Pubblicato il: 04/10/2023
La prima sede della libreria Hoepli in Galleria De Cristoforis

La prima sede della libreria Hoepli in Galleria De Cristoforis

L’archivio storico della Casa Editrice Ulrico Hoepli è custodito presso il Centro Apice dell’Università degli Studi di Milano. Oltre seicento buste, per un totale di quasi ottanta metri lineari, che conservano documenti e testimonianze che vanno dalla fine dell’Ottocento agli anni Settanta del Novecento. Si tratta di un’acquisizione di straordinaria importanza, non solo perché costituisce un raro caso di casa editrice vivente la cui memoria storica sarà a disposizione delle studiose e degli studiosi in un luogo ideale per la ricerca, ma anche perché il fondo consente di ripercorrere l’evoluzione della casa editrice stessa, passando attraverso gli autori di una vasta gamma di letteratura scientifica e tecnica, spesso massime autorità in materia. 

Da un punto di vista cronologico l’archivio Hoepli ad Apice si divide in due parti: la prima risale alla fine dell’Ottocento e arriva agli anni 1942-43, un momento critico per la casa editrice che subì forti rallentamenti causati dagli eventi bellici, in particolare a seguito dei bombardamenti che ne distrussero il magazzino; la seconda copre il periodo dell’immediato dopoguerra fino agli anni Settanta del secolo scorso. I documenti sono suddivisi in tre serie principali: l’Archivio Autori, la Corrispondenza di Direzione, i Materiali di Lavorazione della rivista “Sapere”, il più antico periodico di divulgazione scientifica italiana. A queste si aggiungono “serie minori”, quali quelle relative alle Enciclopedie Hoepli e ai pochi documenti relativi all’amministrazione.

La donazione dell’archivio Hoepli rappresenta per la nostra Università un’eredità di incredibile valore”, commenta Elio Franzini, rettore della Statale di Milano. “L’archivio potrà essere a disposizione di tutti gli interessati e non solo degli studiosi della Statale, in un’ottica di apertura del sapere alla città, un impegno che, da sempre, contraddistingue il nostro Ateneo. Questa eccezionale memoria storica e artistica sarà valorizzata, ancor di più, dalla prossima collocazione del Centro Apice nel Campus dell’ateneo a Città Studi, consolidando il legame del Centro con il nostro polo universitario che, a eccezione dei Dipartimenti di Informatica e Matematica, avrà una rinnovata vocazione umanistica, con il trasferimento delle discipline scientifiche a MIND”.

“L’arrivo ad Apice dell’archivio Hoepli rappresenta, per il Centro, un arricchimento straordinario per il ruolo che la casa editrice ha avuto nella divulgazione scientifica e tecnica, accompagnando con i suoi “manuali” gli anni cruciali dell’industrializzazione italiana e costruendo, sin dal 1870, anno della fondazione, legami forti con tutte le istituzioni culturali milanesi”, afferma Lodovica Braida, presidente del Centro Apice. “L’archivio Hoepli potrà diventare un laboratorio vivo per nuovi progetti, in qualche modo continuando le ricerche avviate da Enrico Decleva, studioso di Hoepli e fondatore del centro Apice”.

Siamo a conoscenza dell’attività di Apice fin dall’inizio della sua storia”, dice Giovanni Hoepli, presidente della casa editrice. “Molti editori amici lo hanno scelto per custodire il proprio archivio. Così, quando si è posto il problema di scegliere a chi affidare le nostre carte, la scelta è stata semplice. Inoltre ci fa piacere che la sede di Apice sia a Milano e che rappresenti un’istituzione milanese, perché è qui che lavoriamo da oltre 150 anni”.

