
Un particolare della locandina della lezione-evento “La lingua e la letteratura italiana della migrazione: tempo di bilanci?”.
Dall’11 aprile al 30 maggio 2025, la biblioteca del Polo di Mediazione Interculturale e Comunicazione dell’Università Statale di Milano ospita la mostra “Per un primo canone della letteratura italiana della migrazione”, un’esposizione dedicata a scrittori e scrittrici non italofoni che hanno scelto l’italiano come lingua di espressione letteraria.
L’iniziativa nasce da un interrogativo: è possibile delineare oggi un primo canone di questa letteratura? La risposta è affermativa, ma aperta a revisioni, come testimoniano i volumi esposti nella loro prima edizione. Si tratta di opere accomunate dall’essere scritte da autrici e autori che, pur provenendo da contesti linguistici e culturali differenti, si sono rivolti a un pubblico italofono, scegliendo l’italiano per raccontare storie di migrazione, sradicamento, nostalgia, ma anche di appartenenza e integrazione.
Aprono l’incontro i saluti istituzionali di Maria Cristina Paganoni, docente di Lingua, traduzione e linguistica inglese e direttrice scientifica della biblioteca del Polo di Sesto San Giovanni, seguiti dall’introduzione di Giuseppe Sergio, docente di Linguistica italiana e vicedirettore scientifico della stessa struttura. La relazione centrale è affidata a Daniele Comberiati, docente di Italianistica all’Université de Montpellier Paul-Valéry e tra i principali studiosi della materia.
L’esposizione – curata da Giuseppe Sergio con Paola Arrigoni, Daniele Comberiati, Jacopo Ferrari e Daniela Finocchi – si articola secondo criteri cronologici e tematici. Dai testi pionieristici come “Asmara, addio” di Erminia Dell’Oro (1988), “Io, venditore d’elefanti” di Pap Khouma e “Immigrato” di Mario Fortunato e Salah Methnani (1990), si arriva alle voci contemporanee di Jan Gorczyka, Antonio Dikele Distefano, Sumaya Abdel Qader. In mezzo, una pluralità di storie e sguardi: dall’Iraq all’Albania, dalla Cina all’Algeria, passando per l’Etiopia e la Somalia.
Oltre alla narrativa, trovano spazio la poesia, i memoir, le antologie nate da concorsi come “Lingua Madre” ed “Eks&Tra”, che hanno dato visibilità a scrittrici e scrittori ancora esclusi dal canone ufficiale. Le opere esposte raccontano viaggi geografici e interiori, e danno voce a esperienze di dispatrio, razzismo, doppia appartenenza, ma anche a sguardi ironici e disincantati sulle contraddizioni dell’Italia di oggi.
Molti dei volumi esposti provengono da acquisizioni effettuate dalla biblioteca del Polo di Mediazione, altri sono frutto di donazioni personali o prestiti temporanei, a testimonianza di una rete di collaborazione tra biblioteche e docenti. Tutti i libri saranno consultabili in mostra e disponibili per il prestito al termine dell’esposizione.
L’obiettivo non è solo proporre un primo canone, per quanto provvisorio, ma anche contribuire alla costruzione di una collezione stabile e riconoscibile all’interno dell’ateneo. Un patrimonio che possa crescere nel tempo e che rifletta il carattere plurilingue e multiculturale della società italiana contemporanea.
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