Pubblicato il: 08/11/2022
Una foto di Gina Lagorio tratta dal suo archivio conservato ad Apice

Una foto di Gina Lagorio tratta dal suo archivio conservato ad Apice

"Gina Lagorio cent’anni dopo" è il titolo della serata evento in programma al Teatro Franco Parenti il 13 novembre (ore 18, Sala Café Rouge, via Pierlombardo14) organizzata in collaborazione con il Centro Apice - Archivi della parola, dell'immagine e della comunicazione editoriale dell’Università Statale di Milano che custodisce l’archivio Lagorio, donato nel dicembre del 2005 al centro archivistico dell'Ateneo insieme al grande armadio antico della casa di Gina Lagorio che lo conteneva.

Scrittrice e parlamentare impegnata per i diritti delle donne e per la pace, critica, drammaturga e ambasciatrice della cultura letteraria italiana all’estero, Gina Lagorio, pseudonimo di Luigina Bernocco, nacque cento anni fa (il 18 giugno 1922) a Bra, in provincia di Cuneo. Lo psudonimo è legato al cognome del partigiano Lagorio, marito della giovinezza. 

La serata, coordinata da Luca Clerici, responsabile scientifico del fondo Lagorio di Apice, si aprirà con i saluti di Lodovica Braida, presidente di Apice, con la proiezione dell’intervista Un giorno a Varigotti (RAI, 1993). A seguire, Nando Dalla Chiesa, docente di Sociologia della Criminalità organizzata dell’Università Statale, racconterà dell’attività parlamentare e dell’impegno civile di Gina Lagorio, Paolo Di Stefano delle lettere, mentre Alberto Zava interverrà parlando di uno dei libri più celebri della scrittrice: Approssimato per difetto. A chiudere la serata il suggestivo ricordo della grande amica Edith Bruck.

Il grande armadio antico della casa di Milano di Gina Lagorio, donato ad Apice, dove era contenuto l'archivio

Il grande armadio antico della casa di Milano di Gina Lagorio, donato ad Apice, dove era contenuto l'archivio

L'Archivio Lagorio

Donato nel dicembre del 2005 insieme al grande armadio antico che lo conteneva nella sua casa di Milano, l’archivio Lagorio – spiega Luca Clerici, docente di Letteratura italiana contemporanea del dipartimento di Studi letterari, filologici e linguistici e  responsabile scientifico del fondo Lagorio - è stato destinato al Centro Apice per volontà della scrittrice. Mancata poco prima della consegna, la sua volontà è stata immediatamente rispettata dalle figlie che hanno reso possibile il trasferimento. Come risulta dall’inventario a cura di Gaia Riitano che chiude il volume Gina Lagorio. La scrittura tra arte e vita pubblicato dalle Edizioni di Storia e Letteratura in occasione della donazione, l’archivio comprende anzitutto “l’epistolario amatissimo” (la definizione si legge nel romanzo Inventario), che conta più di ottocento corrispondenti soprattutto italiani (ma non mancano gli stranieri), tra i quali si trovano i maggiori esponenti della letteratura contemporanea: Arbasino, Bernari, Bilenchi, Caproni, Ceronetti, Flaiano, Fortini, Giudici, Primo Levi, Masino, Ortese, Pontiggia, Sereni, Soldati, Zanzotto. Figurano anche critici letterari (Asor Rosa, Binni, Dionisotti, Garboli, Pampaloni), intellettuali (Citati, Eco, mons. Ravasi), politici (Natta, Pertini, Rossanda), editori (Bompiani, Mursia, Scheiwiller, Vallecchi), giornalisti (Brera, Camilla Cederna, Colombo), musicisti (Muti), registi (Strehler).

Notevole spazio occupano poi i materiali relativi all’attività letteraria. Si tratta documenti vari raccolti in vista della composizione dei testi, di appunti manoscritti (per esempio indici provvisori e scalette di opere in fase di scrittura), prime versioni (quella del Bastardo di Savoia  “con tantissime modifiche”, seguita dalla “stesura prima della definitiva casereccia” e dalla “prima battitura a libro finito”) e bozze di stampa con correzioni autografe”.

Grande rilevanza hanno poi i materiali preparatori sia degli interventi saggistici (particolare consistenza hanno le carte relative agli studi su Fenoglio e su Sbarbaro, ma emerge chiaramente anche un interesse particolare per Piemonte e Liguria, diciture che contrassegnano due contenitori specifici), sia quelli relativi all’attività di critico militante, soprattutto articoli e recensioni. L’interesse per il teatro è testimoniato da molti documenti relativi alle opere scritte per la scena, ma anche da programmi teatrali e numeri di riviste come “Sipario”. Completano il fondo materiali utilizzati per l’attività radiofonica e interessanti carte relative all’impegno parlamentare, a partire dall’inedita dichiarazione programmatica: Perché accetto.

Fra gli inediti – che non mancano – ecco anche il Quaderno canadese e soprattutto Ferie italiane 1956, il resoconto di un viaggio in automobile da Savona verso Sud, seguendo prima la costa del mar Ligure e poi quella adriatica. Siamo in agosto, al volante il marito Emilio Lagorio, seduta dietro la piccola Simonetta. Il titolo del reportage ricorda l’amato Pave­se (Ferie d’agosto), ma soprattutto richiama la coscienza critica di una viaggiatrice che osserva curiosa le epocali trasformazioni in atto nell’Ita­lia del boom economico: in modo garbato e ironico, ma anche partecipe, qui si parla di ferie, non di vacanze.

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