Il Forum Acqua del 23 marzo 2020 riproposto in interventi-video
Mentre la pandemia da Coronavirus lasciava il mondo sospeso tra l’incredulità di un evento di portata mondiale e il quasi naturale spirito di reazione, l’Università Statale di Milano ha voluto riformulare il Forum Acqua previsto per il 23 marzo 2020 (Giornata Mondiale dell’Acqua) in un video-racconto corale che riproponesse, come se fossimo nell’Aula Magna di via Festa del Perdono 7, i temi, le azioni e le strategie messe in campo dagli Atenei, dalla ricerca scientifica, dalla politica, dai Consorzi di bonifica e dalle organizzazioni della società civile coinvolte su un tema altamente strategico come la tutela di un bene prezioso e vitale come l'acqua.
Nei testi che seguono, corredati da cinque brevi-interviste, il tema dell’acqua - con le sue azioni messe in campo per una gestione efficiente, il suo essere un diritto umano e la sua tutela - “parla" con le voci di alcuni dei relatori di quel Forum Acqua del 23 marzo, poi purtroppo annullato, ma che hanno voluto essere presenti, anche se "virtualmente", all’appuntamento, per partecipare a un dibattito che nessuna pandemia è riuscita a rimandare.
Strategie e azioni delle Università
Elio Franzini, rettore dell’Università Statale di Milano
Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca
Emilio Faroldi, prorettore delegato a Edilizia, Spazi e Sostenibilità al Politecnico di Milano
Sono tante le azioni messe in campo dai tre principali Atenei milanesi – Università Statale di Milano, Università Bicocca e Politecnico di Milano perché la tutela e la gestione sostenibile dell’acqua debba passare dalla ricerca pubblica, divenendo lo strumento principale per fare di questa risorsa un vero e proprio diritto da assicurare a tutti.
Sebbene la pandemia da COVID -19 abbia costretto gli Atenei a interrompere momentaneamente alcune azioni, l’Università Statale, usando le parole del rettore dell’Università Statale Elio Franzini, “ha comunque in progetto l’installazione di punti di erogazione di acqua potabile per tutti gli studenti oltre alla distribuzione di una borraccia con il marchio Progetto Minerva 2030”. Sulla stessa linea si è mossa l’Università di Milano-Bicocca: "Per limitare la produzione di rifiuti plastici e stimolare gli utenti a bere acqua di rete - ha sottolineato la rettrice Giovanna Iannantuoni - l’Ateneo ha installato in ciascun edificio un erogatore di acqua liscia e gassata".
Anche il Politecnico di Milano lavora per la qualità della vita in ateneo. “I nostri campus sono anche il luogo dove poter praticare comportamenti e stili di vita sostenibili” - commenta Emilio Faroldi, Prorettore Delegato all’edilizia, spazi e sostenibilità. L’approvvigionamento sostenibile dell’acqua, grazie a una rete capillare di punti acqua gratuiti e plastic-free, rientra tra le iniziative previste da VIVIPOLIMI@Green, per promuovere la qualità ambientale dei campus, nell'ambito del progetto strategico di Ateneo,”VIVI.POLIMI”, finalizzato a migliorare la qualità degli spazi di lavoro, ricerca, didattica del Politecnico. Con una prospettiva internazionale e, al contempo, sempre più aperta al confronto tra l’università e la città.
La risorsa acqua tra ricerca universitaria e trasferimento delle conoscenze
Manuela Antonelli, docente di Trattamento delle acque di approvvigionamento al Politecnico di Milano
Laura Piazza, docente di Scienze e tecnologie alimentari all’Università degli Studi di Milano
La corretta gestione della risorsa acqua non può prescindere da una corretta profilassi igienico-sanitaria, che si realizza in un solido sistema di potabilizzazione delle acque e di depurazione degli scarichi. “Se si trascura la qualità dell’acqua - ci racconta Manuela Antonelli, docente di Trattamento delle acque di approvvigionamento al Politecnico di Milano - qualunque azione di contrasto alla diffusione di malattie perde di efficacia”. Ma la ricerca non basta, è necessario che la conoscenza venga trasferita dal laboratorio alla società civile tutta.
Al Politecnico di Milano la ricerca punta a dimostrare la buona qualità dell’acqua di rubinetto, proprio perché più soggetta a criteri più stringenti e continui controlli. E proprio per favorire pratiche sostenibili, al Politecnico di Milano ci stiamo impegnando per promuovere sempre più l’uso di acqua di rubinetto, attraverso fontane e il progetto “Asap!”, che punta a innescare un processo di riduzione significativa del consumo di bottiglie d’acqua in plastica monouso all’interno del campus principale Leonardo del Politecnico di Milano.
“Un’intensa attività di ricerca sul tema della gestione dell’acqua ha oggi bisogno anche di un ‘contemporanea’ attività normativa relativa sia all’uso di acqua per usi domestici materiali che per processi necessari per il trattamento dell’acqua – aggiunge Laura Piazza, docente di Scienze e tecnologie alimentari all’Università degli Studi di Milano. Siamo oramai in un sistema molto più complesso rispetto al passato, dove più gruppi di ricerca (idraulica agraria, agronomia, sistemi agroalimentari) lavorano insieme con approcci nuovi, come quello dell’ingegneria del rischio, che possono operare per prevenire sfide di breve o di lungo termine”.
