Una sezione del barcone e le condizioni all'interno ricostruite al Musa, il Museo universitario delle scienze Antropologiche, mediche e forensi per i diritti umani

Mille giovani migranti persero la vita a bordo di un peschereccio che s’inabissò nel Canale di Sicilia la notte del 18 aprile 2015. A dieci anni di distanza dal più tragico naufragio nel Mediterraneo, il Labanof dell’Università Statale di Milano, in collaborazione con Human Hall e An-Icon, organizza tre giorni di incontri per onorare quelle vite, riflettere sull’importanza di restituire loro un nome e ricordare il ruolo del mondo scientifico nella lotta alle violazioni dei diritti umani.

Quando
Dal 08 Maggio Al 10 Maggio 2025
dove
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2025-05-08 14:00:00 2025-05-10 13:00:00 Europe/Rome Un nome, non un numero. In ricordo del disastro del 18 aprile 2015 e della Missione Melilli <p>A cura di K</p> <p>Analisi ed elaborazione testi, reperimento e collegamento link/info</p> <p>---</p> <p>evento collegato a news Magazine</p> <p>altre schede aggiornate: categorie, spazi/date, contatti</p> <p>nuovo programma al 6 maggio ---&gt; inserito in gestionale</p> <p>----</p> <p>Titolo originario: UN NOME, NON UN NUMERO In ricordo del disastro del 18 aprile 2015 e della Missione Melilli</p> <p>Testo breve originario: In occasione del decimo anniversario del più grande disastro migratorio del Mediterraneo in cui persero la vita 1000 giovani, il LABANOF dell’Università degli Studi di Milano organizza, in collaborazione con Human Hall e An-Icon, tre giorni di eventi per onorare queste vittime, riflettere sull’importanza di restituire un nome ai morti e ricordare gli attori e il ruolo del mondo scientifico e accademico nel contrastare le violazioni dei diritti umani</p> <p>Testo esteso: In occasione del decimo anniversario del più grande disastro migratorio del Mediterraneo in cui persero la vita 1000 giovani, il LABANOF dell’Università degli Studi di Milano organizza, in collaborazione con Human Hall e An-Icon, tre giorni di eventi per onorare queste vittime, riflettere sull’importanza di restituire un nome ai morti e ricordare gli attori e il ruolo del mondo scientifico e accademico nel contrastare le violazioni dei diritti umani. La notte del 18 aprile 2015 un peschereccio partito dalla Libia senza catene e senza ancora si inabissa a 400 metri di profondità con il suo carico di giovani vittime. Nei mesi successivi il Governo italiano darà il via a una delle più grandi operazioni umanitarie europee mai condotte, recuperando il relitto e iniziando le operazioni di estrazione e di esame dei corpi. La “Missione Melilli”, come è stata chiamata dalla Marina Militare, ha visto lavorare in connubio non solo l’Ufficio del Commissario Straordinario per le Persone Scomparse, la Marina Militare, i Vigili del Fuoco, Procure, Prefetture, Croce Rossa Militare e le Forze dell’Ordine, ma anche il mondo accademico, rappresentato da 13 Università italiane coordinate dalla Statale di Milano. Questi tre giorni, attraverso testimonianze, seminari, dibattiti, musica, teatro e una mostra tematica, vogliono far riflettere sul diritto all’identità, alla verità e alla vita e a dare voce alle vittime.</p> Aula Magna - Festa Del Perdono; via Festa del Perdono, 7, 20122 Milano (MI)