Pubblicato il: 22/11/2017
Foto di cervello

Cervello - Foto tratta da Pixabay

La rivista Scientific Reports pubblica uno studio, coordinato da Università Statale e Politecnico di Milano, che utilizzando la risonanza magnetica, svela l'impronta digitale metabolica delle cellule staminali cerebrali, aprendo una nuova strada per la corretta diagnosi e per la terapia mirata con staminali nelle malattie neurodegenerative.

Attraverso una sofisticata analisi basata sulla risonanza magnetica nucleare dei metaboliti cellulari (metabolomica) sono state evidenziate le sottili ma specifiche differenze che permettono di caratterizzare le cellule staminali cerebrali differenziandole in funzione dell'età.

La terapia cellulare con staminali richiede che le cellule presentino precisi e specifici biomarcatori per escludere contaminazioni con altre cellule più differenziate capaci di ridurre l'efficacia dell'intervento terapeutico. Come discusso all'ultimo congresso della Società Internazionale per la Ricerca sulle Cellule Staminali (2017), questi biomarcatori permettono di isolare esclusivamente le staminali e devono essere utilizzati nel processo di produzione per ottenere preparazioni pure e standardizzate.

Nello studio appena pubblicato sono state comparate per la prima volta diverse cellule staminali cerebrali, dimostrando che il loro corredo di metaboliti è specifico e permettendone quindi l'identificazione e caratterizzazione differenziale.

"Si è verificato che nelle cellule staminali cerebrali a diverse età - afferma uno dei coordinatori dello studio, Vincenzo Silani, direttore dell'Unità Operativa di Neurologia-Stroke Unit e del Laboratorio di Neuroscienze presso l'IRCCS Istituto Auxologico Italiano - Centro "Dino Ferrari" dell'Università Statale di Milano - le peculiarità metaboliche sono correlate alla loro funzionalità, si manifestano precocemente e tali caratteristiche delle cellule staminali permangono anche dopo il loro isolamento dal tessuto cerebrale di origine. I metaboliti rivestono anche un ruolo fondamentale per la proliferazione delle staminali e la rigenerazione neuronale, quindi il loro mantenimento ottimale si riflette sul corretto funzionamento dell'intero organismo".

La ricerca - supportata dai fondi del Ministero della Salute e dal PRIN 2010–2011 NANOMED prot. 2010 FPTBSH - ha visto la collaborazione anche di CNR, Università di Genova e Politecnico Federale di Zurigo (ETH).

"Questo nuovo importante risultato - conclude il professor Silani - conferma l'eccellenza del lavoro dei ricercatori italiani e l'importanza di un approccio multidisciplinare per studiare i complessi fenomeni biologici degli organismi. Lo studio in Risonanza Magnetica dei metaboliti nelle staminali cerebrali apre nuove prospettive terapeutiche per sfruttarne ulteriormente il loro potenziale curativo di contrasto dei processi di invecchiamento e di degenerazione".

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