È il cambiamento tecnologico, geopolitico e sociale che sta investendo, a più livelli, il mondo e l’Europa a fare da sfondo all’intervento che la rettrice Marina Brambilla pronuncia al via del nuovo anno accademico 2024-2025 dell’Università degli Studi di Milano. Ripensare al ruolo civico e d’avanguardia delle università, con coraggio e curiosità, e offrire in una prospettiva intergenerazionale gli strumenti per governare le transizioni digitali ed ecologiche, forti della multidisciplinarietà di un grande ateneo pubblico, che intende investire in formazione intesa come upskilling e reskilling, con un aggiornamento e miglioramento continuo delle competenze.
Infrastrutture di ricerca, grandi progetti di rigenerazione urbana come MIND e Città Studi, corsi trasversali sull’uso consapevole dell’AI e investimenti per la salute globale, così da interpretare l’evoluzione e creare valore pubblico per le nuove generazioni. La Statale guarda al 2030 coniugando la tradizione dei valori europei con l’innovazione tecnologica e scientifica che mette "la persona e la dignità della persona" al centro.
Ed è a queste sfide che intende rispondere il Piano Strategico per il sessennio 2025-2030 dell’Università degli Studi di Milano, documento in cui prende forma la Statale del futuro, deliberato dagli organi di governo, reso pubblico in occasione della cerimonia e al quale la Rettrice Brambilla fa continuo rimando nel corso del suo intervento.
All’inaugurazione dell’anno accademico, in un’Aula Magna gremita, hanno portato i saluti istituzionali Giuseppe Sala, sindaco di Milano, Alessandro Morelli, sottosegretario di stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia. La cerimonia ha visto, inoltre, l’intervento del direttore generale Angelo Casertano e del presidente della Conferenza degli studenti Giacomo Pangrazzi. La Prolusione è stata affidata a Paola Bovolenta, direttrice del Centro de Biología Molecular Severo Ochoa (CBM), CSIC-UAM e presidente eletta della Federazione delle Società Europee di Neuroscienze (FENS).
Alla sfida della trasformazione dell’Ateneo su più poli, a partire dalla messa a terra del Campus MIND, corrisponde uno scenario globale che colloca la Statale, nella sua identità di Università interdisciplinare in prima linea nel governo della complessità.
Strategico per l’Ateneo sarà, infatti, il piano di sviluppo dell’AI che prevede: un decalogo inerente diversi campi di applicazione, dalla ricerca alla didattica; un percorso formativo in AI Literacy rivolto alla comunità accademica e studentesca, offerto trasversalmente in tutti i corsi di studio, con una struttura modulare e contenuti in parte specifici per area disciplinare; e, infine, la StAI Academy, una struttura di riferimento per coordinare e valorizzare le iniziative legate all’AI e alla scienza dei dati, in collaborazione con enti, imprese e istituzioni del territorio.
E ancora, la Rettrice nel suo discorso torna sulla natura di università statale, pubblica e da vivere in presenza, dove "scegliamo di rafforzare il nostro impegno nel garantire il diritto allo studio, ampliandolo in una visione inclusiva che va ben oltre le fondamentali agevolazioni economiche e si traduce nella promozione della qualità dell’esperienza degli studenti in un ambiente accogliente e in ascolto" […] con attenzione anche "al benessere psicologico".
Ben presente tra gli obiettivi del Piano Strategico anche la didattica innovativa che, nelle modalità miste e online, deve accompagnare la didattica tradizionale e cessare di essere un tabù, offrendosi come "una straordinaria risorsa per consentire a chi non ha mai preso in considerazione l’università, che in questo paese rischia di ritornare a essere un’esperienza elitaria, l’opportunità di percorsi formativi di qualità, di grande tradizione e prestigio". Certo, lo chiarisce con nettezza la Rettrice, "la nostra offerta, anche aprendosi alle modalità più innovative, non sarà mai un’offerta commerciale, bensì sempre un’offerta culturale e di alto profilo scientifico".