La gestione dell'acqua ai tempi di COVID 19
Alessandro Folli, presidente del Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi
Giuseppe Negri, presidente della Società Acqua Lodigiana
Il Coronavirus ha messo in grave difficoltà, ovviamente, sia il settore agricolo che gli agricoltori. “Il nostro sistema irriguo regionale ha una rete di 40 mila chilometri di canali, che percorre tutta la Regione Lombardia – afferma Alessandro Folli, presidente del Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi – e in questa fase di emergenza sanitaria sono state garantite le opere necessarie per la difesa del suolo”.
“Nella zona rossa del lodigiano con il primo lockdown, SAL (Società Acqua Lodigiana) - aggiunge Giuseppe Negri, presidente di SAL - siamo riusciti a gestire l’intero servizio idrico del lodigiano, composto da sessanta comuni con circa 220 mila abitanti nel bacino d’utenza, con 50 acquedotti e 73 depuratori, per un totale di 2.400 chilometri di rete fognaria e idrica. In collaborazione con il mondo accademico – conclude Giuseppe Negri, - stiamo pensando e stiamo già da tempo facendo un accordo per monitorare l’andamento del coronavirus nella fognatura e stiamo ottenendo un progetto di ricerca, che durerà circa un anno, con l’Istituto Mario Negri e l’Università Statale di Milano”.
Il ruolo della politica per la tutela dell'acqua bene comune
Livia Pomodoro, presidente del Milan Center for Food, Low and Policy e Cattedra UNESCO dell’Università Statale di Milano
Lamberto Bertolè, presidente del Consiglio Comunale del Comune di Milano
“È un momento in cui abbiamo una pandemia ancora in corso – afferma Livia Pomodoro, presidente del Milan Center for Food, Low and Policy e Cattedra UNESCO dell’Università Statale di Milano. Abbiamo delle grandi difficoltà ancora in tutto il mondo e anche in Italia e dobbiamo fortissimamente riflettere su cosa potrà accadere nella gestione dell’acqua dopo questa emergenza. L’accesso all’acqua deve essere garantito a tutti, senza differenze di trattamento, senza ritardi, senza procrastinazioni. E il futuro del mondo sarà tutto nella capacità di innovare tecnologicamente soprattutto nel monitoraggio e nella gestione delle reti idriche”.
“Abbiamo davanti un futuro fatto di shock improvvisi, sempre più ravvicinati, con cui dovremo confrontarci e nei confronti dei quali trovare delle soluzioni – aggiunge Lamberto Bertolè, presidente del Consiglio Comunale del Comune di Milano. Noi siamo un sistema molto complesso, in cui tra ambiente, clima, acqua, salute c’è un’interazione fortissima. Sappiamo che l’acqua non è solo un elemento che può essere messo in crisi da questi shock e da uno sviluppo non sostenibile, ma può essere anche parte della soluzione, elemento da preservare ed emergenza da sanare”.
Il contributo della società civile contro COVID-19
Claudia Sorlini, già docente di Microbiologia agraria all’Università degli Studi di Milano, Presidente della Associazione Casa dell’Agricoltura
Tiziana Toto, responsabile Politiche Energia Ambiente presso Cittadinanzattiva
Cinzia Thomareizis, segretario generale Comitato italiano per un Contratto Mondiale sull’Acqua
“Terminata l’emergenza della pandemia COVID-19 – afferma Claudia Sorlini, già docente di Microbiologia agraria all’Università degli Studi di Milano - ci troveremo davanti ai problemi di sempre, a cominciare dal cambiamento climatico, aggravati però da una crisi economica e sociale davvero epocale. Quello che possiamo fare individualmente - aggiunge la professoressa Sorlini - è non sprecare acqua, scegliere alimenti a bassa impronta idrica e ridurre il più possibile ogni forma di inquinamento, a cominciare dai composti organici di sintesi, come le plastiche, che stanno devastando i nostri mari. Oltre a un’assunzione di responsabilità individuale e collettiva per la difesa di tutte le risorse naturali”.
“A seguito dell’emergenza coronavirus ritroveremo un Paese che, dopo quella sanitaria, dovrà fare i conti con una crisi economica di grandi dimensioni che rischia di far aumentare ulteriormente la già ampia forbice delle diseguaglianze economiche e sociali di questo Paese – aggiunge Tiziana Toto, responsabile Politiche Energia Ambiente presso Cittadinanzattiva. La crisi certamente, però, pur rilevandone l’assoluta utilità, mette in luce anche la fragilità di un sistema che è molto frammentato ed è poco supportato dalle istituzioni e questo rende ancor di più oggi necessario, pur nel rispetto delle proprie specificità, sviluppare la capacità di fare rete e diventare dei soggetti interlocutori delle istituzioni, sia locali che nazionali”.
“L’attuale emergenza sanitaria sta evidenziando che non si sconfigge una pandemia senza acqua per l’igiene – conclude Cinzia Thomareizis, segretario generale Comitato italiano per un Contratto Mondiale sull’Acqua. Oggi appare sempre più chiaro che l’acqua potabile non è un bene di consumo ma, come riconosciuto dieci anni fa dalle Nazioni Unite, è un diritto umano, insieme ai servizi igienico-sanitari, condizione necessaria per la protezione anche di altri diritti umani, come quello alla salute.
Serve un approccio integrato, una visione olistica, che segua il paradigma “One World, One Health”, “Uno solo il pianeta, una sola la salute”. Come Comitato Italiano per un Contratto Mondiale sull’Acqua – conclude Thomareizis - abbiamo proposto una Carta delle Città per il diritto umano all’acqua, con un piano d’azione possibile per le città. Milano ha lanciato la consultazione sulla strategia “Milano 2020” e le università sono impegnate sui temi della sostenibilità per nuovo modello di vita che tuteli la salute di tutti, delle persone, degli animali e del pianeta”.
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