Pubblicato il: 13/02/2020
Ricercatori al lavoro

Ricercatori al lavoro

Sono sei i progetti che vedono coinvolta l’Università Statale di Milano finanziati nell'ambito del bando Ricerche in collaborazione (Bric) 2019 dell'INAIL - Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro con cui l'Istituto intende rafforzare il processo di valorizzazione e di implementazione della propria rete scientifica aprendo a collaborazioni sia sul fronte della ricerca che su quello della promozione della prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali.

L'Università Statale, in particolare, è tra i vincitori del finanziamento dell'INAIL con quattro progetti in cui figura come ente destinatario istituzionale e due come partner, progetti che coinvolgono i ricercatori dei dipartimenti di Scienze agrarie e ambientali, Scienze per gli alimenti, la nutrizione e l'ambiente,
Scienze della terra "Ardito Desio", Scienze della salute, Scienze cliniche e di comunità, Informatica "Giovanni Degli Antoni".

Progetti in cui l'Ateneo è ente destinatario istituzionale


SAFE BIOREFINERY: Monitoring impacts of new algae-based biorefinery

Il progetto, guidato dal Gruppo Ricicla di cui è responsabile scientifico Fabrizio Adani, docente del dipartimento di Scienze agrarie e ambientali, indagherà le criticità ambientali e di salute umana connesse con la produzione di biomassa microalgale in impianti di scala reale.

Le microalghe, infatti, sono sempre più indicate come alternativa nella produzione di numerosi prodotti utilizzabili in diversi comparti produttivi: dalla nutraceutica alla cosmetica, dal feed all'alimentare e agricolo. Emerge, quindi, sempre più la necessità di studi volti a mettere in evidenza le eventuali criticità ambientali e di salute umana e animale connesse a questo tipo di produzioni, soprattutto nel caso di recupero di scarti industriali e civili (come nel caso delle acque reflue).

Con il progetto "SAFE BIOREFINERY", il team di ricerca, lavorando su due impianti di scala reale che producono prodotti per l'agricoltura e per il consumo umano, individuerà le criticità e attraverso la raccolta di dati sperimentali acquisiti sul "campo" e proporrà delle linee guida di buone pratiche per la produzione di biomassa algale. 

Il progetto, della durata di 24 mesi, è sviluppato con il supporto dell’Unità Operativa Interna del Dipartimento di Ricerca INAIL.

Potenziamento in-situ della dealogenazione microbica in acque di falda mediante utilizzo di composti bio-based 

Il progetto - coordinato da Lucia Cavalca, docente del dipartimento di Scienze per gli alimenti, la nutrizione e l'ambiente e svolto in collaborazione con il dipartimento di Scienze della terra "Ardito Desio" - si occuperà di studiare bio-processi innovativi per la bonifica in situ di acque di falda contaminate da sostanze organiche alogenate.

Articolato in due anni, il progetto vedrà i ricercatori impegnati presso siti contaminati a elevata complessità idrogeologica e coinvolgerà aziende di bonifica con le quali il gruppo di ricerca collabora nell'ambito di convenzioni di ricerca istituzionali.

L'obiettivo è quello di validare un intervento di bonifica biologica per la decontaminazione di acque sotterranee da solventi clorurati e studiare gli aspetti di salute e sicurezza per gli operatori della bonifica.

La decontaminazione con metodi fisico-chimici da solventi clorurati, definiti contaminanti prioritari dalle direttive comunitarie (Directive 2006/118/EC), spesso non permette di raggiungere le concentrazioni-obiettivo di bonifica. Ciò comporta il ricorso a interventi invasivi, come l'iniezione di composti tossici negli acquiferi, poco sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico e ad alto rischio per i lavoratori dei siti. Al contrario, il potenziamento del metabolismo batterico di respirazione anaerobica dei solventi clorurati, naturalmente presente nei siti contaminati, permetterebbe di raggiungere le concentrazioni-obiettivo in tempi minori attraverso reazioni di dealogenazione riduttiva fino all'ottenimento di etene (etilene) quale composto finale innocuo.