All’ulteriore potenziamento della ricerca scientifica, della sua dimensione internazionale e alla valorizzazione dello spazio europeo sono dedicati molti passaggi del discorso della Rettrice. Dopo aver ricordato la straordinaria risposta dell'Ateneo in termini di successo nella partecipazione dei bandi europei, con 63 progetti ERC vinti dal 2010, e l’adesione dell’Ateneo – come unica università italiana – alla prestigiosa e influente associazione LERU (League of European Research Universities), la Rettrice ricorda che "l’investimento dell’Europa nella ricerca rappresenta non solo una scommessa sul futuro dell’umanità, ma una scelta etica e strategica per affrontare dilemmi complessi" e che "la collaborazione internazionale tra le équipe di ricerca di diversi Paesi e discipline è un valore aggiunto assolutamente fondamentale".
Anche Paola Bovolenta sottolinea che "favorendo la ricerca guidata dalla curiosità, possiamo guardare lontano e gettare le basi per risolvere non solo i problemi attuali, ma anche quelli che ora non possiamo nemmeno immaginare che esisteranno" e ancora "la collaborazione internazionale non è solo preziosa, ma è attraverso questa lente che dobbiamo valorizzare la ricerca per il semplice desiderio di conoscere, quel tipo di ricerca che osa porre le domande più difficili, quelle che possono portare a cambiamenti trasformativi che oggi purtroppo poche agenzie di finanziamento osano sostenere".
Particolare attenzione negli obiettivi del Piano Strategico dell’Ateneo viene posta proprio alla promozione della libertà della ricerca, che non deve subire alcun condizionamento "se non quello di rispettare i principi dell’etica". La Rettrice ribadisce anche l'impegno per il trasferimento di prodotti e tecnologie, ricordando il recente studio condotto dall’Ufficio Europeo dei Brevetti sul ruolo delle Università che ha riconosciuto alla Statale il secondo posto in Italia con 682 domande di brevetto presentate tra 2000 e il 2020.
Un rilievo centrale nel potenziamento della ricerca avrà naturalmente l’investimento in infrastrutture di ricerca rappresentato dal Campus in MIND: su un totale di circa 200mila metri quadrati, il nuovo insediamento, che ospiterà circa 23mila persone, conterà oltre 62mila metri quadrati di laboratori, tra cui i 15mila metri quadrati della maxi piattaforma scientifica con infrastrutture tecnologiche di alta specializzazione che potranno venire messe a disposizione di gruppi di ricerca provenienti da tutto il mondo.
Il piano strategico contiene inoltre azioni finalizzate al potenziamento del già molto articolato contributo che la Statale, tramite la sua Facoltà medica, sta dando al sistema sanitario pubblico. "In un momento in cui i sistemi sanitari sono sottoposti a pressioni crescenti", nota la Rettrice, "la nostra missione è duplice: da un lato, formare professionisti altamente qualificati e consapevoli del loro ruolo sociale, dall’altro, garantire che la nostra ricerca continui a migliorare le politiche sanitarie, l’accesso alle cure e la salute pubblica". Particolare enfasi viene data anche a un rinnovato impegno dell’Ateneo in campagne di advocacy scientifica e sociale per promuovere l’impatto della ricerca e la tutela della salute, rivolgendosi agli studenti e ai cittadini.
La parte finale dell’intervento della Rettrice è un richiamo al ruolo civile dell’Università e al valore dell'esperienza degli anni della formazione nel percorso di crescita di ogni individuo, perché "la formazione nel suo complesso – dei bambini, dei giovani, degli adulti – è l'avventura collettiva più importante". E conclude sottolineando come "in un contesto globale segnato dalla crisi delle forme tradizionali di partecipazione politica, dalle derive provocate dalla socializzazione virtuale e dalla crisi delle forme della rappresentanza, le università resistono come un riferimento imprescindibile per la costruzione della cittadinanza. […]. L’università, e questa Università in particolare, coltiva una coscienza civica basata sulla riflessione, sul rispetto reciproco e sull’elaborazione di decisioni ponderate". E, assieme alle scuole "è nelle università che dobbiamo costruire una società del rispetto".
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