Immagine di copertina cultura e società

La strategia della tensione dalla strage di piazza Fontana al G8 di Genova, passando dalla figura di Pietro Valpreda, l’assassinio di Giuseppe Pinelli, il golpe Borghese, fino alle mobilitazioni di Seattle. Ne discuteranno Giorgio Galli, Lorenza Ghidini, Francesco Maisto e Vittorio Agnoletto.

Quando
28 Novembre 2019
ore 20:30
dove
Contatti
2019-11-28 20:30:00 2019-11-28 23:00:00 Europe/Rome Strategia della tensione un modello sempre attuale: incontro in occasione dei 50 anni della strage di piazza Fontana <p>Titolo originario: Conferenza sulla strage di Piazza Fontana</p> <p>Testo originario: quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario dalla strage di piazza Fontana, l’attacco terroristico che ha segnato l’inizio degli anni di piombo, uno dei periodi più bui della storia recente del nostro paese.</p> <p>incontro organizzato dall’associazione Memoria Antifascista</p> <p>rivedere mail di risposta di Ivan Andreoni con Esther e Matteo</p> <p>Update scheda a cura di KZ</p> <p>Email di risposta del 22/11/19 di Ivan Andreoni:</p> <p><strong><em>Evento Piazza Fontana</em></strong>\<br /> &quot;Strategia della tensione, un modello sempre attuale&quot;</p> <p>Nel libro di Paolo Morando “Prima di Piazza Fontana – La prova Generale” si presentano documenti, interrogatori e fatti, che dimostrano come la strage del 12 dicembre sia stata pianificata nei dettagli compreso il capro espiatorio, cioè colpendo gli anarchici e accreditando a loro una serie di attentati precedenti. In questo modo si è costruito il colpevole a tavolino fino al “mostro” da sbattere in prima pagina nella figura di Valpreda. Con l’assassinio di Pinelli si puntava a rendere più credibile la storia, facendolo passare per il suicido di una persone ormai alle strette che si toglie la vita per aver causato tutte quelle morti.\<br /> \<br /> Il vero obiettivo era fermare le lotte sociali di quegli anni che ormai dalla fine del 1967 montavano in un crescendo inarrestabile, anzi, il potere sperava in una reazione violenta da reprimere duramente e forse i fascisti, che hanno fisicamente messo la bomba, speravano in una repressione sul modello greco del 21 aprile 1967. Erano già pronti e ci provarono solo un anno dopo con il Golpe Borghese nella notte tra il 7 e l’8 dicembre del 1970.\<br /> \<br /> Era evidente la strategia, quella della tensione e del terrore durata per oltre un decennio fino al 1984, con lo scopo di indebolire le lotte sociali e la richiesta di diritti civili con la paura.\<br /> \<br /> La fine degli anni ’80 e tutti gli anni ’90, almeno in Italia, non vede grandi movimenti di massa, almeno fino ai fatti del G8 a Genova. Le mobilitazioni partono nel 1999 da Seattle dove inizia la protesta contro le multinazionali delle tecnologie e dell’alimentazione, volendo fare un parallelo all’oggi, quello fu un movimento che si mobilitò in tutto il mondo toccando per la prima volta anche i cambiamenti climatici causati proprio dalle grande industrie mondiali e da governi complici.\<br /> \<br /> Reprime Genova non è stato un fatto casuale e solo italiano, così come la strage di Piazza Fontana ha visto all’opera servizi segreti di diversi Paesi, all’epoca gli americani erano preoccupati dell’Italia come Paese di frontiera con l’Est e di un movimento di massa con un partito Comunista tra i più grandi in Europa. Genova era un &quot;pericolo&quot; per il neoliberismo per la trasversalità di quel movimento che era attraversato da soggetti diversi che andavano dalle realtà di movimento più radicali, passando dal sindacato fino all’associazionismo cattolico. Genova era stata preparata tempo prima, intanto con la repressione delle manifestazioni in vari Paesi e poi la pianificazione dell’ordine pubblico di Genova che ha visto coinvolti polizie e servizi segreti di molti Paesi. \<br /> \<br /> Interverranno:\<br /> Giorgio Galli\<br /> Lorenza Ghidini\<br /> Francesco Maisto\<br /> Vittorio Agnoletto</p> Aula 211 - Festa Del Perdono; via Festa del Perdono, 7, 20122 Milano (MI)