Pubblicato il: 07/05/2025
Foto di repertorio. Credits Shutterstock.

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Un approccio nutrizionale sperimentale, la cosiddetta “dieta mima-digiuno” (DMD), si è dimostrato in grado di potenziare l’efficacia della chemioterapia nelle pazienti con tumore al seno triplo negativo in fase iniziale, una delle forme più aggressive e difficili da trattare di carcinoma mammario. È quanto emerge dallo studio clinico BREAKFAST realizzato con il sostegno di Fondazione AIRC, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Cell Metabolism. Coordinata dal Professor Claudio Vernieri di IFOM, dell’Istituto Nazionale dei Tumori e dell’Università degli Studi di Milano, la ricerca rappresenta un passo in avanti importante verso terapie oncologiche più efficaci, tollerabili e sostenibili.

Il tumore al seno triplo-negativo è la forma più aggressiva di carcinoma mammario, caratterizzato da un elevato rischio di recidiva e da un decorso clinico complesso in fase metastatica. Si tratta di un tumore che non risponde alle terapie ormonali o ad altre recenti terapie mirate. Pertanto è necessario sviluppare nuovi approcci terapeutici che siano al tempo stesso efficaci, ben tollerati e sostenibili dal punto di vista economico.

I risultati di un recente studio, dal nome “BREAKFAST”, pubblicati sulla prestigiosa rivista Cell Metabolism, hanno evidenziato che la "dieta mima-digiuno" (DMD) in associazione al trattamento chemioterapico sembra essere un approccio nutrizionale sperimentale molto promettente per migliorare gli esiti delle cure disponibili per le pazienti con tumore al seno triplo negativo in fase iniziale. La DMD consiste in una dieta a basso contenuto di carboidrati e proteine, che produce un effetto di restrizione calorica. L’approccio, sviluppato da Claudio Vernieri e Filippo de Braud, ha l’obiettivo di rendere le cellule tumorali maggiormente sensibili ai farmaci chemioterapici, e al tempo stesso di stimolare l’attività del sistema immunitario a riconoscere ed eliminare le cellule tumorali. Lo studio BREAKFAST ha coinvolto 30 pazienti con tumore della mammella triplo-negativo in stadio limitato ed è stato condotto presso il dipartimento di Oncologia diretto dal Prof. Filippo de Braud e la Breast Unit dell’Istituto Nazionale dei Tumori da un gruppo di ricercatori coordinati dal Prof. Claudio Vernieri, tra cui la Dott.ssa Francesca Ligorio (Istituto Nazionale dei Tumori e IFOM) e il Dott. Andrea Vingiani (Istituto Nazionale dei Tumori e Università degli studi di Milano).

I risultati dello studio hanno dimostrato che la combinazione della DMD, effettuata per cinque giorni consecutivi ogni tre settimane, con la chemioterapia preoperatoria, è associata a elevati tassi di risposta patologica completa (pCR), maggiori di quanto è descritto in letteratura con i soli trattamenti chemioterapici. In particolare, su 30 donne arruolate nello studio BREAKFAST, il trattamento sperimentale di chemioterapia e DMD ha determinato la scomparsa del 100% delle cellule tumorali in circa il 57% delle pazienti trattate.

In aggiunta al dato clinico, i ricercatori che hanno condotto lo studio hanno studiato l’impatto del trattamento sperimentale sul metabolismo dei tumori umani. In particolare, le analisi biologiche effettuate sui tessuti tumorali dal gruppo del Prof. Vernieri in collaborazione con il gruppo del Prof. Giancarlo Pruneri (Istituto Nazionale dei Tumori, Università degli studi di Milano) hanno evidenziato che la DMD riesce a ridurre la capacità delle cellule tumorali di utilizzare il glucosio, uno zucchero che risulta fondamentale per sostenerne la crescita e ridurre la capacità delle cellule del sistema immunitario di riconoscere ed uccidere le cellule tumorali. Si tratta della prima evidenza ottenuta in pazienti oncologici di come un approccio nutrizionale potente come la DMD sia in grado di modificare in modo importante le proprietà metaboliche delle cellule tumorali.

Lo studio BREAKFAST, quindi, oltre ai promettenti risultati clinici, ha mostrato come uno studio profondo del metabolismo tumorale possa portare a identificare i potenziali meccanismi di sensibilità o di resistenza a questo approccio sperimentale, contemporaneamente individuando le pazienti per le quali questa strategia è potenzialmente più efficace.

Questi risultati rappresentano un importante passo in avanti nella ricerca oncologica e aprono nuove prospettive per il trattamento del tumore al seno triplo negativo.

Su queste basi, è stato avviato una più ampia e ambiziosa sperimentazione clinica, chiamata "BREAKFAST-2": si tratta di uno studio multicentrico randomizzato di fase II (NCT05763992), progettato per valutare se l’aggiunta di cicli di DMD alla chemio-immunoterapia preoperatoria possa migliorare l’attività terapeutica rispetto alla sola chemio-immunoterapia, in termini di risposte tumorali e di tassi di guarigione delle pazienti negli anni successivi alla chirurgia. Negli ultimi anni la chemio-immunoterapia è divenuta il nuovo standard terapeutico per il trattamento del tumore al seno triplo negativo in stadio precoce. Un ulteriore obiettivo dello studio è di confermare la riduzione precoce del metabolismo del glucosio a livello tumorale, come possibile biomarcatore predittivo del beneficio clinico derivante da trattamenti combinati basati sulla "dieta mima-digiuno".