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Sono 682 le domande di brevetto presentate dall’Università Statale di Milano, tra il 2000 e il 2020, un numero che colloca l’Ateneo milanese al secondo posto in Italia, dietro al Politecnico di Milano (809 domande) e davanti a La Sapienza di Roma (502 domande), secondo il primo studio dell'Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) sul ruolo delle Università nei brevetti e nell’innovazione.
Lo studio, pubblicato il 22 ottobre dall’EPO e che posiziona inoltre l'Università degli Studi di Bologna al quarto posto (472 domande) e il Politecnico di Torino al quinto (419), rileva un aumento, nel periodo 2000-2020, delle domande di brevetto provenienti dalle università europee, che rappresentano il 10,2% di tutti i brevetti depositati presso l’EPO dai richiedenti europei. In Italia, in particolare, i brevetti accademici rappresentano l’8,6% del totale delle domande presentate da richiedenti italiani, e con 79 Università, l’Italia si colloca al quarto posto in Europa per numero di atenei che hanno generato, nel periodo considerato, almeno una richiesta di brevetto all’EPO.
Secondo lo studio, in realtà, è solo un piccolo numero di università in Europa (il 5% delle 1.200 università incluse, tra le altre, l'Università di Grenoble Alpes, l'Università tecnica di Monaco, l'Università di Oxford, l'Istituto federale di tecnologia di Zurigo così come il Politecnico di Milano, l’Università degli Studi di Milano, la Sapienza di Roma, l'Università degli studi di Bologna e il Politecnico di Torino) a rappresentare la metà di tutte le domande di brevetto accademico. Si concentrano maggiormente su campi scientifici e sono supportati da uffici dedicati per il trasferimento delle conoscenze. Al contrario, il 62% delle università contribuisce solo all'8% dei brevetti. Tuttavia, anche quest'ultimo gruppo di piccole università che presentano in proporzione meno domande di brevetto svolge un ruolo importante nei propri ecosistemi nazionali di innovazione, sottolinea lo studio.
La composizione del Portafoglio brevetti di Ateneo
Al 1° ottobre 2024, il portafoglio brevettuale dell’Università Statale di Milano conta 355 famiglie brevettuali a tutelare altrettante invenzioni, oltre che le privative per nuove varietà vegetali.
Il portafoglio si articola in quattro principali macroaree: Natura, Salute, Biotech e Industria che indicano l’ambito di applicazione dell’invenzione tutelata.
Nello specifico, nella macrocategoria “Natura” ricadono ad esempio invenzioni dedicate ad una migliore gestione di risorse e territorio, così come tecnologie di interesse per aziende agricole o della filiera agroalimentare. Rientrano nella categoria le privative per nuove varietà vegetali e le invenzioni rilevanti per l’ambito veterinario.
Della macrocategoria “Salute” fanno parte invenzioni come nuovi farmaci, metodi diagnostici e strumenti o apparecchiature, tutti dedicati alla cura, prevenzione e diagnosi delle patologie in ambito umano, mentre nella macrocategoria “Biotech” si inseriscono processi o materiali realizzati e di interesse per l’ambito biotecnologico. Infine, della macrocategoria “Industria” rientrano quei brevetti che hanno una ricaduta sui processi o prodotti dell’industria (telecomunicazioni, meccanica, elettronica, ecc).
Nonostante la macrocategoria "Salute” rappresenti il 50% delle invenzioni, tutte le categorie sono ben rappresentate a testimonianza di un Ateneo multi e interdisciplinare.
Lo studio dell’Ufficio Europeo dei Brevetti rileva inoltre che, dal 2015 al 2019, 152 startup con sede in Italia hanno fatto domande di brevetto europeo su invenzioni accademiche - il quinto numero più alto in Europa, dato che “dimostra la solidità del processo di trasferimento della tecnologia dal laboratorio universitario al mercato”, sottolinea l’EPO.
Anche in questo ambito, l’Università Statale di Milano è costantemente impegnata, grazie a collaborazioni con fondi di Venture Capital, imprese e società di consulenza, a trasformare un risultato di ricerca innovativo in una tecnologia o prodotto idonei ad intercettare un’opportunità di mercato e in grado di generare valore economico per il sistema imprenditoriale. In partnership con Fondazione UNIMI, infatti, l’Ateneo milanese promuove tre programmi di valorizzazione e trasferimento di idee ad alto potenziale innovativo come Seed4Innovation, See4Innovation Patent 2.0 e gli Student Innovation Labs.
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