Pubblicato il: 25/02/2019
Lunetta della Ca' Granda

Lunetta della Ca' Granda

Annunciato dal rettore Elio Franzini durante l'inaugurazione dell'anno accademico del 7 febbraio 2019, nasce ufficialmente il Gruppo di progetto UNIMI 2040, con il compito di individuare i possibili scenari futuri che riguardano la formazione, la ricerca e gli assetti di governance di una grande università multidisciplinare come la Statale.

Il Gruppo UNIMI 2040 sarà coordinato da Marino Regini, professore emerito con una lunga esperienza di ricerche comparative sui sistemi universitari, e composto, oltre che dai Prorettori Maria Pia Abbracchio, Antonella Baldi, Marina Brambilla, Marina Carini e Marilisa D'Amico, da Antonio Carrassi, Alessandro PrinettiChiara Tonelli, Chiara Torre e Matteo Turri, oltre al direttore generale, Roberto Conte. La LERU Policy officer Elena Del Giorgio supporterà il gruppo agevolando i rapporti con le università LERU scelte come benchmark.

Il benchmark sarà costituito dai 23 università research intensive che, insieme alla Statale, fanno parte della LERU, l'associazione che raggruppa Atenei quali Oxford e Cambridge, Heidelberg e la Sorbona, Lovanio e Utrecht, e le altre più prestigiose università europee.

Il gruppo di progetto dovrà delineare, quindi, i diversi scenari che discenderebbero dalle diverse soluzioni che possono essere date a questi problemi, presentare un rapporto agli organi di governo dell'Ateneo, che aiuti a stendere i Piani strategici, e socializzare i risultati del suo lavoro con l'intera comunità universitaria.

Si tratta di un compito cruciale per contrastare la tendenza ad appiattirsi sulle dinamiche di breve periodo, proprio in una fase storica in cui bisogna guardare più lontano, per anticipare in qualche misura il futuro e attrezzarsi per tempo ad affrontarlo.

Gli scenari da individuare e discutere dovranno spaziare su molti aspetti, alcuni dei quali riguardano processi già in corso mentre per altri esistono solo indizi suscettibili di sviluppi differenti.

Per quanto riguarda la formazione, ci sono temi già all'ordine del giorno come i Moocs o le modalità più appropriate di valutazione della didattica. Ma ci sono anche gli scenari che possono discendere da interventi oggi marginali, come l'introduzione sperimentale delle "lauree professionalizzanti", per colmare l'assenza in Italia di un canale di formazione terziaria professionalizzante e lo scarso impegno di governi e università nella riqualificazione degli adulti.

Anche per quanto riguarda la ricerca sono numerosi i temi già oggi in agenda, come l'esigenza di incentivare fortemente gli approcci interdisciplinari facendo interagire in modo virtuoso comunità scientifiche differenti.

Ma all'orizzonte si stagliano anche problemi più ampi: come conciliare l'esigenza di un'elevata qualità scientifica media con quella di disporre di alcuni centri di eccellenza internazionale, capaci di attrarre i migliori talenti e di competere con successo per ottenere fondi e reputazione? E come conciliare la richiesta di fornire conoscenza utile al sistema socio-economico in cui l'Ateneo è inserito con l’esigenza di garantire una completa autonomia della ricerca?

Infine, gli assetti di governance. Come contemperare l'esigenza di una gestione più efficiente e manageriale degli Atenei, che in tutta Europa ha portato a una verticalizzazione delle decisioni, con quella di sollecitare in modo capillare il contributo attivo di tutte le energie intellettuali presenti in questi Atenei?