Pubblicato il: 20/10/2020
Le bici del servizio Bikemi all'esterno della sede di via Festa del Perdono

Le bici del servizio Bikemi all'esterno della sede di via Festa del Perdono

Sono 4.320 i questionari compilati da studenti, docenti, personale tecnico amministrativo e bibliotecario dell’Università Statale di Milano nell’ambito dell’indagine nazionale "Mobilità casa-università al tempo del Covid-19", promossa dal Gruppo di Lavoro Mobilità della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS), nel luglio scorso, da cui emerge un forte impatto della pandemia sulle scelte di trasporto.

L’indagine è stata ideata ed elaborata, durante il lockdown, dai Mobility Manager delle Università aderenti alla RUS,  e si è basata su un questionario somministrato online agli studenti, ai docenti e al personale tecnico-amministrativo di 44 atenei italiani per un totale di 85.000 persone (di cui 79 % studenti, 11% docenti o ricercatori e il 9,6% personale tecnico-amministrativo).

Dall’indagine nazionale è emerso che il 66% delle persone che ha risposto al questionario continuerà a recarsi in Università, per ragioni di lavoro o di studio se il rischio sanitario sarà minimo. Lo scenario cambia, invece, nel caso di un quadro più pessimistico: se il virus fosse tornato ad aggredire – come si sta effettivamente verificando in queste settimane -, il 61% degli intervistati rispondeva che si sarebbe recato nel proprio Ateneo solo quando strettamente necessario.

L’indagine evidenziava che sarebbe stato il trasporto pubblico il mezzo che avrebbe subito il maggior calo di utilizzo in termini percentuali. Tuttavia, secondo le previsioni, in uno scenario di ridotto rischio sanitario, la domanda verso il trasporto pubblico si riduceva di soli quattro punti percentuali, mentre il calo diventava più significativo (-10 per cento) nello scenario più pessimistico. In entrambi i casi, il mezzo che avrebbero scelto gli intervistati in sostituzione del trasporto pubblico sarebbe stata l’automobile privata e in misura più marginale la mobilità attiva (a piedi, in monopattino o in bici).

In questo quadro, per quanto riguarda i dati relativi ai questionari somministrati a 4.320 persone tra studenti (76,6%), docenti (11%) e personale tecnico-amministrativo e bibliotecario (12,5%) dell’Università degli Studi di Milano, è emerso che il 15% degli intervistati affermava che, nel periodo post covid, avrebbe cambiato le sue modalità di spostamento se il virus fosse stato debellato, mentre il 35% degli intervistati  avrebbe cambiato modalità di spostamento se il virus fosse stato ancora pericoloso.

Così, se nel periodo pre-covid, il mezzo principalmente utilizzato per raggiungere l’Università era il servizio pubblico, con percentuali dell’81,4% (mentre il 10% utilizzava mezzi privati, come auto o scooter, il 9% la bici e lo 0,2% mezzi di Sharing Mobility), nel periodo post lockdown, analizzando le intenzioni degli intervistati in relazione ai due diversi scenari ( virus debellato o  virus ancora pericoloso), dall’indagine emerge che in entrambi gli scenari, il mezzo principalmente utilizzato per raggiungere l’Università continua a essere il servizio pubblico anche se con percentuali inferiori nel caso del periodo pre-Covid, rispettivamente del 65,7% nel primo scenario, che si riduce ancora di più al 56,5% nel secondo scenario. Il ridotto utilizzo dei mezzi pubblici fa registrare, di contro, un notevole aumento verso l’utilizzo dei mezzi privati (10,4% nel primo scenario e 20,3% nel secondo scenario) e della mobilità attiva, ovvero utilizzo di biciclette e monopattini (11,4% nel primo scenario e 14,0% nel secondo scenario).

Si rivelano quindi importanti le politiche di mobilità che gli Atenei adotteranno sia incentivando un più ampio ricorso alla mobilità attiva, sia cercando di limitare, con adeguate misure di aumento dell’offerta e gestione dei mezzi, l’abbandono del trasporto pubblico.

L’Università degli Studi di Milano ha preso parte all’iniziativa, nella convinzione che le informazioni raccolte attraverso l’indagine saranno preziose per la governance dell’Ateneo nonché per l’accessibilità alle sedi universitarie. Nell’ambito dell’Università degli Studi di Milano, l’indagine è stata curata dall’Unità di Staff di II livello della Direzione Generale, di cui è responsabile  Mattea Gelpi, Mobility Manager di Ateneo.  L’elaborazione dei dati per l’Ateneo è stata realizzata tramite la fattiva collaborazione di Marialuisa De Francesco, dell’Ufficio Analisi dei Dati – Direzione ICT di Ateneo.

Contatti