Pubblicato il: 20/12/2018
 Alice Crespi, dottoranda del dipartimento di Scienze e Politiche ambientali dell'Università Statale

Alice Crespi, dottoranda del dipartimento di Scienze e Politiche ambientali dell'Università Statale

Come stimare la piovosità in grandi zone prive di stazioni di misura?

La risposta nello studio – pubblicato sulla rivista International Journal of Climatology – condotto da Alice Crespi, dottoranda del dipartimento di Scienze e Politiche ambientali dell'Università Statale, che mette a punto un nuovo modello per tracciare la distribuzione delle piogge sul territorio norvegese.

Capire come si distribuiscono mediamente le piogge sul territorio è molto importante per un ampio spettro di settori che includono quello agricolo e quello energetico e lo studio, appena pubblicato su International Journal of Climatology, dimostra l’efficacia dell’utilizzo congiunto di dati osservati e simulazioni modellistiche per la ricostruzione dei campi climatologici.

In questo contesto, il dipartimento di Scienze e Politiche ambientali dell’Università Statale ha recentemente condotto, in collaborazione con l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR, un’articolata attività di ricerca.

Il primo risultato è stata la stima dei valori normali mensili (climatologie) di piovosità per ogni punto del territorio italiano, dove il termine punto si riferisce a una cella con un'area pari a un chilometro quadrato.

L'esperienza sviluppata sul territorio italiano è poi stata sfruttata per costruire analoghe climatologie per il territorio norvegese. Quest'attività, condotta durante un soggiorno semestrale di Alice Crespi presso l'Istituto Meteorologico norvegese, ha permesso di confrontarsi con una situazione molto diversa da quella italiana.

In Norvegia, infatti, si hanno, soprattutto nella parte settentrionale, ampie zone con una densità molto bassa di stazioni di misura e meno di una stazione per ogni 500 km² di territorio.

In questo contesto è molto difficile stimare la distribuzione spaziale della piovosità a partire dalle precipitazioni misurate. Si è, quindi, sviluppato un nuovo metodo che spazializza le normali pluviometriche mensili integrando i dati delle stazioni disponibili con i campi prodotti da un modello numerico meteorologico ad alta risoluzione.

Lo studio, quindi, ha mostrato l'efficacia dell'utilizzo congiunto di dati osservati e simulazioni modellistiche per la ricostruzione dei campi climatologici ed evidenzia come esso possa aprire nuove prospettive per una conoscenza sempre più dettagliata della distribuzione della piovosità sul territorio, con importanti ricadute per tutti quei settori che necessitano di questo tipo di informazione.

I campi numerici prodotti possono essere liberamente scaricati dal sito dell'Istituto Meteorologico Norvegese.

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