Pubblicato il: 06/08/2022
Il Ghiacciaio dei Forni in una delle immagini di Forni Glacier 360°

Il Ghiacciaio dei Forni in una delle immagini di Forni Glacier 360°

Se fattori esterni e cause interne - problemi organizzativi, economici, pandemici e personali – impediscono di raggiungere un ghiacciaio, sarà il ghiacciaio a raggiungerci per vivere un’esperienza sul campo come se fossimo a oltre 3 mila metri di quota.

È quanto sono riusciti a fare un gruppo di ricercatrici e ricercatori del dipartimento di Scienze e Politiche ambientali dell’Università Statale di Milano che, guidati dalla glaciologa Guglielmina Diolaiuti e con il supporto tecnico del CTU - Centro per l'Innovazione Didattica e le Tecnologie Multimediali, hanno prodotto Forni Glacier 360°, un’applicazione immersiva, con contenuti a 360° appunto, che permette di visitare il Ghiacciaio dei Forni, nel Parco Nazionale dello Stelvio, come se fosse un’esperienza reale.

L’applicazione immersiva, presentata anche in una pubblicazione su Geografia fisica e dinamica quaternaria, la rivista edita dal Comitato Glaciologico Italiano, sotto gli auspici dell’Associazione Italiana di Geografia Fisica e Geomorfologia e del CNR, è accessibile ora inquadrando un semplice QR Code con la fotocamera di un qualsiasi dispositivo mobile, portando l’utente, sebbene virtualmente, direttamente sul ghiacciaio.
 

Il QR Code da inquadrare per immergersi in Forni Glacier 360°

Il QR Code da inquadrare per immergersi in Forni Glacier 360°

Gli strumenti immersivi e virtuali sono una nuova sfida sia per la formazione delle nostre studentesse e studenti sia per far comprendere a un pubblico sempre più ampio gli effetti del cambiamento climatico sui ghiacciai – afferma Guglielmina Diolaiuti. L’alta risoluzione dei video e delle immagini e la possibilità di esplorarle liberamente a 360° senza bisogno di scaricare App o programmi, infatti, rendono l’area analizzata molto vicina ai visitatori creando l’illusione di un’escursione reale fruibile ovunque attraverso l’uso di smartphone o tablet o ancora attraverso dispositivi per la realtà virtuale, come gli Oculos©”.


 

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