Pubblicato il: 20/05/2020
Una veduta dell'Orto Botanico di Brera

Una veduta dell'Orto Botanico di Brera

Di norma, in questo periodo, l’Orto Botanico di Brera è un luogo molto frequentato, con attività ed eventi pubblici che coinvolgono la città. Come le aule del nostro Ateneo, come i musei delle nostre città, anche l’Orto è chiuso al pubblico da due mesi, nel rispetto delle disposizioni per l'emergenza COVID-19. Ma in questa oasi verde nel centro di Milano la natura prosegue il suo corso. Nonostante la chiusura, infatti, lo staff del dipartimento di Bioscienze dell'Università Statale che si occupa dell'Orto non ha smesso di proteggere il ricco patrimonio di biodiversità, ammirato ogni anno da migliaia di persone.

Perché l'Orto è un giardino storico e un museo riconosciuto, le cui opere sono proprio le piante. E proprio in questi giorni, mentre "esplodono" le fioriture di primavera, gli alberi storici, in particolare, ricevono il periodico monitoraggio dello stato di salute, con indagini non invasive per la valutazione delle condizioni fisiologiche e della stabilità degli alberi, secondo tecniche di moderna arboricoltura che l'Orto di Brera ha iniziato ad applicare fin dagli anni '90.

In primo piano, sulla destra, il tronco del bagolaro (Celtis australis) e uno scorcio sulla collezione di Pteridofite (felci ed equiseti). Sul fondo l’ottocentesca cupoletta astronomica

In primo piano, sulla destra, il tronco del bagolaro (Celtis australis) e uno scorcio sulla collezione di Pteridofite (felci ed equiseti). Sul fondo l’ottocentesca cupoletta astronomica

In particolare, viene adottato il VTA (Visual Tree Assessment), con cui l'albero viene analizzato visivamente in ogni sua parte - dalla porzione di apparato radicale esplorabile fino ai rami più alti - per individuare eventuali problematiche morfologiche a carico della struttura portante o la presenza di patogeni. Le indagini VTA sono finalizzate alla determinazione di difetti o compromissione di stabilità dell'albero e si concretizza nell'attribuzione di una classe di rischio fitostatico per ciascun esemplare (Failure Risk Classification) definendone il grado di pericolosità - dalla A per pianta da verificare dopo 5 anni alla D per pianta molto a rischio - la frequenza dei controlli, la sequenza delle analisi da effettuare e degli interventi sulla chioma per ridurre il rischio.

In presenza di sintomatologie esterne, si procede, invece, con l'indagine strumentale che a seconda della valutazione può essere effettuata con:

  • Resistograph, micro-sonda che consente di determinare in maniera puntuale la resistenza alla perforazione del legno
     
  • Tomografo, basato sul principio della velocità di propagazione di un impulso sonoro nei materiali che attraversa, analogo ad una TAC, rielaborato da un software, che mette in evidenza lo stato di degradazione del legno per ogni specie arborea
     
  • Pulling test che riesce a simulare i carichi del vento che dalla chioma si trasmettono alla radice determinando la tenuta statica di un albero, permettendo di anticipare l'eventuale schianto dell'albero e determinare l'eventuale riduzione della chioma o abbattimento.
Tree climber in verifica strumentale su esemplare di Juglans rupestris, nell’Arboreto dell’Orto

Tree climber in verifica strumentale su esemplare di Juglans rupestris, nell’Arboreto dell’Orto

Gli alberi vengono anche indagati e manutenuti con il tree-climbing, tecnica che garantisce il rispetto della fisiologia delle piante, eseguita da specialisti formati con metodi e materiali analoghi a quelli dell'alpinismo, che consentono di avvicinarsi in sicurezza anche alle parti apicali delle alberature, che in Orto possono raggiungere 40-50 m di altezza. Una tecnica che ben si presta alla delicatezza di un luogo storico come l'Orto di Brera, in cui non è possibile accedere con macchinari o gru.

"L’Orto, in questo periodo, è ancora più silenzioso e tranquillo del solito. Si sentono solo i suoni della natura e ci mostra il pieno vigore della primavera, un aspetto rinnovato giorno dopo giorno. Noi continuiamo a prendercene cura, preparando la riapertura in sicurezza", spiega Martin Kater, docente di Genetica dell'Università Statale e direttore dell'Orto Botanico. 

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