Il progetto, quindi, studierà come potenziare queste popolazioni batteriche mediante iniezioni in situ di composti organici bio-based derivanti da scarti dell'industria agro-alimentare e integrerà indagini microbiologiche e di genomica ambientale con il monitoraggio geochimico, idrogeologico e l'analisi di rischio per sviluppare una metodologia scientifica di valutazione della biodegradazione tramite il supporto della modellazione numerica del trasporto reattivo dei contaminanti in falda, restituendo un modello concettuale applicabile alla bonifica di siti contaminati ampiamente diffusi a livello italiano ed europeo.

 

The PESTIRISK approach, from field studies to an easy-to-use tool for risk assessment of pesticide exposed agricultural workers: preliminary exposure evaluation and risk profiles for a safe use of pesticides 

Coordinato da Claudio Colosio, docente del dipartimento di Scienze della salute, e in collaborazione con  il dipartimento di Ingegneria Chimica Materiali Ambiente dell'Università La Sapienza di Roma, il progetto mira a realizzare uno strumento informatico di facile utilizzo, installabile su smartphone, per effettuare valutazioni del rischio di attività legate all'uso di prodotti fitosanitari, ai sensi della normativa vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Il progetto nasce dalle difficoltà esistenti nel realizzare attività di valutazione e gestione del rischio da antiparassitari, in particolare a livello di piccole imprese come società semplici o a conduzione famigliare, che sono la maggioranza.

Rielaborando i dati ottenuti nel corso degli anni da studi sul campo condotti dal gruppo di ricerca del professor Colosio ed effettuando una revisione sistematica della letteratura, saranno quindi individuati i principali determinati di esposizione e i rapporti matematici che li legano. In questo modo sarà possibile creare specifici algoritmi da inserire in un modello matematico di valutazione del rischio da rendere disponibile alla consultazione on line.

Le piccole imprese agricole potranno quindi effettuare una valutazione del rischio preventiva (prima di effettuare l'applicazione), introdurre eventuali correttivi, se necessario, e ottemperare alle normative in materia. 

Ottimizzazione del sistema hardware e software applicato alle strutture di protezione di tipo autoROPS destinate a trattori agricoli o forestali 

Il progetto, coordinato da Domenico Pessina, docente di Meccanica agraria e Meccanizzazione viticola del dipartimento di Scienze agrarie e ambientali, prevede di mettere a punto soluzioni innovative per proteggere i lavoratori agricoli da una delle più frequenti cause di infortunio, anche mortali, il ribaltamento dei trattori.

Da ormai più di 60 anni, la principale misura di sicurezza adottata a livello mondiale per proteggere l'operatore in caso di ribaltamento del mezzo consiste nell'installare una struttura metallica di protezione intorno al posto di guida (conosciuta come ROPS, Roll Over Protective Structure), in grado di salvaguardare uno spazio vitale al conducente in caso di ribaltamento, sempre che la cintura di sicurezza sia regolarmente allacciata.

Una delle tipologie di ROPS ammesse per il montaggio sui mezzi da vigneto e frutteto consiste in un roll-bar mobile a due montanti collocato anteriormente al posto di guida, che dovrebbe essere abbattuto di 90 gradi circa in posizione orizzontale, cioè di riposo, solamente per consentire il transito del trattore negli interfilari delle coltivazioni specializzate (per non rischiare di danneggiare i rami o i tralci più bassi) e per permettere il rimessaggio della macchina in fabbricati con aperture anguste.

Attualmente, la movimentazione del roll-bar è manuale: tale incombenza, teoricamente da ripetere parecchie volte in una singola giornata, è di fatto ignorata dalla quasi totalità degli operatori, che quindi lavorano di fatto con il roll-bar sempre abbassato, quindi senza alcuna forma di protezione.

Da queste problematiche, la possibilità di individuare, con il progetto "autoROPS" tre soluzioni, anche meccanicamente differenti, che consentano la movimentazione automatica del roll-bar dalla posizione di protezione (verticale) a quella di riposo (orizzontale) e viceversa, con livelli crescenti di autonomia operativa dei sistemi applicati, attraverso soluzioni originali e inedite, sia di tipo hardware che software.

Il progetto punta a realizzare tanto dei prototipi da montare su nuovi modelli quanto dei kit che possano essere montati anche su trattori già in uso. 

