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Un microscopio in laboratorio
Da uno studio dei ricercatori del dipartimento di Chimica dell’Università Statale di Milano, con il gruppo di ricerca guidato da Luigi Lay, docente di Chimica Organica, insieme al prof. Jeroen Codeé dell’Università di Leiden e GSK Vaccines, un importante contributo per la messa a punto di un vaccino contro la meningite batterica che ciclicamente - ogni 8-12 anni - colpisce, in forma di epidemia l’area sub-Sahariana dell’Africa (non a caso definita “cintura africana della meningite”) e alcune aree dell’Asia e dell’America Latina.
Oggetto dello studio, pubblicato su Nature Communications, un glicomimetico, una molecola che potrebbe costituire una sostanziale innovazione nel settore dei vaccini: potrebbe essere infatti il primo mimetico di una molecola naturale in grado di sviluppare un’efficace risposta immunitaria contro il patogeno che esprime quella stessa molecola in forma naturale.
Il gruppo A del batterio Neisseria meningitidis rappresenta una delle principali cause delle epidemie di meningite batterica. Nelle aree più colpite, i bambini sotto i 5 anni di età e gli anziani rappresentano le principali vittime: proprio in questa fasce di età, infatti, si registra il più alto tasso di mortalità. Nonostante l’introduzione, nel 2010, di uno specifico vaccino diretto contro il gruppo A del batterio abbia condotto a una drastica riduzione delle infezioni, c’è ancora una forte esigenza di un vaccino ancora più efficiente.
“La principale difficoltà nella messa a punto di un vaccino efficace contro il ceppo A di Neisseria meningitidis – spiega Luigi Lay - riguarda la scarsa stabilità dello zucchero naturale espresso dal batterio, che rappresenta il componente principale di tutti i vaccini cosiddetti glicoconiugati. Tale instabilità si traduce in una progressiva decomposizione dello zucchero in acqua a temperature superiori ai 4 °C, rappresentando un particolare ostacolo alla sua distribuzione nei paesi in via di sviluppo, le cui condizioni climatiche estreme rendono molto problematico il mantenimento della “catena del freddo”, cioè la sua conservazione a temperature costanti sotto i 4°C. Inoltre, l’instabilità in acqua ha reso finora impossibile la produzione di un vaccino in formulazione liquida, ossia direttamente iniettabile, che rappresenterebbe l’opzione ideale per una sua rapida e capillare diffusione nei paesi a rischio epidemico”.
Per questo, il glicomimetico oggetto dello studio di Statale di Milano, Università di Leiden e GSK Vaccines potrebbe costituire una sostanziale innovazione nel settore dei vaccini: potrebbe essere infatti il primo mimetico di una molecola naturale in grado di sviluppare un’efficace risposta immunitaria contro il patogeno che esprime quella stessa molecola in forma naturale.
“Oltre il caso specifico – aggiunge il professor Lay - , questo studio rappresenta un’importante prova di concetto riguardante la possibilità di sfruttare la sintesi chimica per costruire mimici che, pur mantenendo inalterate le proprietà biologiche della controparte naturale, sono in grado di migliorarne le caratteristiche e di ovviare a loro problematiche intrinseche. Tale concetto, se confermato da successivi studi attualmente in corso, potrebbe essere esteso ad altre specie, non solo nel campo dei vaccini, fornendo un’arma in più per la produzione di farmaci innovativi e più efficienti”.
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