Pubblicato il: 02/12/2024
Dottorandi e dottorande al lavoro in Università con un docente

Dottorandi e dottorande al lavoro in Università con un docente

 Il tasso di occupazione dei dottori di ricerca dell’Università Statale di Milano, a un anno dal conseguimento del titolo,  è pari al 94%. Di coloro che hanno un’occupazione, il 41,1% svolge un’attività sostenuta da assegno di ricerca, il 23,3% è assunto con un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato e il 18,8% dichiara di essere stato assunto con un contratto a tempo determinato.  Il 7,4% svolge un’attività in proprio (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.) e il 6,9% può contare su una borsa post-doc, di studio o di ricerca.
 Il 2,5% è impegnato con altre forme di lavoro.

 Sono alcuni dei dati che emergono dal Report di AlmaLaurea, presentato all'Università degli Studi di Macerata il 29 novembre scorso,   sulla Condizione occupazionale dei dottori di ricerca. Lo studio ha analizzato 6.842 dottori di ricerca del 2022 di 54 atenei, contattati a un anno dal conseguimento del titolo e 1.420 dottori di ricerca del 2020 di 15 atenei. Per quanto riguarda la Statale, in particolare, il Report ha preso in considerazione 294 dottori di ricerca del 2022, contattati a un anno dal conseguimento del titolo. 

 Parallelamente al Report sulla Condizione occupazionale dei dottori di ricerca, AlmaLaurea ha condotto un’indagine sul Profilo dei dottori di ricerca. L’indagine ha analizzato le performance formative di 6.105 dottori di ricerca del 2023 di 43 atenei; per la Statale, i dottorati coinvolti nel IX Report sul Profilo sono 271.  Riguardo al Profilo dei dottorati della Statale, emerge che il 2,6% dei dottori di ricerca ha svolto un dottorato in collaborazione con le imprese (dottorato industriale o in alto apprendistato); il 17,3% dei dottori ha ottenuto un titolo congiunto o un titolo doppio/multiplo (joint degree o double/multiple degree). 

Il 61,7% dei dottori di ricerca ha conseguito il dottorato nello stesso ateneo della laurea, il 29,6% in un ateneo italiano diverso da quello di conseguimento della laurea, l’8,7% dei dottori ha ottenuto la laurea in un ateneo estero. Il 14,4% dei dottori di ricerca ha cittadinanza estera. Gli studenti che decidono di iscriversi a un corso di dottorato hanno ottenuto, in media, buone performance nel percorso di studio precedente; il 78,8% dei dottori di ricerca, laureatisi in Italia, ha ottenuto 110 e lode nella laurea di secondo livello.  L’età media al dottorato di ricerca è pari a 30,6 anni e il 69,7% dei dottori ottiene il titolo di dottorato al massimo a 30 anni di età.

 Altro aspetto indagato dallo studio, la motivazione per l’iscrizione e la fruizione di finanziamenti: secondo l’indagine,  aveva intenzione di iscriversi al dottorato già al momento della laurea l’81,1% dei dottori di ricerca. Tra le motivazioni ritenute decisamente importanti per l’iscrizione vi sono: il miglioramento della propria formazione culturale e scientifica (74,0%), la possibilità di svolgimento di attività di ricerca e studio in ambito accademico (44,9%) e il miglioramento delle prospettive lavorative (33,7%). La fruizione di finanziamenti per la frequenza del dottorato ha riguardato l’85,7% dei dottori di ricerca.

 Riguardo alle attività svolte, tra i dottori di ricerca, l’82,1% dichiara di aver partecipato, abitualmente per almeno un anno, ad attività formative strutturate all’interno del proprio corso di dottorato. Il 47,4% dei dottori di ricerca ha svolto un periodo di studio/ricerca all’estero e per il 39,8% di questi la durata dell’esperienza ha superato i 6 mesi. La soddisfazione complessiva dei dottori per l’esperienza all’estero è pari, in media, a 8,6 su una scala 1-10. Il 41,3% dei dottori dichiara di aver dedicato alla ricerca oltre 40 ore a settimana (il 14,8% ha dedicato alla ricerca più di 50 ore alla settimana) e il 73,5% dei dottori è stato coinvolto in gruppi di ricerca. Infine, l’87,2% dei dottori ha realizzato almeno una pubblicazione e, tra questi, l’87,7% l’ha realizzata in inglese