I ricercatori della Statale al lavoro con il visualizzatore interattivo per il restauro della pala Genga custodita presso la Pinacoteca di Brera - Credit foto Marco Gargano, Emanuela Grifoni, Stefano Caronni
Il gruppo di ricerca del laboratorio DIART (Laboratorio di Diagnostica Applicata all’Arte) dell’Università Statale di Milano, in occasione delle indagini diagnostiche sulla grande pala d’altare di Girolamo Genga presso la Pinacoteca di Brera, ha sviluppato un visualizzatore interattivo che permette di esplorare un’opera d’arte in altissima risoluzione attraverso immagini nel visibile, ultravioletto e infrarosso, rivelando dettagli invisibili all’occhio umano.
“Questo strumento si è dimostrato fondamentale per il restauro e continua ad offrire un’esperienza interattiva che consente di apprezzare particolari dell’opera altrimenti impercettibili, rendendola così accessibile a un pubblico ancora più ampio”, spiega il docente di Fisica per i beni culturali, Marco Gargano. “A livello pratico il lavoro è consistito nell’acquisire centinaia di immagini ad altissima risoluzione del gigantesco dipinto di 13 metri quadrati ed elaborarle per essere visualizzate tramite web ed adattare il codice “open” alle necessità di visualizzazione multipla di informazioni”, precisa Marco Gargano.
Il visualizzatore consiste in un viewer basato sul linguaggio Javascript che permette di visualizzare, tramite Web, immagini di grandi dimensioni, denominate per questo motivo Gigapixel, similmente a quanto accade per Google Maps in cui l’immagine originale viene frammentata in piccole porzioni, visualizzandole man mano che si esplora la superficie pittorica e si ingrandiscono i dettagli.
Attività di restauro della pala Genga contenuta nella Pinacoteca di Brera - Credits Cesare Maiocchi, Pinacoteca di Brera
Lo strumento per la diagnostica dell’opera d’arte è stato implementato in occasione del restauro della monumentale pala d’altare eseguita dal pittore Girolamo Genga tra il 1513 e il 1518 per l’altare maggiore della chiesa di Sant’Agostino a Cesena. La pala rappresenta il culmine di un periodo di intenso sviluppo per Genga che, durante il periodo di attività, ebbe modo di interagire con i più influenti pittori dell’epoca, come Fra Bartolomeo, Raffaello, Perugino, Michelangelo e Lorenzo Lotto. Questi incontri arricchirono profondamente il suo linguaggio pittorico, visibile in particolare nella pala di Cesena, in cui rielabora i modelli dei suoi contemporanei in una cifra stilistica originale e anticlassica.
Il team di ricerca della Statale, composto da Letizia Bonizzoni, Marco Gargano e Nicola Ludwig, ha contributo alle indagini diagnostiche eseguite da un gruppo interdisciplinare che ha coinvolto, oltre che il laboratorio DIART dell'Università Statale, anche il dipartimento di Scienza dei materiali dell'Università di Milano-Bicocca, l’IFBM-CNR di Milano e C.G.S. Palladio.
Il restauro si è svolto all’interno di una struttura temporanea allestita nella Pinacoteca di Brera, che ha permesso agli esperti di lavorare in sicurezza sull’imponente opera e consentendo al contempo al pubblico di osservare ogni fase dei lavori attraverso una parete di vetro.
Al lavoro di diagnostica del laboratorio DIART è dedicato ampio spazio nel volume intitolato, Girolamo Genga. La pala di Cesena e il suo restauro alla Pinacoteca di Brera, Marsilio editore 2024 a cura di Andrea Carini e Cristina Quattrini.
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Marco Gargano
Dipartimento di Fisica "Aldo Pontremoli"
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