Pubblicato il: 17/07/2023
Statuetta fittile di kouros vestito rinvenuta durante la campagna di scavo 2023. Credit: Carlotta Borella

Statuetta fittile di kouros vestito. Credit: Carlotta Borella

Nuovi ritrovamenti dall’ultima campagna di scavo sull’Acropoli di Selinunte, in Sicilia, conclusa da pochi giorni, nell’ambito della Missione archeologica congiunta dell’Università degli Studi di Milano e dell’Institute of Fine Arts della New York University, in convenzione con il Parco di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria.  Tra i rinvenimenti, all’interno di un deposito di dismissione con numeroso materiale votivo, spiccano una statuetta fittile di kouros vestito, un tipo molto caratteristico della Grecia orientale in età arcaica,  di produzione samia e con ampie tracce di policromia, e una statuetta di banchettante, entrambi databili alla metà del VI secolo.

Lo scavo ha coinvolto 40 tra studenti, ricercatori e docenti sotto la guida del professor Clemente Marconi, docente di Archeologia classica all’Università Statale di Milano. Gli scavi hanno interessato l'intera area del santuario urbano, sino ad arrivare anche al muro di cinta sud e a quello nord dove sono stati rinvenuti resti di sale da banchetto. 

 

Il gruppo di studentesse e studenti e docenti della Statale e dell’Institute of Fine Arts della New York University coinvolti nella campagna di scavo 2023 con la maglietta in ricordo di Luca Restelli, archeologo, collaboratore della Sezione di Archeologia del Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali della Statale scomparso in un incidente stradale nel novembre 2022. Credit: Filippo Pisciotta

Il gruppo di studentesse e studenti e docenti della Statale e dell’Institute of Fine Arts della New York University coinvolti nella campagna di scavo 2023 con la maglietta in ricordo di Luca Restelli, archeologo, collaboratore della Sezione di Archeologia del Dipartimento di Beni Culturali e Ambient

Grazie all’iniziativa del direttore del Parco di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, Felice Crescente, la convenzione con l’Institute of Fine Arts della New York University e l’Università degli Studi di Milano è stata estesa all’area dell’intero grande santuario urbano dell’Acropoli, una delle più monumentali aree di culto del mondo greco in età arcaica e classica, con una moltitudine di templi, altari e strutture per i fedeli, ad esempio le stoai lungo il limite est e la struttura teatrale rettilinea lungo il lato sud”, spiega Clemente Marconi. “La nuova convenzione ha dato un grande slancio alle ricerche della missione, che per la prima volta ha potuto lavorare in estensione, a partire da un ampio saggio lungo il muro di peribolo meridionale per una lunghezza di ca. 49 metri e una larghezza di ca. 5 metri. Tale saggio ha permesso di stabilire per la prima volta la datazione su base archeologica del lato meridionale del muro di peribolo, che risulta essere stato costruito tra il 580 e il 560 a. C., in base alla ceramica dal cavo di fondazione”.

Parallelamente a questo esteso saggio di scavo lungo il lato sud – spiega il professor Marconi - si è proseguito nello scavo all’interno e all’angolo sud-ovest all’esterno del tempio R. Quanto all’interno, un saggio all’angolo nord-est del naos, condotto in profondità fino al livello del piano di cantiere del tempio (570 a.C.), ha portato alla luce, lungo i muri e verso il centro della cella, nuove offerte votive, legate al deposito di fondazione del tempio originario, tra cui vasi per unguenti corinzi, pesi da telaio, e armi. Particolarmente importante, in questo saggio, è stata l’identificazione di ulteriori offerte (sostanzialmente, un nuovo deposito di fondazione) associate alla ristrutturazione del tempio al principio del V sec. a.C., inclusi verosimilmente oggetti rideposti provenienti dall’originario deposito di fondazione, a partire da due cuspidi di lance in ferro e una cuspide di giavellotto posizionata verticalmente con la punta verso l’alto presso il muro nord e un peso da telaio contro la soglia”.

Infine, il saggio contro il lato ovest e sud del tempio, oltre a portare alla luce le fondazioni di strutture puniche contro il lato sud del tempio R, largamente rimosse negli scavi dell’Ottocento diretti da Francesco Saverio Cavallari, ha portato a identificare un deposito di dismissione con numeroso materiale votivodatabile attorno alla metà del sesto secolo, tra cui la statuetta fittile di kouros.