il pirrocoride attero (Pyrrhocoris apterus) facilmente osservabile, tanto più che si trova spesso in gruppi numerosi che restituiscono alla vista una sgargiante macchia rosso-nera che si staglia sulle cortecce o alla base dei tronchi degli alberi. È un insetto quasi del tutto innocuo per le piante presso cui vive e anche piuttosto curioso, perché presenta un disegno geometrico regolare composto da chiazze nere e rosse che svolge una funzione cosiddetta aposematica, ossia di avvertimento di tossicità, che tiene lontani possibili predatori.

Questi sono solo alcuni esempi dei diversi animali che, stabilmente o di passaggio, si trovano all’Orto Botanico di Brera e che contribuiscono alla vita e alla vivacità di un luogo in continuo divenire.

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