Pubblicato il: 28/03/2019
Andrea Pinotti, docente di Estetica dell'Università Statale

Andrea Pinotti, docente di Estetica dell'Università Statale

Si intitola “AN-ICON - An-iconology History, Theory and Practices of Environmental Images”, il progetto guidato da Andrea Pinotti, docente di Estetica presso il dipartimento di Filosofia "Piero Martinetti" dell'Università Statale di Milano, che vince un ERC Advanced Grant 2018 di 2.328.736,00 euro nell'ambito del settore Social Sciences and Humanities, panel SH5 - Cultures and Cultural Production.

Il grant al progetto AN-ICON premia, in particolare, la ricerca che sa essere altamente innovativa nell’ambito delle scienze sociali e umane e che offre una risposta di metodo a quel notevole indebolimento della soglia che separa il mondo dell’immagine dal mondo reale causato dai recenti sviluppi nelle tecniche di produzione delle immagini digitali.

"Gli ambienti virtuali immersivi e interattivi a 360° consentono la fabbricazione di immagini che inducono nei fruitori una forte sensazione di essere incorporati in un mondo quasi-reale" – ci spiega Andrea Pinotti, Principal Investigator di AN-ICON presso il dipartimento di Filosofia "Piero Martinetti", che guiderà per i prossimi cinque anni un team che comprende i colleghi Alfio Ferrara e Alessandro Rizzi (dipartimento di Informatica "Giovanni degli Antoni") e Federico Gustavo Pizzetti (dipartimento di Studi internazionali, giuridici e storico-politici), un ricercatore a tempo determinato (RTD-A) e 6 assegnisti post-doc, un assistente al progetto. Il team sarà affiancato da un Comitato scientifico composto da specialisti riconosciuti a livello internazionale. "Questo processo di simulazione – prosegue il professor Pinotti – comporta una progressiva dissimulazione di alcune proprietà fondamentali delle immagini: la loro mediatezza (il fatto di essere basate su un supporto materiale), la loro referenzialità (il fatto di rinviare a una dimensione extra-iconica), la loro separatezza (normalmente garantita dai dispositivi di incorniciamento). Si tratta dunque di immagini che, in maniera paradossale, negano il proprio statuto di immagini: non più icons, bensì an-icons".

I principali modelli concettuali che hanno dominato finora lo studio dell’immagine – la dottrina della mimesi, la fenomenologia della coscienza d’immagine, le teorie analitiche della depiction, i metodi semiotici e iconologici – non sono più in grado di “leggere” le tre contro-proprietà fondamentali che fanno delle “an-icons” vere e proprie immagini "ambientali": immediatezza, presenzialità, scorniciamento.

"I soggetti che si relazionano a tali "an-icons" – aggiunge Andrea Pinotti non sono più osservatori innanzitutto visivi di immagini, ma sono piuttosto 'experiencers' che abitano ambienti quasi-reali e multisensoriali in grado di offrire affordances e agencies, possibilità di azioni e prestazioni”.

L'obiettivo del progetto AN-ICON sarà, quindi, quello di sviluppare una an-iconologia come approccio metodologico a questo inedito paesaggio iconico, articolato in modo transdisciplinare e transmediale lungo tre assi principali: Storico, per ricostruire, da una prospettiva dell'archeologia dei media, una tassonomia delle molteplici strategie an-iconiche che hanno preparato il terreno all'avvento dei caschi virtuali (es. pittura illusionistica, dispositivi pre-cinematografici, cinema 3D, videogames); Teorico, per identificare, incrociando fenomenologia, studi di cultura visuale e media studies, i concetti-chiave che precisano e complicano le tre proprietà fondamentali di immediatezza, presenzialità, scorniciamento: illusione, trasparenza, immersività, interattività, partecipazione, embodiment, avatar, multisensorialità, iper-realismo; Pratico, per esplorare l'impatto che le immagini, gli ambienti e le tecnologie an-iconiche stanno esercitando in diversi campi professionali e sulla nostra vita quotidiana.

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