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Cubetti di Plasmix, la plastica esclusa dal riciclo - Foto tratta dal sito plasmix.in
Si chiama CLEANuP (Circular Economy and Virtuous Management of Plastic Packaging), l'innovativo progetto del dipartimento di Scienze e Politiche ambientali dell’Università Statale di Milano che propone l'utilizzo di plasmix – il nome tecnico della plastica esclusa dal riciclo – per prodotti di eco-design e imballaggi sostenibili.
Presentato ufficialmente il 5 giugno in Statale durante l’incontro "Plastica: che ne sanno i 2000" del 5 giugno, promosso per la Giornata Mondiale dell'Ambiente 2018, il progetto CLEANuP proporre un approccio integrato al problema dello smaltimento della plastica di ultimo scarto meno facile alla trasformazione e abitualmente bruciata per produrre energia, con importanti ricadute per l'ambiente.
Secondo l’agenzia Plastics Europe, la quantità di materie plastiche in uso nella sola Europa è passata da 1,5 milioni di tonnellate nel 1950 a 322 milioni di tonnellate nel 2015, con crescenti problemi ambientali legati allo smaltimento di materiali utilizzati spesso per prodotti con vita breve e smaltiti in modo improprio.
L'Unione Europea è intervenuta con la direttiva CE/62/94 sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio per aumentare, entro il 2025, il riciclo di imballaggi in plastica dall'attuale 22,5% al 55%. In Italia, gli imballaggi in plastica rappresentano attualmente circa il 40% dei rifiuti di plastica e il consorzio italiano Corepla riesce a recuperare circa il 70% di questi rifiuti, di cui solo il 50% della plastica recuperata viene riciclato.
Il team del progetto CLEANuP riunisce chimici, ecologi, biologi, ecotossicologi, tecnologi alimentari ed economisti del dipartimento di Scienze e Politiche ambientali e, oltre alla proposta di strategie di imballaggi "sostenibili" – frutto della collaborazione con un gruppo di designer del Politecnico di Torino – studia anche il ruolo degli agenti atmosferici sull'invecchiamento degli imballaggi in plastica e delle microplastiche attraverso test di laboratorio che valutano gli effetti sugli organismi viventi e sull'ambiente.
"Questo progetto - commenta Laura Piazza, docente di Scienze e Tecnologie alimentari e referente delle ricerche sulla plastica presso il dipartimento di Scienze e Politiche ambientali - è guidato da un giovane ricercatore, Marco Parolini, e mette insieme competenze diverse in un pool interdisciplinare che si occupa del tema in tutti i suoi aspetti: dagli effetti delle materie plastiche disperse sugli organismi viventi, alle trasformazioni chimiche con cui creare nuovi prodotti dal Plasmix".
Contatti
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Marco Parolini
Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali
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