Pubblicato il: 24/05/2021
Attività di laboratorio

Attività di laboratorio

Uno studio, pubblicato sulla rivista PLOS Pathogens, e condotto dai ricercatori del dipartimento di Chimica dell'Università Statale di Milano, guidati dalla docente di Chimica organica, Anna Bernardi, dall’Institut de biologie structurale IBS di Grenoble e dall’Hospital Universitario 12 de Octubre di Madrid fa luce su un meccanismo finora sconosciuto di trasmissione di SARS-CoV-2, contribuendo così a migliorare la conoscenza sul “funzionamento” del virus.
I ricercatori hanno, infatti, dimostrato che SARS-CoV-2 può usare alcune cellule immunitarie per aumentare la sua capacità di trasmissione e che questo modo di trasmissione può essere inibito usando sostanze glicomimetiche precedentemente sviluppate dai ricercatori della Statale di Milano e di IBS.

Lo studio nasce dalla considerazione che la messa a punto di vaccini e farmaci contro il coronavirus SARS-CoV-2 responsabile di Covid-19 richiede di conoscere a fondo il suo comportamento dentro l’organismo e in particolare di individuare le porte di ingresso nelle cellule che infetta. Tra i molti recettori che le nostre cellule presentano alla superficie, alcuni possono servire al virus come semplici punti di approdo, altri costituiscono delle vere e proprie serrature che, una volta azionate, gli permettono di attraversare la membrana cellulare e avviare l’infezione.

E’ noto che SARS-CoV-2 entra nelle cellule umane usando l’interazione tra il nostro recettore ACE2 e la sua glicoproteina Spike (S). I ricercatori di IBS hanno dimostrato che Spike interagisce anche con altri recettori umani (DC-SIGN, L-SIGN, MGL e Langerin), appartenenti alla famiglia delle lectine e localizzati alla superficie delle nostre cellule immunitarie. "Questa interazione implica un riconoscimento multi-sito della Spike, che sfrutta i differenti glicani (zuccheri) presenti sulla sua superficie - spiega Franck Fieschi, professore all’Università Grenoble Alpes -. Più che essere una singola 'chiave' adatta alla 'serratura' ACE2, quindi, la proteina S conterrebbe un intero mazzo di chiavi, che le permettono di aderire alle cellule umane e proliferare".

I ricercatori hanno dimostrato che l’interazione tra gli zuccheri della spike e le lectine non serve ad indurre direttamente l’infezione. Tuttavia una volta che alcuni di questi recettori, in particolare DC-SIGN e L-SIGN, sono riusciti ad catturare il virus, sono anche capaci di trattenerlo e trasmetterlo alle cellule permissive che possiedono ACE2. Questi risultati, annunciati qualche mese fa su un sito di pre-pubblicazione usando un modello di pseudo-virus, sono adesso confermati usando l’autentico SARS-CoV-2 e cellule respiratorie umane.

Quello che i ricercatori descrivono è, quindi, un nuovo modo di trasmissione nel processo globale dell’infezione. Nello stesso lavoro è anche dimostrato che è possibile inibire questo nuovo modo di trasmissione del virus utilizzando dei glicomimetici, cioè delle molecole che mimano gli zuccheri alla superficie del virus, ideati e sintetizzati in precedenza alla Statale di Milano. “Questi inibitori - spiega Anna Bernardi - sono il frutto di quasi 10 anni di ricerca sull’inibizione di DC-SIGN e costituiscono un primo strumento per studiare, nei mesi futuri, l’importanza relativa del processo di trasmissione di SARS-CoV-2 mediato da DC-SIGN e L-SIGN”.

Il link allo studio pubblicato su Plos Pathogens.

Contatti