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NSF-DOE Rubin Trifid and Lagoon Nebulas
Sono state rilasciate le prime immagini della campagna osservativa NSF–DOE Vera C. Rubin Observatory a cui partecipa anche l’Università Statale di Milano. Con un telescopio da 8.4 metri e la fotocamera digitale più potente mai realizzata (3200 megapixel), il Rubin, situato sulle Ande cilene, osserverà il cielo notturno per i prossimi dieci anni, coprendo ogni 3-4 notti l’intero emisfero sud in sei diversi intervalli di lunghezze d’onda. L’obiettivo: costruire un filmato dell’Universo in evoluzione e raccogliere dati senza precedenti su miliardi di stelle, galassie, comete, asteroidi e fenomeni transienti. I dati unici raccolti dal Rubin Observatory permetteranno di dare vita al cielo notturno e porteranno a numerose scoperte creando una cronistoria dell’evoluzione dell’Universo, indagando i misteri di materia ed energia oscure.
Il progetto, uno dei più ambiziosi mai realizzati in ambito astrofisico, è stato presentato in anteprima il 23 giugno. Il Dipartimento di Fisica “Aldo Pontremoli” della Statale è partner ufficiale dell’iniziativa attraverso un contributo coordinato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).
Protagonista è il gruppo milanese guidato da Claudio Grillo, docente di Astrofisica della Statale, affiancato da Pietro Bergamini e Stefan Schuldt, con la collaborazione di ex membri della Statale oggi attivi in Italia e all’estero. Il team, tramite INAF, fornirà al Rubin oltre 4600 ore di osservazione con il VLT Survey Telescope, anch’esso situato in Cile, per analizzare i ritardi temporali nelle immagini multiple di quasar e supernove generate da lenti gravitazionali forti. I dati serviranno a misurare il tasso di espansione e la geometria dell’Universo, contribuendo alla determinazione dei valori delle più importanti costanti cosmologiche.
“L’Osservatorio Vera C. Rubin fornirà immagini profonde in evoluzione dinamica e a colori del cielo, che ci permetteranno di esplorare per la prima volta la dimensione temporale dell’Universo” spiega Claudio Grillo.
Ogni notte il Rubin produrrà circa 20 terabyte di dati e 10 milioni di messaggi di allerta per ogni variazione in luminosità o posizione osservata nel cielo. In dieci anni, si stima verranno catalogati oltre 17 miliardi di stelle e 20 miliardi di galassie. Un’enorme mole di informazioni che consentirà di indagare la natura di materia ed energia oscure, la struttura del cosmo e la formazione della Via Lattea e del sistema solare.
Intitolato a Vera Cooper Rubin, pioniera degli studi sulla materia oscura e prima donna a cui sia stato dedicato un osservatorio statunitense, il progetto è finanziato dalla National Science Foundation e dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti.
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Claudio Grillo
Dipartimento di Fisica Aldo Pontremoli
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