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Immagine tratta da Pixabay
“Analisi costi-benefici delle politiche pubbliche nel settore spaziale” è il titolo del progetto triennale realizzato dal gruppo di ricerca guidato da Massimo Florio, docente del dipartimento di Economia, Management, Metodi Quantitativi (DEMM) dell’Università degli Studi di Milano, in convenzione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).
Il progetto ha inteso indagare alcuni aspetti di un importante settore dell’economia italiana quale la Space Economy e in particolare: le imprese fornitrici del settore upstream e il relativo indotto; le imprese downstream dell’osservazione terrestre e i relativi utenti finali; la comunità scientifica dei settori interessati alla ricerca in campo spaziale.
I risultati del progetto sono stati illustrati nel corso di un incontro, tenutosi a fine settembre con studiosi ed esperti del settore, intitolato “L’impatto socio-economico delle politiche pubbliche nel settore spaziale in Italia” e mostrano come il settore upstream abbia beneficiato della collaborazione con ASI sia dal punto di vista dell’innovazione di processo e di prodotto, che sulla performance economica. L’analisi condotta su un campione rappresentativo di più di 400 fornitori italiani del settore spazio conferma che le imprese hanno riscontrato un incremento del fatturato statisticamente significativo a lungo termine e di brevetti registrati aumentati tra le 2 e le 3 volte. Il rapporto Benefici-Costi stimato risulta essere significativamente positivo.
L’analisi del settore downstream è stata realizzata tramite due indagini indirizzate alle imprese ad enti di ricerca italiani pubblici e privati in qualità di utenti intermedi dei dati di Osservazione Terrestre (OT). I benefici socio-economici derivanti dall’OT riguardano il miglioramento della qualità dei prodotti e servizi e l’incremento del know-how tecnologico per le imprese intervistate. Inoltre, le imprese del settore evidenziano un aumento sensibile dei dipendenti e delle collaborazioni esterne. Il rapporto Benefici-Costi diretto stimato è largamente positivo, senza considerare l’impatto finale, che resta ad oggi non quantificabile e su cui saranno necessari ulteriori studi.
L’indagine sulla comunità scientifica attiva nel settore spazio ha evidenziato come, per la maggioranza degli oltre 70 gruppi di ricerca intervistati, vi sia stato un aumento del numero di pubblicazioni scientifiche, dei progetti formativi e dei fondi di ricerca nonché un incremento del numero tesi magistrali/dottorali. L’analisi delle pubblicazioni indicizzate su SCOPUS, che riportano ASI tra i soggetti finanziatori, ha confermato i risultati delle interviste. Nel periodo 1989-2017, infatti, sono stati pubblicati più di 3mila articoli realizzati da 13.600 autori. Un confronto tra il numero di citazioni ottenute da tali articoli con quelle ottenute da tutti gli articoli realizzati nello stesso periodo dagli stessi autori, mostra un maggiore impatto delle pubblicazioni scientifiche sul tema spazio.
Lo studio apre quindi a significative riflessioni sulla Space Economy, a partire dall’impegno dell’ASI nel contesto nazionale e internazionale e della rilevanza di progetti di valutazione ed impatto, come quello portato avanti con i ricercatori della Statale. Si è ribadita l’importanza di quantificare i ritorni economici e sociali del settore spaziale, senza tralasciare gli aspetti critici su cui intervenire per creare un disegno di sviluppo che allarghi le ricadute e i benefici all’intero sistema industriale e produttivo.
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