Pubblicato il: 07/11/2023
I premiati con i docenti dell'Ateneo e il rettore Elio Franzini

I premiati con i docenti dell'Ateneo e il rettore Elio Franzini

Sono Gaia Parrini, dell’Università di Pisa, e Federico Ferrante dell’Università di Udine i vincitori ex aequo del premio Ermanno Olmi 2023, il premio annuale con cui l’Università Statale di Milano premia le migliori tesi di laurea magistrale dedicate al cinema italiano. Matteo Santandrea, dell’Università di Roma Tre, invece, si aggiudica il Riconoscimento di pregio scientifico per tesi di dottorato sul cinema, premio assegnato per la prima volta quest’anno alla miglior testi di dottorato che sarà pubblicata gratuitamente dalla Milano University Press, la casa editrice open access dell'Ateneo. Insieme ai vincitori, tre menzioni speciali per il Premio Olmi a: Sergio Ruffino (Università di Palermo), Martina Vita (Università di Roma Tre), Michelangelo Maiellaro (Università degli Studi di Salerno). 

La cerimonia di premiazione si è tenuta nell'Aula Magna dell'Università Statale di Milano in occasione dell’ultimo appuntamento di “Unimi Connnect Cinema 2023”, la rassegna di cinema dell’Ateneo dedicata, quest'anno, al femminile nelle sue varie declinazioni. Tutti i film della rassegna, inoltre, novità di questa edizione, sono stati preceduti dalla proiezione di un documentario scelto nell’archivio di Docucity. Documentare la città

A premiare i vincitori, erano presenti il rettore Elio Franzini, la prorettrice delegata a Terza Missione, Attività Culturali e Impatto Sociale Marina Carini, il presidente di Fondazione UNIMI Luca Solari, Ilaria Viarengo, docente di Diritto Internazionale, Nicoletta Vallorani, docente di Letteratura Inglese, Barbara Grespi, docente di  Cinema, Fotografia e Televisione e Roberto Cammarata, docente di Filosofia politica.  

 Di seguito i premiati e le motivazioni della giuria. 

 

 Premio Olmi 2023

 Vincitori ex aequo

Gaia Parrini, vincitrice del Premio Olmi 2023, con il rettore Elio Franzini

Gaia Parrini, vincitrice del Premio Olmi 2023, con il rettore Elio Franzini

 

Gaia Parrini (Università di Pisa)
Titolo tesi: Omosessualità femminile nel cinema italiano. Dal cinema di regime alla contemporaneità.
Motivazione: la tesi si concentra su un tema poco perlustrato, identificando una tradizione carsica eppure ben consolidata che, nella produzione cinematografica italiana dagli anni trenta a oggi, affronta la rappresentazione di un soggetto sociale "scomodo", costruendone progressivamente tipologie diversificate. Il tratto più convincente dell'analisi effettuata da Parrini risiede nella connessione costante del testo filmico con la storia degli anni di riferimento. Si edificano così una abile tessitura tematica e un dialogo significativo tra ciò che accade nella realtà e il racconto, per certo finzionale ma sempre agganciato a problematiche sociali reali. La scrittura fluida e convincente aggiunge pregio alla tesi, arricchita anche da una bibliografia articolata e pertinente.  

 

 

Federico Ferrante, vincitore del premio Olmi 2023, con il rettore Elio Franzini

Federico Ferrante, vincitore del premio Olmi 2023, con il rettore Elio Franzini

Federico Ferrante (Università di Udine)
Titolo tesi: Il cinema documentario ambientale campano contemporaneo
Motivazione: “Ombre e luce” sono l’essenza tecnica dell’arte cinematografica, ma possono anche essere le cifre fondamentali di un percorso culturale che si fa politico, trovando nel cinema uno straordinario strumento di documentazione e coscientizzazione popolare. Il cinema ha la capacità di mettere in luce anche le ombre più cupe dell’umanità. Il cinema documentario, in particolare, si è spesso concentrato sul difficile rapporto tra uomo e natura, divenendo strumento di denuncia, analisi e riflessione sulla maggiore tra le crisi della contemporaneità: quella ambientale e climatica.
La tesi di Federico Ferrante offre un’interessante panoramica sugli stili narrativi e i sottogeneri tematici di questa branca del “cinema del reale”, per poi concentrarsi sull’analisi della produzione campana che si è distinta nelle ultime decadi per il suo sguardo irriverente e senza sconti nei confronti di una terra stupenda, ma offesa e maltrattata come poche. Attraverso tre film che hanno fatto scuola, Ferrante ci mostra la Campania come paradigma e specchio del Bel Paese e del mondo intero, dimostrando al tempo stesso la vivacità e vitalità del cinema italiano.

