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Torace con epicardio
I farmaci incretino-mimetici, usati nella terapia del diabete mellito di tipo 2, possono migliorare la funzione cardiovascolare agendo a livello di tessuto adiposo epicardico (EAT - Epicardial adipose tissue).
La scoperta è descritta nello studio, pubblicato sull'International Journal of Cardiology e coordinato da un gruppo di ricerca dell'Università Statale di Milano, in collaborazione con il Policlinico San Donato IRCCS di Milano, l'Università di Ratisbona (Germania) e la Miller School of Medicine di Miami (Florida, USA).
Il tessuto adiposo epicardico (EAT) è il grasso viscerale che circonda il cuore e che attraverso la secrezione di molteplici mediatori può influenzare la funzione del cuore e delle arterie coronarie.
Lo studio – condotto da Elena Dozio, ricercatrice di Patologia clinica al dipartimento di Scienze biomediche per la salute dell'Università Statale – mette in evidenza come EAT rappresenti non semplicemente un fattore di rischio per le patologie cardiovascolari, ma anche un interessante target terapeutico.
I farmaci incretino-mimetici presentano importanti effetti benefici a livello cardiovascolare che si sommano alla loro azione anti-diabetica. Pazienti diabetici e obesi in terapia con tali farmaci presentano una significativa riduzione dello spessore del tessuto adiposo epicardico che risulta indipendente dalla perdita complessiva di peso corporeo e dal miglioramento del controllo glicemico. In particolare, EAT esprime il recettore per le incretine (GLP-1R) e tale recettore si associa a specifiche vie metaboliche che promuovono l'ossidazione degli acidi grassi, il differenziamento degli adipociti bianchi in bruni, con funzione protettiva e anti-obesità, e riducono l'adipogenesi.
"L'attivazione di specifiche vie metaboliche associate al GLP-1R che riducono la quantità di tessuto e ne modificano la composizione – sottolinea Elena Dozio – può rappresentare un'interessante strategia per modificare quelle alterazioni metaboliche che fanno del tessuto adiposo epicardico (EAT) un importante fattore di rischio e progressione di molteplici patologie cardiovascolari. L’attivazione di tali meccanismi andrebbe inoltre a supporto dell’azione diretta di tali molecole nel promuovere la riduzione di EAT osservata in clinica".
Oltre al dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università Statale, la ricerca ha coinvolto anche due strutture del Policlinico San Donato IRCCS: il Centro di Alta Specialità di Dietetica, Educazione alimentare e Prevenzione cardio-metabolica, guidato da Alexis Elias Malavazos e l’Unità Complessa a Direzione Universitaria SMEL-1 Patologia clinica, Dipartimento di Patologia e Medicina di Laboratorio, diretto da Massimiliano Corsi Romanelli, docente di Patologia clinica.
Contatti
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Elena Dozio
Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute -
Massimiliano Marco Corsi Romanelli
Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute0250315341
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