Pubblicato il: 13/09/2022
Il logo del progetto NEUROCOV

Il logo del progetto NEUROCOV

Parte NEUROCOV, il progetto di ricerca internazionale sugli effetti neurologici e psichiatrici a lungo termine del COVID-19, coordinato dal Centro tedesco per le malattie neurodegenerative (DZNE) di Bonn e che coinvolge ben 10 diverse istituzioni europee in sette paesi diversi con un finanziamento totale di 8,4 milioni euro. L’Università degli Studi di Milano rappresenta uno dei partner principali del progetto europeo quinquennale a cui saranno destinati 834 mila euro.

Coordinato da Domenico Mavilio, docente di Scienze tecniche di medicina di laboratorio al dipartimento di Biotecnologie mediche e Medicina traslazionale e responsabile dell’Unita di Immunologia Clinica e Sperimentale presso IRCCS Istituto Clinico Humanitas, il team di ricerca dell’Università Statale coinvolge Agostino Riva, docente di Malattie infettive al dipartimento di Scienze biomediche e cliniche, Edoardo Nobile Orazio, docente di Neurologia al Biotecnologie mediche e medicina traslazionale e responsabile dell’Unità Operativa Malattie Neuromuscolari e Neuroimmunologia presso IRCCS Istituto Clinico Humanitas, e Leonardo Pantoni, docente di Neurologia al dipartimento di Scienze biomediche e cliniche e responsabile dell’Unita di Neurologia presso l’Ospedale Sacco. L’Ateneo milanese affiancherà in questa affascinante sfida un’altra eccellenza italiana della ricerca, Human Technopole, che rappresenta il secondo istituto italiano coinvolto nel progetto NEUROCOV sotto il coordinamento di Giuseppe Testa, docente di Biologia molecolare al dipartimento di Oncologia ed Emato-oncologia della Statale e direttore del Centro di Neurogenomica di Human Technopole.

Tra le complicazioni neurologiche e psichiatriche a lungo termine del COVID-19 non c’è solo la compromissione del senso dell'olfatto e del gusto o la ridotta capacità di concentrazione, ma anche veri e propri deficit cognitivi e di memoria, psicosi, epilessia, neuropatie periferiche oltre alle conseguenze di ictus e di altre alterazioni cerebrovascolari. Questi disturbi neurologici si stanno manifestano nel lungo periodo dopo la malattia acuta e stanno definendo dei quadri clinici complessi e ancora non perfettamente caratterizzati che, però, persistono nel tempo.

Queste sindromi neurologiche che si manifestano successivamente all’infezione da SARS-CoV-2 – ci spiega il professor Domenico Mavilio - stanno di fatto assumendo i caratteri di una malattia cronica molto eterogenea da paziente a paziente che ha ricadute negative importanti sulla qualità della vita quotidiana sociale e professionale. Tale situazione ha messo i sistemi sanitari nazionali di fronte a una nuova ennesima sfida difficile da affrontare proprio perché è ancora troppo piena di incognite”.

Infatti, nonostante le linee guida rilasciate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, non vi è ancora una definizione clinica condivisa su scala globale e non si conoscono quasi per nulla i meccanismi cellulari, immunologici e molecolari alla base dei deficit neurologici e neuropsichiatrici post Covid (Neurocov).

Prosegue il professor Mavilio: “Grazie alla grande esperienza maturata su l’infezione da SARS-CoV-2 negli ultimi due anni dai docenti coinvolti in questo progetto sia in campo immunologico che neurologico e grazie alla preziosa e duratura collaborazione dell’Università Statale con l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas e l’Ospedale Sacco, che ha permesso la complessa gestione clinica della malattia anche nella fasi più severe della pandemia a Milano e in Lombardia, il nostro Ateneo sarà impegnato nel reclutamento di 700 pazienti, su un totale 1400 soggetti arruolati a livello di progetto e affetti da Neurocov manifestatosi settimane dopo l’infezione acuta da SARS COV-2”.

Il progetto Neurocov, quindi, comporterà per la prima volta un grande arruolamento prospettivo a livello europeo di pazienti con deficit neurologici e neuropsichiatrici post Covid per conoscere in modo univoco le caratteristiche cliniche della malattia e consentire una diagnosi e una gestione clinica condivisa e più efficace a livello globale.

Questo massiccio reclutamento di pazienti – aggiunge il professor Mavilio - ci consentirà inoltre di identificare le alterazioni immunologiche e neurologiche alla base del Neurocov grazie al coordinamento tra il nostro Ateneo e Human Technopole. Infatti, queste due istituzioni di ricerca traslazionale italiane metteranno a disposizione, all’interno del consorzio europeo, tecnologie e competenze biologiche/bioinformatiche avanzate necessarie per poter generare e analizzare una quantità enorme di dati e informazioni su centinaia di pazienti. Tutto questo nell’ambito di un progetto europeo ampio e ambizioso che vede nell’interdisciplinarità delle varie competenze offerte da 10 diverse istituzioni il valore più importante per poter avanzare nella nostra conoscenza e poter difendere al meglio tutte le fasce della nostra popolazione, inclusi gli immunodepressi e gli anziani. Perché non c’è nulla di più importante e necessario che preservare la nostra memoria storica (oltre a quella immunologica) per poter far progredire il genere umano”.

Il progetto NEUROCOV coinvolgerà anche altri centri di ricerca di Belgio, Germania, Finlandia, Israele, Svezia e Olanda. Maggiori informazioni riguardo al progetto sono disponibili sul suo sito internet dedicato (https://www.neurocov.eu)


 


 

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