Immagine tratta da Pixaby
L'Università Statale di Milano ha collaborato, attraverso i docenti del settore scientifico-disciplinare "Malattie infettive degli animali domestici" del dipartimento di Medicina Veterinaria, nella divulgazione di un documento edito dalla Associazione ANIV (Associazione Nazionale degli Infettivologi Veterinari) che fa il punto, in modo estremamente corretto e basato sui riferimenti scientifici più recenti, del rischio Covid-19 correlato agli animali domestici, in particolare a quelli d’affezione, che vivono a stretto contatto con l’uomo. Il documento ha il grande merito di fare chiarezza su questo argomento, anche alla luce delle informazioni che circolano e che sono spesso incomplete o addirittura prive di fondamento.
"La pandemia causata dal nuovo coronavirus umano SARS-CoV-2 sta generando un allarmismo
ingiustificato nei proprietari di animali a causa della segnalazione di alcuni casi di infezione nel
cane e nel gatto - sottolinea in apertura il documento dell'Associazione nazionale degli Infettivologi Veterinari -. SARS-CoV-2 è un virus di probabile origine zoonosica, in quanto questo agente
virale deriva verosimilmente da un betacoronavirus, correlato con quello della SARS del 2002-
2003, che circola nei pipistrelli e che è arrivato all’uomo mediante un passaggio diretto oppure
previo adattamento in un’altra specie animale non ancora identificata (Zhou et al., 2020). Una volta adattatosi all’uomo, questo virus ha acquisito la capacità di trasmettersi da uomo a uomo, senza bisogno di un ulteriore intervento degli animali che, quindi, non svolgono alcun ruolo
epidemiologico nella catena di trasmissione dell’infezione".
Il documento completo è reperibile nei Materiali.
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