Pubblicato il: 10/03/2021
Immagine tratta da Pixabay

Immagine tratta da Pixabay

Le chiamate ai numeri di emergenza regionali (112 e 118) e le interazioni su Twitter in relazione con l’andamento dei casi COVID-19. Questo l’oggetto di uno studio, pubblicato sulla rivista PLOS ONE,  nato da una collaborazione tra Statistica Medica, Sanità Pubblica e Data Science Research Center (DSRC) dell’Università Statale di Milano.

 Lo studio ha analizzato la prima ondata di COVID-19 in Lombardia, nel marzo 2020, come una "grandezza fisica" arrivando a determinare l'utilità del monitoraggio delle chiamate regionali al 112 e al 118 per prevenire un sovraccarico degli ospedali. L'uso di Twitter, invece, secondo i ricercatori, potrebbe rivelarsi fondamentale per evitare una nuova “infodemia” parallela.

 I risultati sono stati raggiunti attraverso le cosiddette "ondine", un potente strumento mutuato dalla teoria dell'analisi dei segnali che ha permesso di valutare quantitativamente la capacità di anticipazione delle chiamate ai numeri di emergenza e dell'attività su Twitter rispetto all'andamento delle infezioni.

 Secondo la ricerca, di tutti i segnali presi in considerazione, quelli delle chiamate al 112 e al 118 "viaggiano" in maniera "coerente", ma con anticipo temporale, rispetto alla curva degli infetti. E questo "accoppiamento" si verifica soprattutto nella fase di ascesa, la più importante da un punto di vista di politiche di sanità pubblica.

Anche l'analisi di "correlazione incrociata" tra le serie temporali ha rivelato che le telefonate ai numeri di emergenza possono anticipare la dinamica epidemica di qualche giorno.

Tali risultati – commentano Elia Biganzoli, docente del dipartimento di Scienze cliniche e di comunità, nel comitato scientifico del Data Science Research Center della Statale, insieme al ricercatore Bruno Riviecciosono di fondamentale importanza per indirizzare policy di contenimento, mitigazione e soppressione di una nuova eventuale epidemia con sufficiente capacità previsiva”.

 

I dati relativi a Twitter, invece – spiegano ancora gli autori, ricercatori del DSRC dell'Ateneo -, hanno mostrato che l'attività dei membri del social network è più legata a fatti di cronaca, al contesto sociale e a eventi politici, impennandosi per esempio alla notizia del lockdown o della morte per COVID-19 del primo operatore sanitario. Twitter rappresenta quindi una “cartina tornasole” del coinvolgimento emotivo della popolazione, e può diventare fondamentale quindi la comunicazione istituzionale utilizzando questo canale”.

 Lo studio rappresenta la base di partenza per successive analisi che verranno condotte a livello più locale, di singola centrale operativa,  e su una scala temporale più ampia, comprendente anche la seconda ondata epidemica.

Lo studio pubblicato su PLOS ONE.

Contatti