 

Menzioni speciali 

Sergio Ruffino (Università di Palermo)
Titolo tesi: I Lumiere di Sicilia- Ascesa e tramonto dei Pionieri del Cinematografo Siciliano. 
Motivazione: Incantati dalla bellezza delle immagini che si muovono sullo schermo, troppo spesso ci dimentichiamo che il cinema non è solo l’esito delle capacità artistiche e poetiche di autori, registi e attori. Il cinema è produzione e racconto, industria e artigianato, è impresa e lavoro: “amore e commercio”, come canta Ivano Fossati. Il cinema è una macchina complessa di cui la macchina da presa è solo una, sebbene fondamentale, delle sue innumerevoli articolazioni.Il lavoro di Sergio Ruffino ha il pregio di allargare lo sguardo sulla produzione cinematografica e i suoi protagonisti e al tempo stesso di concentrarlo su una dimensione storico-territoriale poco indagata, come quella siciliana dalle origini fino agli anni sessanta del secolo scorso. Un blow up originale e ben documentato su quei “pionieri del cinematografo”, sulle sfide e le passioni, sui successi e i fallimenti di una Sicilia cinematografica sconosciuta ai più.

Martina Vita (Università di Roma Tre)
Titolo tesi: Il Boom animato. Il cartoon italiano nella sua golden age.
Motivazione: Affrontando il tema della cinematografia d’animazione, la tesi di Martina Vita articola con rigore e precisione una mappatura del panorama italiano, colto nel ventennio tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta. L’analisi, di ampio respiro, affronta il suo oggetto con sguardo critico, capace di mettere in luce tanto le alterne vicende legate all’ascesa e alla patrimonializzazione dell’animazione, quanto la sua vivacità e il suo costante dialogo con i media della visualità popolare, tra cui il fumetto, la pubblicità o le marionette. Con grande rigore e puntualità d’indagine, l’impianto è arricchito da una prospettiva di analisi d’ispirazione antropologica, che illustra brillantemente le reciproche contaminazioni con il neorealismo in un’articolata rete di convergenze mediali e riferimenti metatestuali molto solidi.

 
Michelangelo Maiellaro (Università degli Studi di Salerno)
Titolo tesi: Il cinema di Elio Petri: proposte di ricerca nel solco di una riscoperta necessaria.
Motivazione: La tesi offre originali percorsi di esplorazione dell'opera di Elio Petri, articolandoli lungo diverse traiettorie. Il lavoro non si limita a ricostruire il percorso artistico del regista da un punto di vista cronologico, ma ne colloca la produzione cinematografica in una posizione specifica tanto all'interno del panorama italiano, quanto del contesto europeo, intuendone i legami - seppur problematici - con il neorealismo italiano e la Nouvelle Vague francese. La tesi coglie pienamente la doppia riflessione che caratterizza l’opera di Petri, incentrata sia sulle potenzialità politiche del cinema come medium sia sull'efficacia di un genere, che si presta a trasfigurazioni e manipolazioni.Completano il lavoro uno stile di scrittura chiaro e di elevata qualità, e una bibliografia ricca e plurilingue.

 

Riconoscimento di pregio scientifico per tesi di dottorato

Matteo Santandrea, vincitore del premio per tesi di dottorato, con la professoressa Nicoletta Vallorani

Matteo Santandrea, vincitore del premio per tesi di dottorato, con la professoressa Nicoletta Vallorani

Matteo Santandrea (Università di Roma Tre)
Titolo tesi: Forme della città violenta. Milano, Roma, Napoli nel Crime Film italiano: 1966-1980. 
Motivazione: Articolata intorno a un tema molto frequentato nella cinematografia, contemporanea e non, la tesi sviluppa tuttavia uno sguardo originale, scegliendo di concentrarsi sul contesto urbano italiano e di confrontare tre città italiane (Milano, Roma e Napoli), attraverso il cinema "criminale" in varie declinazioni. Il lavoro riesce a recuperare, con sintesi ed efficace, una tradizione tematica e metodologica consolidata, ma rileva anche le divergenze, le specificità e le caratteristiche peculirari che emergono nella trattazione di questi temi nel contesto italiano.  La selezione dei film è molto riuscita, e l'analisi è effettuata con piglio analitico e accompagnata da una scrittura fluida e convincente.  Il lavoro è sostenuto da un impianto critico di grande efficacia e congruenza, e presenta caratteristiche che ben si prestano alla sua trasformazione in un volume pubblicabile, capace di contribuire alla ricerca critica nell'ambito prescelto.

 

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