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Immagine tratta da Pixaby
Un gruppo di ricerca multidisciplinare dell’Università Statale di Milano, coordinato dalla Prof.ssa Valeria Savasi, in collaborazione con gli ospedali Sacco di Milano, San Gerardo di Monza e San Matteo di Pavia, si è posto l’obiettivo di comprendere il comportamento biologico del virus SARS-CoV-2 in donne gravide a termine, poiché i dati in letteratura in questo ambito sono ancora pochi e non esaustivi. Il lavoro, pubblicato su Nature Communications, è il primo studio che raccoglie informazioni complete sulla presenza del virus in diversi tessuti in 31 donne gravide a termine con infezione da SARS-CoV-2.
I ricercatori hanno cercato il genoma virale in molteplici campioni quali: tamponi nasofaringei, tamponi vaginali, sangue del cordone fatale e materno, biopsie placentari e cordonali, liquido amniotico e latte materno. Inoltre, è stata ricercata la presenza di anticorpi specifici anti-SARS-CoV-2 nel feto, nella mamma e nel latte materno. Infine, hanno analizzato l’entità dell’espressione genica coinvolta nella risposta infiammatoria a carico della placenta, del sangue cordonale e del sangue materno.
Lo studio dimostra la trasmissione verticale del virus SARS-CoV-2, documentata dalla presenza del virus a livello placentare e del sangue fetale, che è stata riscontrata nel 6% dei casi analizzati. Inoltre, è stata evidenziata la presenza di anticorpi specifici anti SARS-CoV-2 di tipo IgG e IgM nel sangue cordonale e nel latte, oltre che nel sangue materno. Si evidenzia anche che nei casi di trasmissione verticale è presente un’intensa risposta infiammatoria, sia a livello placentare che nel sangue fetale.
“I risultati ottenuti da questo studio potrebbero aiutare a definire non solo un’adeguata condotta ostetrica ma anche le modalità e il timing del parto in donne gravide con infezione da COVID-19”, commenta Valeria Savasi, coordinatrice del lavoro.
Uno studio riguardante l’andamento clinico dell’infezione in gravidanza, pubblicato ad agosto su Obstetrics & Gynecology dallo stesso gruppo di ricerca, rilevava che circa il 20% delle gravide manifestano un andamento severo dell’infezione con sviluppo di polmonite interstiziale, necessità di parti cesari urgenti e/o necessità di ricovero in terapia subintensiva o intensiva. Tuttavia tutte le gravide/puerpere, dopo le adeguate cure, sono guarite e tutti i neonati sono risultati senza segni clinici di infezione. Il parto pretermine e il cesareo urgente sono i principali rischi ostetrici in gravidanza.
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Valeria Maria Savasi
Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche
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