Nel vastissimo patrimonio conservato nell’archivio, particolare rilevanza assume la serie degli Autori, che raccoglie i materiali di composizione dei volumi Hoepli, corrispondenza, preventivi, appunti, elenchi di destinatari e richieste di invii copie, rendiconti dei volumi a magazzino e di quelli venduti, rassegne stampa, pagine di bozze e di illustrazioni e prove di copertina. Tra gli oltre 1700 nomi, di cui circa 200 stranieri e una settantina di autrici donne, spiccano quelli dello storico dell’arte Adolfo Venturi, curatore della monumentale Storia dell'arte italiana in venticinque volumi (1901-40), del critico letterario Michele Scherillo, che fu portavoce di Hoepli nelle occasioni importanti, dei linguisti Alfredo Panzini, Bruno Migliorini e Alfredo Schiaffini, dell’ingegnere Pier Luigi Nervi, della scrittrice e consulente Anna Vertua Gentile e del geologo Ardito Desio, per citarne solo alcuni. Sia per i generi di opere pubblicate, sia per il forte legame con la cultura mitteleuropea, che Ulrico Hoepli tenne saldo fin dagli anni della fondazione della sua casa editrice, emerge preponderante la presenza di traduzioni.

Si apre dunque per i ricercatori un vastissimo campo di ricerca, per molti versi completamente ancora da esplorare. L’archivio storico della Casa Editrice Ulrico Hoepli sarà infatti a breve consultabile dagli studiosi.

 

Ulrico Hoepli

La storia della Casa Editrice Ulrico Hoepli 

Ulrico Hoepli nasce in Svizzera, nel Cantone della Turgovia, nel 1847. Figlio di una famiglia di contadini benestanti, a 14 anni si trasferisce a Zurigo, dove comincia il suo apprendistato nel mondo del libro: prima di arrivare in Italia, lavora a Magonza, Trieste e Breslavia, finché il 7 dicembre del 1870, a soli 23 anni, acquista la libreria di Theodor Laengner nella centralissima Galleria De Cristoforis. Pochi mesi dopo, all'attività di vendita affianca quella editoriale: il primo volume è la traduzione della grammatica francese di G.S. Martin. La manualistica, le pubblicazioni tecniche e scientifiche sono il suo campo di maggiore interesse: una scelta premiata dai lettori, alle cui aspettative la casa editrice di Ulrico Hoepli ha sempre prestato attenzione in oltre 150 anni di storia. Tra le collane più celebri ricordiamo “La Biblioteca tecnica” e i famosissimi “Manuali”, di cui i primi due titoli sono il Manuale del tintore di Robert Lepetit (1875) e il Manuale dell'ingegnere civile e industriale di Giuseppe Colombo (1877), quest’ultimo giunto oggi alla sua ottantacinquesima edizione. Ulrico Hoepli dedica una fetta cospicua del catalogo anche alla letteratura per l’infanzia, alle opere di cultura generale, all’antiquariato librario e alla storia dell’arte, con un occhio attento anche all’architettura della sua città di adozione. Strettissimo, infatti, è il rapporto che lo lega a Milano, a cui dona, nel giorno dell’inaugurazione, il 20 maggio del 1930, il Planetario Zeiss nei giardini di Porta Venezia.

Dopo la morte del fondatore, avvenuta nel gennaio 1935, il nipote Carlo Hoepli guida il trasferimento della libreria nella più moderna sede di Via Berchet. Durante la seconda guerra mondiale la Hoepli subisce danni gravissimi: nel 1942 un bombardamento distrugge il magazzino della casa editrice, nel 1943 è la volta della libreria. 

Dopo la fine della guerra la Libreria si sposta nell'attuale sede di via Hoepli, progettata dagli architetti Figini e Pollini: l'inaugurazione avviene nel 1958. Carlo Hoepli è coadiuvato nella direzione dai figli Gianni e Ulrico, che dal 1972 diventa presidente della casa editrice. Con il nuovo millennio il figlio di quest'ultimo, Ulrico Carlo gli succede al timone dell’azienda, affiancato dai figli Giovanni, Matteo e Barbara, che costituiscono oggi la quinta generazione di editori.

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