Pubblicato il: 07/03/2022
Immagine tratta da Pixabay

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Si chiamano DigiCOVID e TeleCOVID e sono due progetti, realizzati con il contributo dei ricercatori dell’Università Statale di Milano, per la "telepsichiatria". Alla luce dell'importante impatto psicologico della pandemia su pazienti COVID-19, i loro familiari e sulla popolazione generale, i progetti, che hanno coinvolto finora 150 persone, tra pazienti Covid e familiari, si propongono di offrire un servizio di supporto psicologico gratuito e a distanza tramite piattaforme digitali. 

Il progetto DigiCOVID, che vede come Principal Investigator lo psichiatra Paolo Brambilla, docente del dipartimento di Fisiopatologia Medico-Chirurgica e dei Trapianti all’Università Statale di Milano, è finanziato da Fondazione Cariplo dopo aver vinto il bando promosso dalla Regione Lombardia " Misura a sostegno dello sviluppo di collaborazioni per l’identificazione di terapie e sistemi di diagnostica, protezione e analisi per contrastare l’emergenza Coronavirus e altre emergenze virali del futuro” e ha come capofila la Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e Nino Stocchetti, docente del dipartimento di Fisiopatologia Medico-Chirurgica e dei Trapianti della Statale come responsabile scientifico.

Il progetto TeleCOVID, invece, è finanziato dal FISR MUR ed è vincitore del bando "FISR 2020-COVID". Capofila del progetto è l’Università degli Studi di Verona, con la professoressa Marcella Bellani, mentre la professoressa Cinzia Bressi, docente di Psichiatria del Dipartimento di Fisiopatologia Medico-Chirurgica e dei Trapianti della Statale, è Responsabile.

Nonostante, spesso, i pazienti non siano nelle condizioni psicofisiche adatte per cominciare un percorso psicologico durante la malattia acuta, i progetti hanno implementato dei protocolli di assistenza a distanza che permettono di seguirli fino alla dimissione e alla guarigione. Il protocollo sperimentale prevede per tutti i partecipanti la firma del consenso informato, un test neuropsicologico a distanza per valutare il quoziente intellettivo, e la compilazione di una batteria di questionari online sul proprio status clinico e psicologico. I partecipanti cominciano, quindi, un ciclo di otto colloqui psicologici in videochiamata. Al completamento del ciclo di supporto psicologico, ai partecipanti viene chiesto di compilare nuovamente i questionari online.

 “I progetti, che ad oggi hanno reclutato più di 150 soggetti (tra pazienti COVID e familiari) e completato l'intervento su 80, hanno mostrato risultati preliminari molto promettenti, con una riduzione significativa dei sintomi di ansia, depressione, trauma, insonnia e benessere generale”, spiegano i ricercatori. “La sfida – aggiungono - è la creazione e implementazione di nuove tecniche assistenziali tramite la Telemedicina e l'utilizzo di piattaforme digitali che permettono i trattamenti in remoto e a lunga distanza, abbattendo le barriere geografiche”.

Il team di ricercatori clinici è disponibile per incontri di persona o in video per spiegare più nel dettaglio le procedure di coinvolgimento di pazienti e familiari. Per qualsiasi informazione, è possibile contattare bruno.biagianti@unimi.it o scrivere alla mail digicovid@policlinico.mi.it.

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