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Emoji dalla sezione “Animals & Nature” di Emojipedia
La biodiversità sotto forma di emoji. E’ questo l’oggetto di uno studio condotto dai ricercatori dell’Università Statale di Milano con l’intenzione di comprendere come il linguaggio degli emoji sia in grado di raccontare la biodiversità. Lo studio, intitolato “Biodiversity communication in the digital era through the Emoji tree of life”, è stato pubblicato su iScience. La conclusione dei ricercatori è che l’attuale varietà di emoji disponibili sotto-rappresenta notevolmente la diversità di invertebrati.
Coordinata dall’Università Statale di Milano con CNR – Istituto di Ricerca Sulle Acque (CNR-IRSA), a condurre la ricerca sono stati Francesco Ficetola docente del dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali, con il ricercatore Mattia Falachi e con Stefano Mammola di CNR-IRSA.
“La conservazione della biodiversità può progredire solamente con la partecipazione ed il supporto della società. Una comunicazione efficace è essenziale per raggiungere più persone possibili e renderle partecipi delle problematiche relative alla conservazione della biodiversità”, spiegano i ricercatori. In questo senso, nell’era digitale, le emoji sono uno strumento chiave per comunicare, anche su temi attuali come la biodiversità e la conservazione della natura", spiegano i ricerctori.
I ricercatori hanno quindi analizzato la sezione “Animals & Nature” di Emojipedia, un database che fornisce informazioni sulle emoji riconosciute dallo standard Unicode, per capire quanto bene queste rappresentino la diversità degli esseri viventi. Gi studiosi hanno quindi analizzato tutte le emoji di questa sezione che rappresentano animali, piante, funghi e batteri, cercando di assegnare ad ognuna di esse il nome di una specie realmente esistente, ed hanno cercato di capire come le emoji disponibili siano cambiate dal 2015.
Le emoji – emerge dalla ricerca - rappresentano un gran numero di organismi diversi, almeno 112. Tra queste, 92 specie animali e 16 piante, mentre funghi e batteri sono attualmente rappresentati da una singola emoji ciascuno. Tra gli animali, il 76% degli emoji rappresenta vertebrati, il 16% artropodi, mentre molluschi, cnidari e anellidi costituiscono rispettivamente il 4%, 2%, e 1% degli emoji disponibili.
"Nel mondo reale la situazione è capovolta, con “solo” 85,000 specie di vertebrati e oltre 1,3 milioni di artropodi (insetti, crostacei, aracnidi…). I nostri risultati mostrano che l’attuale varietà di emoji disponibili sotto-rappresenta notevolmente la diversità di invertebrati”, spiegano gli autori dello studio. Ci sono anche note positive: la diversità rappresentata dalle emoji è aumentata notevolmente nel tempo. Nel 2015 erano disponibili solo 45 emoji di animali. Quasi tutte rappresentavano vertebrati, più qualche artropode e mollusco. Nel 2022 questo numero è più che raddoppiato (92 animali), e finalmente sono disponibili anche emoji che raffigurano gruppi poco carismatici (ma importantissimi) quali anellidi (l’emoji “worm”, che rappresenta un lombrico, è stato aggiunto nel 2020) e cnidari (coralli e meduse; l’emoji “coral”, che rappresenta un corallo, è stato aggiunto nel 2021).
“Un’enorme varietà di forme di vita popola la Terra e ognuna di queste svolge un ruolo fondamentale negli ecosistemi – concludono i ricercatori -. La disponibilità di emoji che rappresentino al meglio la reale biodiversità globale potrebbe aiutare a migliorare la comunicazione riguardo la biodiversità, soprattutto tra le generazioni giovani, sensibilizzando l’opinione pubblica sui problemi di conservazione che riguardano anche quei gruppi di organismi meno conosciuti, e sul ruolo che questi hanno per il funzionamento degli ecosistemi”.
Contatti
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Gentile Francesco Ficetola
Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali
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