Pubblicato il: 21/03/2023
Microscopio in laboratorio

Microscopio in laboratorio

CheckmAb, nato come spin off dell’Università Statale di Milano, ha stretto un accordo di collaborazione con la società tedesca Boehringer Ingelheim per lo sviluppo di nuove immunoterapie per i malati oncologici. In particolare, CheckmAb darà in licenza esclusiva un anticorpo monoclonale da utilizzare in una vasta gamma di tumori.

CheckmAb, oggi azienda di biotecnologie, nasce nel 2018 come spin off dell’Università Statale, di INGM - Istituto Nazionale di Genetica Molecolare 'Romeo ed Enrico Invernizzi' e di Principia SGR ed è frutto dell’intuizione dei suoi fondatori Sergio Abrignani e Massimiliano Pagani, docenti rispettivamente di Patologia generale e di Biologia molecolare, nella caratterizzazione e nel targeting specifico delle cellule T regolatorie infiltranti i tessuti malati, e deriva dall'approccio di ricerca traslazionale sviluppato presso l'INGM, l'Istituto Nazionale di Genetica Molecolare “Romeo ed Enrica Invernizzi” e presso la Statale.

Negli ultimi anni, l’immunoterapia con anticorpi specifici per inibitori dei checkpoint immunologici ha rappresentato una vera rivoluzione nella cura dei tumori. Questi importanti farmaci sono però efficaci solamente in una minoranza di pazienti e possono causare gravi effetti collaterali immunomediati che ne limitano l’uso. 

L’anticorpo sviluppato da CheckmAb, nello specifico, colpisce in maniera selettiva una sottopolazione di linfociti T (i T regolatori che sopprimono la risposta immunitaria che eliminerebbe il tumore) che infiltrano il tessuto tumorale. Pertanto questa immunoterapia di precisione, che non coinvolge altri linfociti al di fuori del tumore stesso, dovrebbe evitare i gravi effetti collaterali immunomediati che limitano l’uso delle attuali terapie basate su anticorpi contro inibitori dei checkpoint immunologici (che eliminano la soppressione non solo nell’ambiente tumorale ma anche in tessuti normali).

Le partnership pubblico-privato sono indispensabili per poter rendere competitive sul mercato le ricerche condotte dai nostri scienziati, e poter dare una prospettiva applicativa alle scoperte fatte al banco di laboratorio” – commenta Maria Pia Abbracchio, prorettrice vicaria e con delega e Ricerca e Innovazione dell’Università Statale. “Questo accordo dimostra in modo esemplare come risultati di eccellenza della ricerca di base possano, nell’arco di pochi anni, avere ricadute pratiche di grandissima rilevanza terapeutica per i pazienti, e cambiare la storia di malattie come i tumori”.