Pubblicato il: 04/02/2021
Un atleta impegnato in una competizione di scherma

Un atleta impegnato in una competizione di scherma

Uno studio pilota per la protezione anti-covid degli atleti delle Nazionali azzurre di sciabola e para-rowing (canottaggio paralimpico). E’ il progetto di ricerca frutto di una sinergia tra Università Statale di Milano, Università di Trento e IFO-San Gallicano, con la collaborazione dello staff medico della Federazione Nazionale di Scherma (sezione Sciabola; atleti indoor) e della Federazione Nazionale di Canottaggio (Atleti Paralimpici; atleti outdoor) che punta a verificare gli effetti del Covid-19 all’interno di un gruppo di atleti nazionali. Il progetto è stato presentato oggi, alla presenza del presidente del Coni, Giovanni Malagò, al Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti” dell’Acqua Acetosa di Roma.

Lo studio, denominato "Serena" in ricordo di Serena Greco, moglie del maestro di staff della nazionale di sciabola Alessandro De Agostino, scomparsa in un incidente stradale, prevede l’implementazione di un rigido e standardizzato protocollo anti-COVID19 caratterizzato da una serie di batterie di test diagnostici implementati ad ogni ritiro e ad ogni trasferta per gare nazionali e internazionali mirati alla identificazione rapida di casi positivi all’infezione da SARS-Cov-2 in atleti e personale tecnico della Federazione Nazionale di Scherma (sezione Sciabola; atleti indoor) e della Federazione Nazionale di Canottaggio (Atleti Paralimpici; atleti outdoor).

Per la Statale, hanno partecipato al progetto Paola Muti, docente del dipartimento Scienze Biomediche Chirugiche e Odontoiatriche, in qualità di responsabile del progetto, Serena Delbue, docente di Microbiologia dello stesso dipartimento, ed Elena Pariani, docente del dipartimento Scienze Biomediche e della Salute.

Lo studio spiega la professoressa Muti - è nato dall’osservazione dei dati epidemiologici della seconda ondata che ha spostato i dati della popolazione affetta dal Covid in soggetti con età più giovanile. Il gruppo degli atleti di élite è di particolare rilevanza per la protezione dal Covid perché quei ragazzi sono investimenti importanti del nostro Paese e si trattava di proteggere questo tesoro da una fase di espansione dell’infezione che poteva riguardarli per diverse ragioni: per l’età, perché lavorano in situazioni di vicinanza e di gruppo sia quando sia allenano che quando competono e perché il loro è un ambiente in cui la possibilità di contagio è alta. Abbiamo implementato un rigido protocollo di tamponi all’inizio di ogni ritiro, in mezzo e poi alla fine, prima del ritorno a casa, per garantire loro di allenarsi in sicurezza. Un protocollo che può essere adottato per gare nazionali e internazionali”.

Lo studio nasce dalla considerazione che, nell’ambito della pandemia da SARS-Cov-2, gli atleti professionisti delle squadre nazionali rappresentano una particolare categoria per la quale sussiste la necessità di protezione e di implementazione di misure preventive: sono, infatti, ancora poco conosciuti gli effetti dell’infezione virale sullo stato di salute generale degli atleti e sulle loro performance fisico-psichiche. In particolare, non si conoscono gli effetti degli sforzi fisici intensi sulla suscettibilità alla infezione e sulla possibilità di contagio all’interno di squadre e gruppi di atleti. Il rischio di contagio e gli effetti potrebbero essere differenti negli atleti che lavorano e competono in ambienti indoor verso atleti che lavorano e competono in ambiente esterno.

Per questo, la Federazione Nazionale di Scherma (sezione Sciabola; atleti indoor) e la Federazione Nazionale di Canottaggio (Atleti Paralimpici; atleti outdoor) hanno ritenuto importante, anche in vista in vista degli impegni Olimpici e Paralimpici, avviare uno studio per arrivare – a partire dai risultati che emergeranno – a un protocollo rivolto agli atleti per considerarne la possibile implementazione su più larga scala che incida sulla protezione della salute degli atleti, ma anche possa contribuire al benessere psico-fisico degli atleti, già sottoposti a stress nella preparazione di importanti competizioni sportive. Per questo, nello studio saranno inclusi due questionari psicometrici, il primo sottoposto all’inizio e il secondo alla fine dello studio per valutare se l’implementazione di questo più intenso controllo e protezione da potenziali condizioni di contagio migliori anche lo stato di benessere psico-fisico in riferimento alla contingente situazione pandemica.

 

 

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