Pubblicato il: 30/07/2020
Maschera

Mascherina anti-contagio contro COVID-19

È disponibile online, sul sito di SPS TRENDS Lab, l'indagine - coordinata da Cristiano Vezzoni di SPS TREND Lab, presso il dipartimento di Scienze sociali e politiche dell'Università Statale di Milano, che per tre mesi ha monitorato i comportamenti, le opinioni e le reazioni degli italiani durante l'emergenza COVID-19.

Siamo esattamente a sei mesi dalla individuazione dei primi due casi di Coronavirus in Italia (due turisti cinesi allo Spallanzani di Roma, 30 gennaio 2020). Come ha risposto la società italiana alla sfida del Coronavirus? E come gli italiani hanno vissuto questi mesi di emergenza, passando da un lockdown totale al tentativo di tornare a una nuova normalità? A queste domande fornisce una risposta il rapporto finale, appena pubblicato, del progetto di ricerca ResPOnsE COVID-19, che si pone l’obiettivo di sviluppare una infrastruttura di ricerca per il monitoraggio quotidiano dell’opinione pubblica durante l’emergenza.

Da quel 30 gennaio 2020, la vita di tutti gli italiani è cambiata radicalmente. E nonostante i segnali incoraggianti sul piano sanitario, il controllo dei contagi non attenua i timori sulle conseguenze economiche della crisi e il quadro economico rimane critico, Cresce, invece, secondo il rapporto, la fiducia nell'Unione Europea.

I punti salienti dell'indagine

  • Se dal punto di vista sanitario i segnali sono incoraggianti, il quadro economico rimane critico. La riduzione della percezione del rischio di contagio non attenua i timori sulle conseguenze economiche della crisi.
     
  • La pandemia del Coronavirus si impone come esperienza collettiva che non risparmia nessun settore e nessun territorio del paese, al pari delle guerre mondiali, della crisi del 1929 o della caduta del muro di Berlino.
     
  • Il paese continua a vivere una situazione di estrema incertezza che colpisce soprattutto i settori più vulnerabili della società italiana (donne, lavoratori precari, territori meno sviluppati economicamente).
     
  • Dopo oltre 100 giorni dall'inizio del lockdown, torna una certa normalità nelle attività fuori dalle mura domestiche.
     
  • Questo rappresenta un segnale positivo, ma è necessario non abbassare la guardia e continuare a seguire le principali misure di prevenzione della diffusione del virus perché il rischio di una ripresa della pandemia esiste e i recenti fatti in diversi paesi, europei e non, ce lo dimostrano.

 

Comportamenti e adesione alle misure di contenimento del virus

  • #iostoacasa ha funzionato: nelle prime fasi di lockdown gli italiani sono stati estremamente disciplinati, manifestando una alta adesione alle norme di contrasto alla diffusione del virus.
     
  • Col passare delle settimane crescono sensibilmente le attività extra-domestiche.
     
  • Purtroppo, le principali misure individuali di contrasto alla trasmissione del virus vengono seguite di meno.
     
  • Si riduce il rispetto del distanziamento sociale, l’uso della mascherina e il lavaggio delle mani.
     
  • Cresce anche l'insofferenza verso la limitazione delle libertà individuali (movimento, incontro e privacy).
     
  • Il ritorno alla normalità è un segnale positivo, ma abbassare la guardia potrebbe rappresentare un rischio per il riesplodere di focolai e il riacutizzarsi della pandemia nel nostro paese.

 

Giudizio sulle misure prese dal governo

  • Il giudizio sulle misure anti-coronavirus prese dal governo rimane positivo; meno positivo invece il giudizio sulle misure economiche.
     
  • Cosa dovrebbe fare ora il governo? Gli italiani dopo aver chiesto un allentamento del confinamento, da maggio sono tornati a chiedere il mantenimento (45%) o addirittura un inasprimento (25%) delle misure anti-coronavirus.
     
  • Gli italiani mantengono una opinione equilibrata su quale debba essere la priorità del governo, con una posizione intermedia tra salvaguardia della salute pubblica e rilancio dell’economia nazionale.

 

Percezione del rischio per la salute, il lavoro e l’economia

  • Con il miglioramento della situazione sanitaria, si riduce la percezione del rischio di contagio.
     
  • Tuttavia, se si considerano i rischi per il proprio lavoro o per la situazione economica della propria famiglia, la percezione di incertezza e timore è diffusa in tutto il paese, da nord a sud.

 

La fiducia nelle istituzioni

  • La fiducia degli italiani nel Parlamento nazionale rimane bassa e addirittura diminuisce durante il corso della crisi.
     
  • Cresce invece la fiducia nell’Unione Europea. La sua immagine migliora agli occhi dei cittadini italiani.
     
  • Dopo l’esito positivo delle trattative sul recovery fund, che ha visto il nostro paese come uno dei maggiori beneficiari degli aiuti comunitari, l'Unione Europea può rappresentare un punto di riferimento per la ripartenza.

 

Esperienza di crisi collettiva

  • Il Coronavirus non ha risparmiato nessuno: la pandemia si impone come esperienza di crisi collettiva.
     
  • La maggioranza degli italiani ha sentito direttamente la vicinanza fisica del virus: molti conoscono persone che sono morte, sono state ricoverate o messe in quarantena a causa del COVID-19.
     
  • Anche il giudizio sull’economia nazionale è estremamente pessimistico e generalizzato: 4 italiani su 5 ritengono che la situazione dell’economia sia peggiorata dall'inizio della pandemia.

 

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