Pubblicato il: 02/11/2023
Immagine tratta da Pixabay

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Creare un sistema integrato in grado di connettere i molteplici dati di ciascun paziente con tumore di prostata, uno dei tumori a più alta incidenza nella popolazione maschile, con l’obiettivo di individuare con più precisione la classe di rischio, indirizzando correttamente fin dalle fasi inziali ciascun paziente al trattamento più adeguato. Di questo si occupa il progetto “Development of artificial intelligence-based multiplex network for individualized risk stratification of prostate cancer”, guidato da Carlotta Palumbo, ricercatrice in Urologia  dell’Università del Piemonte Orientale, selezionato tra i cinque vincitori nell’ambito del bando Next Gen Clinician Scientist 2022 di Fondazione AIRC. Il progetto di ricerca avrà una durata di cinque anni e per il primo anno riceverà un finanziamento di circa 300mila euro. 

Lo studio vede la collaborazione del Centro della Complessità e dei Biosistemi dell’Università Statale di Milano, guidato da Caterina La Porta, docente del dipartimento di Scienze e Politiche ambientali, e Stefano Zapperi, docente del dipartimento di Fisica "Aldo Pontremoli"; oltre al dipartimento di Scienze chirurgiche dell’Università di Torino e al dipartimento di Scienze chirurgiche dell’Università di Roma Tor Vergata. Il progetto gode, inoltre, del patrocinio e di un attivo concorso dell’associazione di pazienti “Europa Uomo Italia”. 

Lo scopo ultimo del progetto è offrire trattamenti più precisi e mirati che portino a migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti, grazie anche alla stretta collaborazione tra diversi centri urologici e i ricercatori del Centro della Complessità e dei Biosistemi, e al prezioso supporto di Europa Uomo.

Per ogni paziente – spiega Carlotta Palumboverranno integrati con un avanzato sistema di “multiple layer network” i dati clinici, anatomopatologici e radiologici con analisi di genomica e trascrittomica. Questo permetterà di definire per ciascun paziente con una nuova diagnosi di tumore prostatico localizzato la più probabile classe di rischio, un parametro sul quale al momento si basano tutte le successive scelte terapeutiche. Questo porterebbe a una ottimizzazione dei risultati oncologici e funzionali dei pazienti”.

Negli ultimi cinque anni al centro della Complessità e i Biosistemi abbiamo sviluppato una serie di metodi computazionali e strumenti predittivi utili ai clinici per decidere strategie terapeutiche personalizzate – spiega Caterina La Porta –. Un esempio è la piattaforma ARIADNE per il tumore alla mammella che è già certificata come dispositivo medico di tipo 2. La collaborazione con i clinici coordinati dalla dottoressa Palumbo all’interno del progetto AIRC permetterà di sviluppare strumenti analoghi per il tumore alla prostata”.

"Questo progetto svilupperà il primo sistema di intelligenza artificiale che definirà l’identikit di ciascun carcinoma prostatico sulla base di una moderna analisi multi-livello", aggiunge Roberto Miano, professore associato di Urologia presso l’Università di Roma Tor Vergata. "Il sistema predittivo è atto a discriminare con alta precisione quali pazienti beneficeranno di un trattamento invasivo per la loro patologia. Parimenti, potrà essere impiegato per lo sviluppo di nuove modalità di biopsia non invasiva su sangue o urina", continua Luca Orecchia, dottorando in Biotecnologie Medico-Chirurgiche e Medicina Traslazionale presso l’Università di Roma Tor Vergata.

«Il progetto rappresenta un importante impegno cooperativo per la diagnosi di precisione e la cura personalizzata del tumore prostatico, condotto con un metodo innovativo, basato anche sull’intelligenza artificiale», commenta il professor Paolo Gontero, direttore della Clinica Urologica dell’Ospedale Molinette, coadiuvato in questo studio da Marco Oderda e Giorgio Calleris.

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