
Analisi del ritratto di ItoMancio. Credit Jule Hering.
Al Padiglione Italia all’Expo di Osaka è possibile ammirare - nel semestre di esposizione, quest’anno dedicato all’Arte che rigenera la vita, di cui Gruppo Bracco è Official Gold Sponsor - il Ritratto di Itō Mancio del pittore Domenico Tintoretto, figlio del più celebre Tintoretto (Jacopo Robusti), con un video racconto che esplora la dettagliata campagna scientifica di indagini diagnostiche effettuate durante il restauro.
Itō Mancio, che assume un forte valore simbolico nelle relazioni culturali tra Italia e Giappone, è il giovane samurai che fece parte della prima delegazione di quattro giovani samurai (Tenshō) convertiti al cattolicesimo dai gesuiti e inviati in Europa, tra il 1582 e il 1590, dal Padre Visitatore gesuita Alessandro Valignano.
Il ritratto, restaurato nel 2009 da Fondazione Trivulzio e identificato come appartenente a Domenico Tintoretto nel 2013, è stato analizzato con tecniche non invasive che hanno consentito di esplorare la tecnica esecutiva e i materiali dell’opera, rivelando aspetti inediti dei materiali impiegati e delle tecniche pittoriche adottate dall’artista. La campagna di indagini diagnostiche per immagini è stata condotta, con il supporto di Fondazione Bracco, dal laboratorio DIART (diagnostica applicata all’arte) della Statale, dall’Università di Milano-Bicocca, dallo spin-off della Scuola Universitaria Superiore IUSS di Pavia DeepTrace Technologies e il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”.
“Grazie all’apporto della ricerca scientifica, è stato possibile indagare non solo gli strati superficiali del dipinto, ma anche quelli più profondi, restituendo una lettura nuova e più articolata del ritratto” - spiega Marco Gargano, docente del dipartimento di Fisica “Aldo Pontremoli” della Statale e membro del laboratorio DIART e conclude - “questo progetto dimostra come, attraverso la collaborazione tra istituzioni, ricerca e innovazione possano tradursi in un’esperienza culturale viva e condivisa, capace di rendere il patrimonio italiano una fonte d’ispirazione per il mondo”.
Il laboratorio DIART conduce attività di ricerca avanzata nell’ambito delle tecniche fisiche non invasive applicate all’analisi dei Beni Culturali, grazie ad attività di ricerca integrate che prevedono metodologie computazionali, imaging ad alta risoluzione in diverse bande spettrali e la radiografia digitale, la termografia infrarossa e tecniche spettroscopiche per l’analisi dei materiali. In particolare sul Ritratto di Itō Mancio, Marco Gargano ha utilizzato tecniche di acquisizione per immagini ad alta risoluzione nelle bande spettrali UV, visibile e IR, consentendo l'acquisizione di informazioni utili anche dal punto di vista stratigrafico, sia sui materiali impiegati sia sulla tecnica esecutiva.
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