Pubblicato il: 10/09/2019

Appena rientrato da Città del Messico, il professor Nando dalla Chiesa, docente di Sociologia della Criminalità organizzata all’Università Statale di Milano, ci racconta, in un'intervista, obiettivi e contenuti della sua missione per l'UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime) come direttore della Libera Cathedra "Giovanni Falcone y Paolo Borsellino" dell'Alta Escuela para la Justicia.

Nando dalla Chiesa con Antonino De Leo

Il professor Nando dalla Chiesa con Antonino De Leo, responsabile dell'UNODC in Messico

Professor dalla Chiesa, dopo i seminari inaugurali alla direzione della cattedra Falcone-Borsellino dello scorso febbraio, qual è stato l'obiettivo principale della sua seconda "lezione messicana"?

Sono partito dall'idea di fare della nostra esperienza di ricerca e formazione sul tema della criminalità organizzata un modello non solo per il sistema scolastico e universitario messicano, ma anche per le istituzioni statali e federali e per la Guardia nazionale messicana che sta guardando proprio all'esperienza dei nostri Carabinieri, rappresentati in questa occasione dal colonnello Renato Chicoli, per la definizione di struttura, compiti e ruolo del nascente corpo di sicurezza.


Quali tappe ha toccato durante la sua "missione in Messico"?

Ho tenuto incontri in diversi Atenei messicani, come l'Università dei Gesuiti di Guadalajara, il Claustro di Sor Juana di Città del Messico, l'Università di Pachuca e l'Università Autonoma Metropolitana di Città del Messico, per parlare di criminalità e diritti umani, memoria e diritto alla verità, legalità e ruolo della società civile nella lotta alla criminalità organizzata, spesso tenuti insieme a rappresentanti delle principali istituzioni, come il Ministro federale dei diritti umani, Alejandro Encinas, o il responsabile dell'UNODC in Messico, Antonino De Leo. Con il colonnello Chicoli abbiamo voluto inserire nel nostro "programma di studi" anche seminari e conferenze al Centro strategico della sicurezza di Pachuca e incontri a Città del Messico con tutte le cariche più importanti di polizia e del Ministero della sicurezza federale, fino al viceministro degli Esteri e il suo staff. All'Istituto Italiano di Cultura, infine, abbiamo incontrato professori universitari, giornalisti e scrittori per confrontarci sull'esperienza italiana di lotta alla criminalità organizzata e di formazione di una cultura della legalità.

Una didattica efficace è anche frutto di buone relazioni accademiche. Qualche idea per rafforzarle?

Con colleghi e rappresentanti delle istituzioni universitarie e politiche abbiamo parlato principalmente della creazione di un "ponte accademico" tra Messico e Italia, con l'Università Statale di Milano che faccia da punto di riferimento per quanto attiene agli studi e all'impegno civile in tema di criminalità organizzata e che si articolerà in una serie di attività di collaborazione scientifica e civile, compreso lo scambio di studenti e docenti. L'idea è già piaciuta molto alle Università di Sor Juana, dove esiste già un insegnamento in Diritti umani, all'Università Autonoma Metropolitana (UAM) di Città del Messico e all'Ateneo di Pachuca, con le quali l'UNDOC sta preparando dei protocolli d'intesa da sottoporre prossimamente all'Università Statale per la firma.

Nando dalla Chiesa all'Università di Sor Juana

Foto di gruppo dopo la lezione al Claustro de Sor Juana, insieme ad alcune madri di desaparecidos

Terminata questa sua seconda "lezione" in Messico, cosa l'aspetta nei prossimi mesi?
Vogliamo coinvolgere Milano e Città del Messico in un progetto di internazionalizzazione culturale di lotta alla droga e al crimine, con un ruolo attivo anche del MIUR. Nel 2020, la Convenzione di Palermo compirà 20 anni, ma l'esperienza dell'Università Statale e italiana in generale, ci ha insegnato che oltre agli interventi di tipo giudiziario e investigativo è necessario lavorare nelle scuole, nelle università e quindi nella società per la costruzione di una cultura della legalità. A questo proposito Università Statale, MIUR e UNODC stanno pensando di allargare l'invito alle celebrazioni del 23 maggio a Palermo anche a studentesse e studenti provenienti dall'estero, attraverso la partecipazione alla Nave della legalità, che da anni vede la Statale unico Ateneo italiano a esservi rappresentato.

Il professor dalla Chiesa tornerà in Messico tra novembre e dicembre prossimi, sempre alla direzione Libera Cathedra "Giovanni Falcone y Paolo Borsellino", dove terrà le sue lezioni con un'impostazione più accademica come richiesto dall'Alta Escuela papa la Justicia.

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