Pubblicato il: 16/07/2024
Una delle immagini del gioco da tavolo ColorFit per riconoscere il daltonismo a cui sta lavorando il progetto Game4CED

Una delle immagini del gioco da tavolo ColorFit per riconoscere il daltonismo a cui sta lavorando il progetto Game4CED

Sensibilizzare sul tema dell’accessibilità dei giochi da tavolo e al contempo farne uno strumento educativo e un importante “alleato” per contribuire a identificare precocemente il daltonismo. A questo lavora il progetto PRIN PNRR Game4CED, avviato nel 2023, e che coinvolge i ricercatori del dipartimento di Informatica "Giovanni Degli Antoni" dell'Università Statale di Milano e del dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

Guidato da Alessandro Rizzi, docente del dipartimento di Informatica dell’Università Statale, il progetto intende fornire nuovi strumenti per insegnanti ed educatori per una pratica scolastica di maggiore accessibilità per bambine e bambini daltonici e vedrà un primo momento di confronto il 18-19 luglio con il primo Board Games Research Meeting. L’evento sarà l’occasione per presentare l’avanzamento del progetto Game4CED, ma intende essere anche un momento di più ampio confronto e riflessione sulla funzione dei giochi da tavolo in relazione a vari aspetti come il design, la didattica, la storia, l’accessibilità e la sociologia. 

Nello specifico, i ricercatori di Game4CED – oltre al professor Rizzi ne fanno parte per la Statale gli assegnisti Carlo Alberto Iocco e Daniele Aurelio –, stanno lavorando allo sviluppo di ColorFit, un nuovo gioco da tavolo per bambini e bambine da utilizzare per la rilevazione precoce e preliminare del daltonismo

"Oltre cinque anni fa – spiega Alessandro Rizziabbiamo voluto indagare il livello di accessibilità ai giochi da tavolo moderni da parte dei giocatori daltonici. La sensibilità degli editori di giochi da tavolo, che si rivolgono a un mercato che vede più di 5000 nuovi titoli prodotti in tutto il mondo nel 2020 e una crescita esponenziale, sta cominciando a considerare i giocatori daltonici nello sviluppo dei nuovi giochi, un pubblico di potenziali clienti che è di poco meno del 10% tra i maschi e meno dell’1% tra le femmine”.

“Nel valutare e confrontare i diversi livelli di accessibilità per i giocatori daltonici – spiega ancora Alessandro Rizzi - ci siamo accorti che spesso una persona scopre di essere daltonica ad un’età relativamente avanzata, a volte anche dopo i vent’anni e ci siamo quindi chiesti come mai molti bimbi daltonici non vengono riconosciuti per esempio durante la scuola primaria dove l’attività didattica è spessissimo incentrata sul colore. La possibilità di diagnosticare il daltonismo nei bambini, anche grazie a ColorFit, vuole portare a una migliore comprensione di questa condizione, migliorare il loro benessere e diminuire il rischio di discriminazione”.

Alla luce di queste considerazioni, il progetto ha organizzato un momento di confronto che coinvolgerà a vario titolo la comunità dei professionisti dei giochi da tavolo con il primo Board Games Research Meeting in programma il 18-19 luglio presso l’Aula magna del dipartimento di Informatica dell’Università Statale di Milano. 
 

I giochi da tavolo non sono solo un momento di svago ma sono anche uno strumento estremamente efficace per la trasmissione del sapere e per attirare l’attenzione verso temi importanti e delicati – sottolinea il professor Rizzi -. I giochi da tavolo, infatti, si propongono come un’alternativa ai videogiochi con caratteristiche a volte diametralmente opposte, circa il coinvolgimento delle persone, il tipo di attenzione che generano, la gestione del tempo e la socializzazione che ne risulta”.

Il programma del meeting prevede, tra gli altri, gli interventi di Beniamino Sidoti sulle modalità di racconto del gioco da tavolo, di Spartaco Bertarelli sulla relazione tra giochi da tavolo e videogiochi, di Ilaria Truzzi che presenterà il progetto europeo COST sulla storia del gioco, quello di Gabriele Mari sul gioco inclusivo e accessibile, di Isabella Paoli sui problemi vissuti dalle persone sorde nel giocare al tavolo, di Giaime Alonge che racconterà un esperimento di game design sulla Mirafiori del 1969 e per finire l’intervento di Marco Alberto Donadoni dal titolo provocatorio “Game design per chi non ha voglia di giocare”. 

Marco Alberto Donadoni ha, inoltre, gentilmente prestato alla biblioteca BICF (Biologia, Informatica, Chimica e Fisica) alcuni preziosi giochi che testimoniano la sua lunga e prolifica carriera di autore e che sono esposti nella biblioteca di via Celoria 18 in occasione dell’evento. 

Nei Materiali allegati il programma del Board Games Research Meeting. 

Per partecipare è possibile iscriversi online

 

 

 

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