Pubblicato il: 29/04/2021
Le piante di cactus custodite all'Orto Botanico di Città Studi fino alla partenza per il Cile

Le piante di cactus custodite all'Orto Botanico di Città Studi fino alla partenza per il Cile

Oltre mille cactus rari, estirpati illegalmente e nel novembre scorso "affidati" all’Orto Botanico Città Studi dell'Università Statale di Milano tornano a casa. Epilogo a "lieto fine" per l’operazione che ha visto impegnati congiuntamente i Carabinieri, l’Università Statale di Milano, l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura e l’Università de La Concepción in Cile.

Le piante, sequestrate dai Carabinieri Forestali del Nucleo Carabinieri CITES di Ancona,  facevano parte di un carico sequestrato a un trafficante che intendeva immetterle sul mercato illegale in Europa e Asia.

Dopo il sequestro, i cactus sono stati custoditi all’Orto Botanico di Città Studi dove il personale dell’Orto e i ricercatori della Statale, hanno svolto le analisi che hanno permesso di provare l’origine in habitat degli esemplari. In particolare, su disposizione della Procura di Ancona le piante sono state oggetto di studi approfonditi da parte di Marco Caccianiga, docente del dipartimento di Bioscienze della Statale con un pool di esperti, tra cui il naturalista Gaetano Palisano e l’ingegnere Marco Giani, studioso italiano di cactacee cilene, che hanno potuto stimare con assoluta certezza l’origine silvestre delle piante confiscate e, in alcuni casi, la località  esatta in cui erano state raccolte mediante sofisticate analisi dei campioni di suolo reperiti nelle radici. La maggior parte delle piante, è emerso, proviene dal deserto di Atacama, in Cile, e appartiene al genere Copiapoa, un tipo di cactus esclusivo di quella zona. E’ stata anche riscontrata la presenza di piante appartenenti a specie estremamente rare, la cui sottrazione dall’habitat originario ha presumibilmente determinato un grave danno biologico.

L'Orto Botanico Città Studi – spiega il prof. Caccianiga - ha tra le sue missioni quella di contribuire alla conservazione della flora minacciata. Questo sequestro è stato eccezionale per molti aspetti. Innanzittutto per l'entità del numero di piante sequestrate;  per la rarità delle specie di cactus - che appartengono in gran parte a un genere (Copiapoa) endemico del deserto di Atacama e in molti casi a specie in via di estinzione. In secondo luogo, per la meticolosa analisi che l'Orto Botanico ha svolto per stabilire l'origine selvatica delle piante, con l'aiuto di esperti esterni e di analisi di laboratorio svolte presso il dipartimento di Biosicenze e quello di Scienze della Terra. Infine, per il rimpatrio delle piante nella loro terra di origine, cosa che avviene molto di rado, soprattutto con questa mole di piante”.

Alla luce del numero e dell’importanza biologica delle piante sequestrate, infatti, i Carabinieri hanno richiesto la collaborazione dell’Associazione per la Biodiversità e la sua Conservazione di Bologna nella persona del presidente Andrea Cattabriga, naturalista e membro dell’Unione Mondiale per la Protezione della Natura (IUCN) - gruppo di studio nelle cactacee e piante succulente (CSSG), che ha proposto immediatamente la loro restituzione al Cile, con l’obiettivo di reintrodurre nel loro habitat alcuni esemplari. A questo fine, è stato istituito un gruppo di lavoro che ha operato in contatto con l’Università di Concepción in Cile, la Corporación Nacional Forestal del Cile (CONAF) e il Servizio Agrícola y Ganadero (SAG) per il "rimpatrio" delle piante che ora tornano nel loro habitat con l’obiettivo, specie per le piante maggiormente a rischio di estinzione, che possano essere reintrodotte nel loro ambiente naturale.

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