Pubblicato il: 05/11/2018
Mais rosso e mais giallo

Mais rosso e mai giallo

L'assunzione di un integratore ricco di antocianine ottenuto dal mais rosso potrebbe essere efficace nel ridurre lo sviluppo del dolore infiammatorio trigeminale, offrendo un potenziale approccio alternativo alle terapie farmacologiche in uso.

A suggerirlo è uno studio dell'Università Statale di Milano, pubblicato sulla rivista Frontiers in Cellular Neuroscience, coordinato da Stefania Ceruti, ricercatrice del gruppo di Maria Pia Abbracchio del dipartimento di Scienze farmacologiche e biomolecolari, e da Katia Petroni, insieme a Chiara Tonelli, docenti del dipartimento di Bioscienze: entrambi questi Dipartimenti dell'Università Statale sono stati inseriti dal MIUR tra i Dipartimenti di eccellenza per il periodo 2018-2022.

Le antocianine sono una classe di flavonoidi che conferiscono il colore rosso, blu e viola a molta frutta e verdura tra cui frutti di bosco, ciliegie, uva nera, arance rosse e cavolo rosso, nota per le sue proprietà antiossidanti e anti-infiammatorie.

Il dolore infiammatorio che coinvolge il nervo trigemino è una condizione altamente debilitante che affligge un'elevata percentuale di persone a livello mondiale. Il dolore si manifesta come fenomeno cronico e diffuso, può durare per parecchi mesi ed è caratterizzato da attacchi ricorrenti che peggiorano la qualità della vita dei pazienti. I farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) attualmente rappresentano la terapia d'elezione per questo tipo di sindrome dolorosa, ma oltre allo sviluppo di diversi effetti collaterali, tra cui principalmente disturbi gastrici, molti pazienti non trovano un beneficio duraturo dal loro utilizzo.

Lo studio è stato condotto su un modello animale di dolore infiammatorio oro-facciale nel ratto, a cui è stato somministrato un estratto di mais rosso ricco di antocianine. "L'assunzione di mais rosso – spiega Stefania Ceruti –  ha mostrato di avere la stessa efficacia dell'acido acetilsalicilico (aspirina) nel ridurre lo sviluppo del dolore infiammatorio trigeminale, con un parziale effetto additivo quando l'estratto e il farmaco vengono somministrati insieme".

Secondo i ricercatori, l'effetto riscontrato sarebbe dovuto principalmente a due fattori. "Da un lato – sottolinea Giulia Magni, assegnista del dipartimento di Scienze farmacologiche e biomolecolari e primo autore del lavoro – abbiamo osservato una riduzione dell'infiltrazione di macrofagi nel ganglio trigemino, la struttura da cui origina il nervo trigemino infiammato, dall'altro si riscontra un cambiamento della morfologia delle cellule della microglia del tronco encefalico, una parte del sistema nervoso centrale che è nota per contribuire alla sensitizzazione neuronale e allo sviluppo del dolore".

 

Microglia attivata e Microglia quiescente

Da sinistra, microglia attivata e microglia quiescente

Secondo i ricercatori, l'effetto riscontrato sarebbe dovuto principalmente a due fattori. "Da un lato – sottolinea Giulia Magni, assegnista del dipartimento di Scienze farmacologiche e biomolecolari e primo autore del lavoro – abbiamo osservato una riduzione dell'infiltrazione di macrofagi nel ganglio trigemino, la struttura da cui origina il nervo trigemino infiammato, dall'altro si riscontra un cambiamento della morfologia delle cellule della microglia del tronco encefalico, una parte del sistema nervoso centrale che è nota per contribuire alla sensitizzazione neuronale e allo sviluppo del dolore".

"Tramite esperimenti in vitro sulle cellule della microglia – prosegue Katia Petroni – lo studio ha messo in evidenza come le antocianine contenute nel mais rosso promuovano una riduzione nell'espressione di molecole pro-infiammatorie, tra cui la proteina iNOS, un importante mediatore dell'infiammazione, e un'aumentata produzione di molecole anti-infiammatorie, che accompagnano i cambiamenti della morfologia di queste cellule".

La prospettiva a lungo termine è che questo estratto di mais rosso rappresenti un integratore di facile assunzione e privo di effetti collaterali, che possa essere abbinato alle attuali terapie farmacologiche, attraverso un approccio protettivo e preventivo o come co-adiuvante al trattamento, al fine di ridurre il dosaggio dei farmaci e, di conseguenza, gli effetti collaterali a essi legati.

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