Progetti in cui l'Ateneo è partner

PROAGEING: promuovere la produttività e il benessere dei lavoratori che invecchiano. Studio prospettico di work ability, età cognitiva e biologica in un mondo del lavoro in cambiamento

Guidato da Fondazione Policlinico con Matteo Bonzini come Principal Investigator, il progetto vede la partecipazione di un gruppo di ricerca coordinato da Valentina Bollati, docente di Medicina del Lavoro al dipartimento di Scienze cliniche e di comunità. 

I ricercatori, nell'arco di due anni, svolgeranno uno studio che si prefigge di migliorare le conoscenze in tema di invecchiamento e lavoro, con lo scopo di identificare fattori occupazionali e personali che possono essere modificati per migliorare il benessere psicofisico dei lavoratori e la qualità del lavoro stesso.

L'invecchiamento in atto della forza lavoro, risultato di una aumentata aspettativa di vita e dell'avanzamento dell’età pensionistica, infatti, pone nuove sfide in termini di tutela della salute e del benessere dei lavoratori. Occorre superare il concetto di mera età anagrafica e fornire metodologie e strumenti per valutare negli individui età biologica e cognitiva.

Lo studio misurerà, quindi, indici biomolecolari di invecchiamento biologico (lunghezza telomerica e methylation age), insieme a test neurocognitivi e psicologici (work ability index) in 500 lavoratori di età superiore ai 50 anni. Obiettivo dello studio è quindi valutare, al momento dell'arruolamento e dopo un anno, l'effetto della storia lavorativa pregressa (lavori usuranti), delle attuali condizioni e dei cambiamenti in atto (politiche attive di active ageing) sui parametri considerati.  

ROSSINI: Progettazione, realizzazione e sperimentazione di un sistema prototipale di navigazione risk-aware per la gestione e mitigazione del RischiO SiSmico in industrie a rischio di INcidente rIlevante 

Con il contributo di Sergio Mascetti, docente del dipartimento di Informatica "Degli Antoni" dell’Università Statale, e del team di ricercatori del laboratorio EveryWare, il progetto ha come scopo la progettazione, realizzazione e validazione sperimentale del sistema, in fase di prototipo, denominato "ROSSINI".

Attraverso nuove tecnologie, il progetto si occupa della prevenzione e mitigazione del rischio in impianti industriali in caso di incidente rilevante. Il sistema, nello specifico, consente a ciascun lavoratore di essere guidato all'interno dell'impianto minimizzando il rischio, ad esempio evitando l'attraversamento di aree che hanno subito crolli strutturali o in cui sono state rilasciate sostanze pericolose.

Il sistema si basa su modelli di analisi quantitativa e gestione del rischio opportunamente informati da sensori e tecnologia smart che, nel caso di un evento sismico, possono identificare la probabilità e la severità di danno agli impianti industriali consentendo di azionare vari sistemi di protezione in modo da supportare azioni di prevenzione e mitigazione.

I ricercatori della Statale si occuperanno, in particolare, di definire il sistema informatico per la gestione dei dati di rischio, incluso il calcolo del percorso migliore, e per la guida degli operatori tramite un'applicazione per dispositivi mobili.

Una delle criticità dell’applicazione da realizzare è renderla adatta anche all'utilizzo in casi di scarsa visibilità, ad esempio in presenza di fumo. I ricercatori del team del professor Mascetti da alcuni anni si occupano di tecnologie assistive per persone con disabilità visive.

In un contesto di scarsa visibilità in emergenza, l'impossibilità temporanea dell'operatore di vedere nitidamente lo schermo del dispositivo mobile si configura come situational disability, cioè come una forma di disabilità, spesso temporanea e causata dalle condizioni ambientali, che necessita di soluzioni analoghe alle tecnologie assistive che vengono adottate per supportare le persone con disabilità visive.

All'interno del progetto ROSSINI, quindi, i ricercatori del dipartimento di Informatica dell'Università Statale offriranno soluzioni a questo problema guidando l'operatore con una combinazione di informazioni visive semplificate e ad alta visibilità, audio e vibrazioni.
 

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