Pubblicato il: 10/12/2020
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Il COVID-19 circolava a Milano già all’inizio di dicembre 2019 e ora Gian Vincenzo Zuccotti, presidente del Comitato di direzione della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Statale di Milano, comunica i risultati dello studio, coordinato dalla professoressa Elisabetta Tanzi e condotto presso il Laboratorio Subnazionale accreditato OMS per la Sorveglianza di Morbillo e Rosolia (MoRoNET) nel CRC EpiSoMI “Epidemiologia e Sorveglianza Molecolare delle Infezioni”.

Lo studio, recentemente pubblicato sulla rivista Emerging Infectious Diseases, dimostra la presenza di SARS-CoV-2-RNA in un tampone oro-faringeo raccolto da un bambino di Milano all'inizio di dicembre 2019, circa 3 mesi prima del primo caso riportato di COVID-19 in Italia. Si tratta di un risultato che rivoluziona le conoscenze sulla diffusione spazio-temporale del nuovo coronavirus.

"L'idea – afferma la dottoressa Silvia Bianchi – è stata quella di indagare retrospettivamente tutti i casi di malattia esantematica identificati a Milano dalla rete di sorveglianza di morbillo e rosolia nel periodo settembre 2019 - febbraio 2020, risultati negativi alle indagini di laboratorio per la conferma di morbillo".

L’infezione da SARS-CoV-2 può infatti dar luogo a sindrome Kawasaki-like e a manifestazioni cutanee, spesso comuni ad altre infezioni virali, come il morbillo. Le iniziali descrizioni di tali sintomatologie associate a COVID-19 sono arrivate proprio dai dermatologi della Lombardia, prima area duramente colpita dalla pandemia.

Che il virus circolasse da tempo indisturbato era ipotizzabile dall’impatto brusco e repentino con cui si è manifestata la pandemia e dalle successive evidenze scientifiche, prima fra tutte quella relativa al ritrovamento di SARS-CoV-2 nelle acque reflue di Milano a metà dicembre 2019. La lunga e non riconosciuta diffusione di SARS-CoV-2 nel Nord Italia potrebbe spiegare, almeno in parte, l'impatto devastante e il rapido decorso della prima ondata di COVID-19.

"Un sistema di sorveglianza virologica sensibile e di qualità – afferma la professoressa Antonella Amendola, responsabile dell’attività di sorveglianza del morbillo in MoRoNET  è uno strumento fondamentale per identificare tempestivamente i patogeni emergenti e per monitorare l’evolversi dei focolai in una popolazione. I risultati dello studio forniscono indicazioni sui futuri sforzi da mettere in atto per il controllo delle malattie infettive e per un'adeguata risposta alle emergenze pandemiche".

Lo studio è stato condotto da Antonella Amendola, Silvia Bianchi, Maria Gori, Daniela Colzani, Marta Canuti, Elisa Borghi, Mario C. Raviglione, Gian Vincenzo Zuccotti ed Elisabetta Tanzi.

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