Pubblicato il: 14/10/2019
Bottiglie di plastica

Bottiglie di plastica da 500 ml - Foto tratta da Pixabay

Oltre alla presenza di microplastiche nell'acqua delle comuni bottiglie in plastica da 500 ml, la continua apertura e chiusura dei tappi determina il distacco di un numero enorme di microframmenti di plastica con dimensioni osservate tra 0,54 e 39,9 µm.

A dimostrarlo lo studio  dal titolo "Does mechanical stress cause microplastic release from plastic water bottles?", condotto dal dipartimento di Scienze e Politiche ambientali dell'Università Statale di Milano.

Il lavoro – pubblicato sulla rivista Water Research e con importanti implicazioni per l'industria del packaging alimentare – evidenzia come lo stress meccanico, derivante dalla manipolazione delle bottiglie, non aumenti in modo significativo il rilascio di microplastiche, mentre emerge che il punto debole delle bottigliette sia proprio il tappo da cui possono essere rilasciati un numero elevato di microframmenti in seguito al suo riutilizzo (apertura/chiusura).

"Il riutilizzo delle bottiglie in plastica, auspicabile dal punto di vista ecologico, determina un inevitabile maggior rilascio di particelle soprattutto se prolungato – afferma Paolo Tremolada, docente di Ecologia presso il dipartimento di Scienze e Politiche ambientali. Bottiglie in plastica o i loro sostituti ecologici "le borracce", dovrebbero prevedere un sistema di chiusura a basso rilascio di microplastiche come potrebbe essere quello a pressione rispetto ai sistemi a vite delle normali bottiglie in plastica. In base alle attuali conoscenze, non sembra che esista un rischio per la salute anche se il dibattito circa i possibili rischi associati all’ingestione di microplastiche è ancora aperto".

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