Pubblicato il: 12/12/2025
Da sinistra: Gilbert R. Upchurch, Jr, Anders Wanhainen, Eric E. Roselli, Joost A. van Herwaarden, Stéphan Haulon, Martin Czerny, Santi Trimarchi, Mark L. Schermerhorn

Da sinistra: Gilbert R. Upchurch, Jr, Anders Wanhainen, Eric E. Roselli, Joost A. van Herwaarden, Stéphan Haulon, Martin Czerny, Santi Trimarchi, Mark L. Schermerhorn

Il lavoro, guidato da Santi Trimarchi, direttore della Chirurgia Vascolare del Policlinico di Milano e docente dell’Università Statale di Milano, definisce per la prima volta criteri comuni per la riparazione endovascolare dell’aorta ascendente. Un’area tra le più complesse della chirurgia vascolare, a causa delle condizioni anatomiche ed emodinamiche del segmento, finora priva di protocolli condivisi riguardo a patologie e tecniche da adottare.

L’aorta ascendente è un tratto estremamente delicato: è sottoposta a pressioni elevate, vicina alla valvola aortica, alle coronarie e ai vasi dell’arco aortico, e presenta caratteristiche che rendono la riparazione endovascolare particolarmente impegnativa. Finora la chirurgia a cielo aperto è rimasta lo standard, ma l’interesse per approcci meno invasivi (aTEVAR) è in rapida crescita, soprattutto nei pazienti ad alto rischio. Si tratta tuttavia di tecniche ancora prive di criteri condivisi e di dispositivi dedicati.

Per colmare questo vuoto, l’European Society for Vascular Surgery (ESVS) ha pubblicato la Dichiarazione di Consenso 2025 sulla riparazione endovascolare dell’aorta ascendente. Il documento è stato redatto da un panel multidisciplinare internazionale guidato da Santi Trimarchi, direttore della Chirurgia Vascolare del Policlinico di Milano e docente dell’Università Statale di Milano. Tra gli autori anche Jasper Frans de Kort, specialista dell’Università di Utrecht oggi in attività al Policlinico di Milano. Il lavoro segna un passaggio fondamentale e ha ricevuto la selezione “Editor’s Choice” sull’European Journal of Vascular and Endovascular Surgery.

Le linee guida offrono raccomandazioni su selezione dei pazienti, pianificazione e gestione della procedura, oltre a indicare le aree in cui sono necessari ulteriori studi. L’obiettivo è standardizzare la pratica clinica, aumentare la sicurezza e favorire l’integrazione tra chirurghi, cardiologi e radiologi interventisti.

Le malattie dell’aorta ascendente sono tra le più complesse e richiedono un’esperienza altamente specializzata, spiega Santi Trimarchi, “La riparazione endovascolare rappresenta una possibilità concreta per pazienti selezionati, soprattutto per quelli ad alto rischio chirurgico. Tuttavia, proprio perché si tratta di tecniche nuove, è fondamentale definire criteri condivisi che aiutino i clinici a scegliere quando e come utilizzarle in sicurezza. Questo documento nasce proprio per ridurre la variabilità nella pratica clinica, favorire un approccio multidisciplinare e migliorare gli esiti per i pazienti” che aggiunge “La ricerca futura dovrà concentrarsi sull’ottimizzazione dei dispositivi, sul perfezionamento delle tecniche e su studi che confrontino direttamente la aTEVAR con la chirurgia a cielo aperto”.

Il nuovo consenso internazionale su aTEVAR apre dunque la strada a un approccio più sicuro e standardizzato alla patologia dell’aorta ascendente, offrendo un’opzione terapeutica per pazienti selezionati e orientando le future ricerche su dispositivi, tecniche e confronto con la chirurgia tradizionale, rafforzando al contempo il ruolo del Policlinico di Milano nella ricerca vascolare.

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