Pubblicato il: 08/11/2023
La Nebulosa Testa di Cavallo. Crediti immagine: ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, image processing by J.-C. Cuillandre (CEA Paris-Saclay), G. Anselmi; CC BY-SA 3.0 IGO.

La Nebulosa Testa di Cavallo. Crediti immagine: ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, image processing by J.-C. Cuillandre (CEA Paris-Saclay), G. Anselmi; CC BY-SA 3.0 IGO.

Cinque foto del cosmo a colori con una risoluzione che sfiora l’incredibile. Queste le prime immagini arrivate dal telescopio spaziale Euclid costruito e gestito dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) con il contributo della NASA e la collaborazione dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e di numerose università italiane, tra cui l’Università degli Studi di Milano e il suo dipartimento di Fisica “Aldo Pontremoli”. Immagini che mostrano che il telescopio è pronto per creare la più estesa mappa 3D dell'Universo mai vista prima e per scoprire alcuni dei suoi segreti nascosti.

Mai prima d’ora un telescopio, sia spaziale che terrestre, era stato in grado di creare immagini astronomiche così nitide su una zona così ampia di cielo e di guardare così distante nel lontano Universo. Le immagini immortalano corpi celesti disparati: si parte dall’iconica Nebulosa Testa di Cavallo, distante appena 1.500 anni luce dalla Terra, passando per un ammasso stellare e due galassie, fino al gigantesco ammasso di galassie del Perseo, a 240 milioni di anni luce da noi. Pur ritraendo oggetti dell’Universo relativamente vicino, queste immagini illustrano tutto il potenziale di Euclid, lanciato lo scorso primo luglio ed ora in orbita ad un milione e mezzo di km da noi intorno al punto L2 di equilibrio gravitazionale tra Sole, Terra e Luna.

Euclid, che ha un telescopio con uno specchio del diametro di 1,2 metri, ha il compito di indagare su come la materia oscura e l'energia oscura abbiano dato al nostro Universo l'aspetto che ha oggi. Il 95% del nostro cosmo sembra essere costituito da queste misteriose entità “oscure”, ma non si comprende cosa siano perché la loro presenza provoca solo piccoli cambiamenti nell’aspetto e nei movimenti delle cose che possiamo vedere. Per rivelare l’influenza “oscura” sull’Universo visibile Euclid osserverà le forme, le distanze e i movimenti di miliardi di galassie fino alla distanza di 10 miliardi di anni luce. In questo modo, creerà la più grande mappa cosmica 3D mai realizzata. Alla fine della sua vita operativa, prevista al momento intorno a sei anni, Euclid avrà prodotto immagini per più di un miliardo di galassie e spettri per circa 30 milioni di esse, dati che saranno di grande importanza anche per molti altri settori dell’astrofisica.

“Queste prime spettacolari immagini raccolte dalle due “fotocamere” di Euclid, VIS (nel visibile) e NISP (nell’infrarosso), esaltano la combinazione davvero unica di alta risoluzione spaziale e grandissimo campo di vista di Euclid” – ci racconta Luigi Guzzo, docente in Statale e membro del Gruppo di Coordinamento Scientifico del Consorzio Euclid. “Euclid è difatti il primo telescopio a “grandangolo” ad alta risoluzione mai mandato nello spazio, e in una sola immagine copre un’area che è circa 150 volte più grande di quella tipicamente osservabile dai suoi “cugini” Hubble o JWST. Nella sua “survey”, che avrà inizio a gennaio 2024, Euclid si concentrerà sulle galassie più deboli che possiamo vedere a miriadi nello sfondo di queste prime immagini. Nel solo campo del Perseo se ne contano più di 50,000. Se pensiamo che questa è solo una delle 30,000 immagini che Euclid collezionerà in sei anni, coprendo un terzo del cielo, comprendiamo il potenziale scientifico enorme che le mappe di Euclid porteranno con sé.  

Questa missione è stata realizzata da un Consorzio composto da oltre 2000 scienziati provenienti da 300 istituti in 13 paesi europei, oltre a Stati Uniti, Canada e Giappone. Il gruppo del dipartimento di Fisica “Aldo Pontremoli” dell’Università degli Studi di Milano, oltre ad essere uno dei fondatori della missione, ha la responsabilità, assieme agli istituti milanesi dell’INAF, dell’analisi dei dati spettroscopici.  In particolare, i ricercatori e ricercatrici della Statale studieranno la distribuzione tridimensionale delle galassie e quindi la struttura 3D dell’Universo su un volume senza precedenti, ricavando nuove misure dei parametri cosmologici fondamentali.  È in questi numeri, misurati con altissima precisione, che ci aspettiamo si nasconda la soluzione del mistero dell’espansione accelerata dell’Universo.

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