Ricercatore al microscopio
La stima del rischio che una paziente affetta da tumore al seno sviluppi un tumore metastatico è di fondamentale importanza per decidere la migliore strategia terapeutica nel quadro della medicina personalizzata. Questo è particolarmente vero per il trattamento del carcinoma mammario triplo negativo in cui non sono disponibili farmaci specifici, per cui la chemioterapia è l'unica opzione di trattamento sistemico
Sarebbe quindi particolarmente importante trovare firme molecolari in grado di suddividere le pazienti in gruppi ad alto e basso rischio, utilizzando una strategia personalizzata per evitare il sovratrattamento delle pazienti e gli effetti collaterali.
Recentemente sono state proposte due strategie di questo tipo. La prima, ARIADNE, sviluppata dai ricercatori del Centro di Complessità e Biosistemi (CC&B) dell'Università degli Studi di Milano e commercializzata dallo spin-off Complexdata, si basa sul calcolo del rischio di metastasi a partire dai dati di espressione genica ottenuti dalla biopsia di un paziente. La seconda strategia è stata proposta da ricercatori canadesi e si basa sul ruolo del microambiente immunitario del tumore.
In un recente articolo pubblicato su Scientific Reports, i ricercatori di CC&B hanno dimostrato che ARIADNE è in grado di identificare i pazienti ad alto rischio, le cui cellule tumorali sono più aggressive poiché si trovano in uno stato ibrido, tra lo stato "mesenchimale" altamente mobile e lo stato "epiteliale" più simile al tessuto, per i quali la strategia immunologica fornisce risultati incerti.
"Ci siamo resi conto che il punto di forza di ARIADNE è che è in grado di far luce sul rischio di metastasi in tumori che si trovano in una zona grigia, dove altri metodi non forniscono indicazioni" ̶ spiega Caterina La Porta, del dipartimento di Scienze e politiche ambientali della Statale di Milano, che ha coordinato la ricerca. "Questo punto è particolarmente importante quando si studia il ruolo del sistema immunitario nel cancro, un ambito di ricerca molto importante in questo momento".
Il lavoro dei ricercatori del CC&B ha combinato diverse competenze, dalla biologia del cancro alla fisica computazionale e statistica. "Questo studio dimostra ancora una volta come la combinazione di punti di vista molto diversi possa portare a scoperte inaspettate" ̶ conclude Stefano Zapperi, docente di Fisica teorica al dipartimento di Fisica "Aldo Pontremoli" dello stesso Ateneo e coautore dell'articolo.
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Stefano Zapperi
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